lunedì 24 maggio 2021

MOBILITÀ E TRASPORTI A ROMA

 

La mobilità è tema di particolare rilevanza per la qualità della vita dei cittadini ed è certamente una delle principali questioni aperte a Roma.

Nel corso dell’ultimo decennio l’area comunale romana ha subito importanti trasformazioni quali un progressivo incremento delle attività e soprattutto un’espansione della residenzialità sia nella periferia che nei comuni limitrofi con un significativo aumento del pendolarismo.

Affrontare il problema del traffico a Roma è certamente compito impegnativo ed i numerosi piani del traffico (Put, Pgtu, Pptu, Pum) che si sono succeduti dal 1999 ad oggi hanno prospettato alcune ipotesi di lavoro che non sempre hanno trovato compimento o dato i risultati sperati. 


Il Piano della Mobilità Sostenibile del 2019 ha inquadrato in una visione globale la mobilità di medio e lungo periodo nella città di Roma, mettendo al centro le esigenze di mobilità delle persone e delle imprese, capace di offrire una migliore qualità della vita a chi la abita e la vive ogni giorno.

Tra i vari punti del piano certamente condivisibili quali l’adeguamento delle metropolitane A e B, l’ammodernamento della ferrovia Roma-Giardinetti, la creazione di un collegamento tra le metro A e C a Tor Vergata e la creazione di nuove linee tramviarie, troviamo anche alcuni progetti, che a nostro avviso meritano un approfondimento, quali la funivia Battistini-Casalotti e la funivia Magliana-Piazza Civiltà del Lavoro.


Ma prima di entrare nel merito del nuovo piano della mobilità sostenibile è  opportuno avere un quadro della situazione attuale anche per capire quante difficoltà si possono incontrare nella realizzazione di infrastrutture indispensabili per la modernizzazione del “sistema mobilità”:


- Roma ha il primato del maggior numero di auto private in circolazione che, secondo le ultime stime, arriva a 2.701.000 e cioè ad una cifra impressionante in relazione al numero di abitanti; al secondo posto troviamo Milano con circa un milione di auto in meno;

- I cittadini residenti a Roma sono 2.850.000 e quindi ci sono 1,05 macchine per ogni abitante, pari al 7% di tutte le automobili circolanti in Italia, che raggiungono il ragguardevole numero di 38.520.000;

- Circa il 30% della popolazione vive oltre il GRA (numero raddoppiato negli ultimi 20 anni anche per i costi delle abitazioni) con un appesantimento del già notevole carico sulle linee di trasporto periferiche ed un incremento del traffico pendolare;

- Oggi solo il 36% dei cittadini romani usa il mezzo pubblico mentre il 64% usa l’auto o la moto contribuendo in maniera significativa alla congestione del traffico urbano;

- Le 3 linee di metropolitane esistenti raggiungono una lunghezza totale di 58,5 chilometri contro i 220 di Parigi, i 293 di Madrid, i 460 di Londra, i 146 di Berlino, i 325 di Mosca (Milano dispone di una rete metropolitana di 101 km.);

- Il costo per la realizzazione di un chilometro di linea sfiora i 70 milioni di euro a Roma contro i 35/40 milioni di euro a Madrid ( da notare però che la profondità rispetto al piano stradale raggiunge i 28 metri a Roma contro i 10 di Madrid);

- Il trasporto di superficie, svolto da Atac, si articola su 333 linee, 5 tramvie e 1 filoviaria. Il 77% del parco vetture di Atac , con una media di età di oltre 13 anni, è alimentato a gasolio ed è addirittura euro 3 mentre solo il 23% della flotta utilizza carburante ad impatto ambientale ridotto;

- La lunghezza della rete di superficie di Roma è di 2.400 chilometri, quella di Milano di 836 km., quella di Torino di 753 km., quella di Napoli di 441 km.

- Atac SpA, di proprietà 100% Comune di Roma, perennemente sull’orlo del fallimento (soltanto 1 passeggero su 3 paga il biglietto), gestisce il servizio di trasporto pubblico con i suoi 11.200 dipendenti ed è il primo operatore della mobilità urbana in Italia. 


Questa sintetica fotografia ci invita ad una prima considerazione: se Roma ha il più alto numero di vetture private circolanti, reti di trasporto insufficienti e mezzi di trasporto inadeguati ed altamente inquinanti, sarà mai possibile raggiungere almeno una parte degli obiettivi previsti dal Nuovo Piano della Mobilità sostenibile?


Tornando alle opere previste nel Piano della mobilità sostenibile che non ci convincono in pieno, vogliamo dedicare particolare attenzione alla “funivia Casalotti- Battistini”, cavallo di battaglia della Raggi già nel 2016, per tentare di comprendere in che misura tale opera inciderà sul sistema trasportistico oggi in funzione nel quadrante nord-ovest della città.


La funivia dovrebbe correre lungo un percorso di circa 4 chilometri dal capolinea di Casalotti a quello di Battistini, con cinque stazioni intermedie, per una capacità totale di 3.600 passeggeri l’ora (le cabine potranno ospitare 10 persone) e con una frequenza di passaggio delle cabine di 10 secondi. Il tracciato di circa 4 km. è sorretto da 41 piloni, passa sopra il GRA ed attraversa i quartieri di Torrevecchia, Montespaccato e Collina delle Muse con un tempo di percorrenza complessivo di 18 minuti: costo dell’opera 109,5 milioni di euro.


Le nostre perplessità si basano principalmente sulla ridotta capacità trasportistica che non aiuterebbe in maniera significativa il decongestionamento del traffico veicolare del quadrante interessato e sull’opportunità di impegnare queste risorse per un progetto essenziale quale il prolungamento della metropolitana da Battistini a Casalotti che per buona parte del tracciato potrebbe correre in superficie.


La sindaca Raggi, che nel 2017 annunciava l’entrata in servizio della funivia nel 2021, ora annuncia che il progetto sarà inserito dal governo nel Recovery Plan e che la gara per la realizzazione partirà nel 2022 , cioè dopo le elezioni del Comune di Roma.


Stupefacente appare la risposta della Raggi su facebook ad un cittadino romano che, criticando il progetto della funivia, invitava la sindaca ad impegnare le risorse sul prolungamento della metropolitana:……”le due opere non sono incompatibili anche perché la funivia qualora non dovesse più servire si smonta e si può rimontare da un’altra parte……quindi la funivia può benissimo essere un mezzo di transizione in attesa della futura metropolitana”. 


Quando si dice avere le idee chiare!




Noi pensiamo che:


- Roma è città complessa per la presenza del parco archeologico più grande del mondo, per uno sviluppo urbanistico disordinato degli ultimi decenni, per la presenza dello Stato Vaticano, di tutti i livelli istituzionali, delle rappresentanze straniere, ecc.  ma non deve nascondersi dietro tutto ciò perché solo la realizzazione di interventi infrastrutturali, quali le reti metropolitane ed in generale la cosiddetta “cura del ferro”, possono migliorare in maniera decisa la qualità della vita dei suoi cittadini; 

- ancorchè negli ultimi anni sia emersa una coscienza più rispettosa dell’ambiente, permangono forti criticità connesse al consumo di suolo pubblico (senza un’azione decisa rivolta al recupero e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente) con dinamiche insediative e residenziali che troppo spesso si sono sviluppate senza il necessario coordinamento con il sistema della mobilità;

- dovrà essere impedito qualsiasi ulteriore insediamento residenziale e commerciale che non presenti il piano settoriale di mobilità: quali sono i collegamenti con il quadrante della città interessato, quali sono i mezzi di trasporto pubblico, quanti sono i parcheggi rispetto ai residenti, ecc.;

- il problema del traffico a Roma, tra le prime città del mondo per ore perse in strada, si potrà risolvere, almeno in parte, solo con un mix armonico di interventi pubblici e di comportamenti privati: vanno ripensati e diversificati gli orari delle attività che generano traffico (uffici, scuole, negozi, ecc.), va aumentata e migliorata l’offerta del trasporto pubblico e va limitato il traffico privato;

- la città ha bisogno di ulteriori parcheggi di scambio per facilitare il passaggio da un mezzo di trasporto privato ad un mezzo di trasporto pubblico; in una città come Roma, caratterizzata dalla predominanza del trasporto automobilistico e da un alto pendolarismo tra l’area metropolitana e quella all’interno del GRA, i parcheggi di scambio costituiscono un elemento essenziale nel governo del trasporto sostenibile e contribuiscono alla diminuzione degli impatti ambientali del traffico automobilistico favorendo la riduzione dei problemi di accessibilità e congestione della città.

- il principio di funzionamento di tali parcheggi è di limitare al perimetro più esterno       del territorio urbano l’uso del mezzo proprio e favorire nelle aree centrali il trasporto pubblico in modo che gli automobilisti in arrivo dalle periferie o dai comuni limitrofi hanno la possibilità di lasciare l’auto nei parcheggi di scambio serviti da autobus, tram, ferrovie urbane e metropolitane, che li conducono direttamente al centro città.;

- si potrebbero riesaminare ipotesi progettuali che si sono succedute negli anni, forse frettolosamente abbandonate tra cui, solo a titolo di esempio, vogliamo ricordarne uno degli anni 2000/2001, il corridoio della mobilità e cioè l’ipotesi di una metro leggera che, correndo in superficie sulla laterale di Via Cristoforo Colombo avrebbe collegato con un percorso di 9 minuti e poche fermate Tor de’ Cenci alla metro Eur. Oggi, alla luce della annunciata trasformazione della via Pontina in una sorta di autostrada e delle crescenti criticità di mobilità nel quadrante compreso tra la via Pontina e la Colombo, che risulta tra i più congestionati dell’area urbana soprattutto negli orari di punta, il corridoio della mobilità unito ad un grande parcheggio di scambio avrebbe potuto dare una risposta concreta e forse risolutiva;

- Il Progetto Tevere Navigabile, di cui si discute da oltre 30 anni, dovrà rappresentare il fiore all’occhiello della nuova amministrazione capitolina: rendere il fiume Tevere navigabile attraverso un itinerario unico al mondo che attraversa secoli di storia, porterebbe Roma al livello delle altre capitali europee come Parigi, Vienna, Budapest. Un’opera strategica ed innovativa, oggi realizzabile con i fondi del recovery plan (300 milioni di euro) che il governo invierà all’Europa, con battelli elettrici lungo un percorso di circa 60 chilometri fino al mare, a disposizione di cittadini e turisti.


domenica 23 maggio 2021

SITUAZIONE DEI RIFIUTI A ROMA

Cari amici del Blog IL TUO APPROFONDIMENTO. Come ormai è notorio, nel prossimo autunno a Roma si terranno le elezioni amministrative che dovranno indicare il nome del prossimo sindaco (o sindaca come adesso si dice), la relativa giunta nonché la composizione del Consiglio Comunale.

Il nostro Blog (parlo al plurale perché spero e lo sentiate anche vostro) è un blog di approfondimento su tematiche relative alla società, alla cultura, al lavoro, alla salute, alla scienza e alla tecnologia.

Pertanto, è pacifico che anche la politica (quella buona politica che tutti noi speriamo che esista ancora), può e deve entrare nel dibattito con scambio di opinioni che naturalmente, qualora dovessero risultare negative, aggressive, violente, razziste o sessiste, verranno immediatamente cassate.

Per il momento c’è un’Associazione, attiva a Roma, che si chiama Ripartiamo Adesso, che sta muovendosi con una serie di riflessioni su molti argomenti che riguardano la vita della Capitale.

Pertanto ho pensato di fare cosa gradita nel segnalare le varie tematiche così come mi sono state proposte, senza modifica alcuna. Starà poi a voi decidere se entrare nel dibattito o meno. 

Il primo argomento è quello dei RIFIUTI.

A tal proposito, l’Associazione si esprime in tal senso:

A Roma ci troviamo ciclicamente di fronte a un’emergenza rifiuti.

Le cause sono molteplici e principalmente riconducibili alla fragilità del sistema impiantistico che, risultando notevolmente sottodimensionato, è chiamato a lavorare sempre al massimo delle possibilità per cui alla rottura o momentanea indisponibilità anche di una sola linea il sistema collassa.

Dalla storica chiusura di Malagrotta, la più grande discarica d’Europa, sono trascorsi 6 anni che hanno prodotto il nulla: sei cambi del consiglio di amministrazione di Ama, impianti mai rinnovati e in fiamme (Salario e Rocca Cencia) e piani industriali che ci riportano indietro nel tempo, dalla teoria del “rifiuto zero” alle “nuove discariche”.

Anche il nuovo piano regionale dei rifiuti 2019/2025, che doveva rappresentare  l’occasione perfetta per correggere le carenze  individuate in passato, sembra essere poco più di un libro dei sogni sia perché la previsione di chiusura del ciclo dei rifiuti entro il 2025 presuppone che vengano realizzati impianti di trattamento, sia perché la previsione di raccolta differenziata al 70% sconta la situazione di Roma che raggiunge a stento il 42%, sia perché la riduzione dei rifiuti si scontra con la dura realtà che certifica il contrario. 

A Roma, secondo un report di Ama, esistono oltre 1.000 discariche abusive di cui 10 di grandi dimensioni che, nonostante i gravi danni ambientali, vengono tollerate per evitare che il sistema collassi ed ogni giorno vengono abbandonate in strada circa 500 tonnellate di rifiuti delle 3.000 prodotte.

La Regione Lazio produce circa 2,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati all’anno (di cui Roma il 58% = 1,7 milioni) che devono trovare, passando dal trattamento meccanico biologico, collocazione impiantistica e quindi termovalorizzatore o discarica ma Roma, contrariamente alle altre province, non ha un sistema di impianti capace di chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti urbani.

Il 44% dei rifiuti prodotti da Roma viaggia in tutta Italia e all’estero (solo verso l’Austria viaggiano treni colmi di 100.000 tonnellate di scarti ogni anno) con costi decisamente superiori rispetto a quelli sostenuti con il conferimento presso i nostri impianti. 


Solo per avere un’idea, il costo presso i nostri impianti è di circa 100 euro a tonnellata contro i 130 della spedizione a cui vanno aggiunti i costi del trasporto: questi vagoni attraversano le Alpi e terminano la loro corsa a Zwentendorf, vicino Vienna, dove i rifiuti vengono trattati e trasformati in “hot flue gas” fino a fornire energia elettrica a 170 mila abitazioni della bassa Austria.

Comunque, seppur dopo anni di polemiche tra Comune di Roma e Regione Lazio, si era finalmente giunti all’individuazione di Monte Carnevale quale sito per allestire la discarica di servizio necessaria al funzionamento del sistema ma un esposto alla Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo sulla decisione contraddittoria della Giunta capitolina (che strano!) con il sospetto che lo scenario si sia evoluto a vantaggio di privati, ha nuovamente bloccato la procedura  e  gli arresti delle ultime ore hanno portato alla revoca della delibera con conseguenze negative facilmente prevedibili: è il gioco dell’oca!

Un’ultima nota di colore riguarda la flotta aziendale Ama che presenta notevoli criticità dovute per lo più alla vetustà dei mezzi in servizio e che raggiunge appena una disponibilità giornaliera del 60%; se a questa criticità si sommano i passaggi per la raccolta diradati perché non c’è capienza negli impianti di trattamento il quadro appare drammaticamente completo, altro che i proclami della Raggi: raggiungeremo l’obiettivo della raccolta differenziata al 70% entro il 2021.

Purtroppo il tema “rifiuti di Roma” è stato più volte ospite anche di prestigiose testate giornalistiche internazionali, qualche anno fa una giornalista della Bbc trasmettendo un servizio da Campo dei Fiori, tra scatoloni vuoti e sacchi di spazzatura, affermò: questo posto ha un problema di rifiuti, è difficile da credere ma questo posto è Roma, una delle città più belle del mondo.

Il prossimo Sindaco sarà chiamato ad assumere decisioni forti, che non potranno accontentare tutti i cittadini, perché i cittadini vogliono che il problema venga si risolto ma che l’eventuale impianto sia comunque lontano da casa loro e questa è la prima causa che ha sempre condizionato il decisore politico. 

Il Sindaco del fare, come lo vogliamo chiamare, dovrà quindi prestare più attenzione alla soluzione dei problemi e meno agli interessi elettorali per diventare il regista del nuovo film “la grande bellezza” dopo la Raggi, regista del film “la grande monnezza.”


Noi pensiamo:


- i rifiuti debbono essere tema di sicurezza nazionale, per cui il Governo dovrà adottare un provvedimento per obbligare le Regioni a completare il sistema impiantistico per il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani e speciali per far si che ogni regione diventi autosufficiente entro un tempo ben definito.

- Il Governo dovrà assegnare alle Regioni un termine di 6 mesi per aggiornare il piano dei rifiuti indicando quanti e quali impianti necessitano per chiudere il ciclo rifiuti e raggiungere l’autosufficienza.

- I Comuni interessati entro 3 mesi devono localizzare l’area o le aree per realizzare i nuovi impianti e diventare autosufficienti.

- non sono ammesse deroghe e/o ritardi da parte delle amministrazioni locali se non per casi eccezionali non prevedibili ed eventuali ricorsi non bloccano le procedure.

- le gare per la realizzazione degli impianti devono avere una procedura celere anche in deroga alla normativa vigente.

- se alle rispettive scadenze indicate la regione o i comuni non ottemperano a quanto richiesto, il governo nomina un Commissario con poteri che scavalcano quelli della regione o dei comuni.

- potrebbe essere comunque opportuna la nomina di un Commissario per i rifiuti estraneo alla politica in modo da superare gli interessi elettorali, le criticità e le lungaggini burocratiche.



sabato 15 maggio 2021

IL RADIESTESISTA

Cosa accomuna un funzionario statale con un Maresciallo dei Carabinieri in pensione, una violinista e una serie di omicidi?

Forse poco o forse tutto specie se il funzionario statale è un sensitivo e appassionato di radiestesia.

Italo Mannini, il protagonista, si sveglia sovente in preda a incubi nel corso dei quali assiste impotente a dei crimini efferati.

Si tratta di incubi di un realismo impressionante e riguardano prevalentemente omicidi che poi vengono confermati nei giorni successivi dai mass media.

Deciso a fare chiarezza, si immerge nella ricerca della verità con l’ausilio di un pendolo in quanto è un esperto radiestesista.

Naturalmente non fa mistero di quello che gli accade al suo amico Gennaro Scognamiglio, Maresciallo dei Carabinieri da poco collocato a riposo.

Le ricerche radiestesiche di Italo riescono a portare interessanti elementi che però vengono presi con scetticismo dal Capitano dei Carabinieri Luigi De Girolamo, che sta effettuando le indagini, al quale si rivolge presentato proprio dal suo amico Gennaro.

Nel frattempo la vita di Italo scorre nella sua quotidianità tra il lavoro, il bellissimo rapporto con la sua collega Martina, il suo cagnolino Carletto, la palestra e la donna dei suoi sogni, Lara.

 

Questo è il terzo libro scritto da Stefano Innocentini (i precedenti sono DENTRO LA TANA DEL LUPO e L’ULTIMA BATTAGLIA DI UN ARDITO) ed è in vendita su Amazon sia in formato cartaceo che Kindle.

Dopo averlo acquistato e letto, sarà gradita una positiva recensione.

 

domenica 7 febbraio 2021

La relazione nella coppia e nella famiglia

 


relazione nella coppia e nella famiglia

 

"La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda, e vede i due miracoli più belli che ha fatto: donare la vita e donare l’amore".

                                                    (San Giovanni Paolo II)

In questo momento desidero offrire degli spunti di riflessione sul valore della famiglia e della relazione nella coppia e nella famiglia.

Parto dalla mia esperienza personale come consulente familiare a Roma che si occupa del singolo, della coppia e della famiglia.

Il lavoro del consulente familiare è quello di aiutare la persona ad esplorare il suo mondo per individuare le risorse necessarie e certamente presenti in lui/lei, idonee ad uscire dallo stato di disagio, malessere e confusione ed essere capace di riprogettarsi in modo nuovo.

Non a caso il consulente familiare è definibile anche come un facilitatore del processo di crescita della persona.

La vita è un intreccio di rapporti, alcuni buoni, altri cattivi. Grazie a queste relazioni si superano lo stadio infantile, le difficoltà dell'adolescenza e ci si incammina verso la maturità.

Nella relazione nella coppia e nella famiglia, la relazione fa conoscere la sconfitta, insegna a sopportare la perdita e a vincere la paura, aiuta a sradicare il timore di amare. Sono ancora oggi la maggior fonte di stimolo, mantengono l'uomo aperto, curioso e desideroso di imparare dal cambiamento.

Tutti abbiamo bisogno uno dell'altro. Ma se i rapporti falliscono non vuol dire che si è malvagi o avere aspettative non realistiche. Una relazione è positiva se incoraggia una crescita ottimale del corpo, della mente e dello spirito.

Se un legame diventa distruttivo, mette a repentaglio la dignità, impedisce di crescere, deprime e demoralizza in continuazione, anche se si è tentato in tutti i modi di impedirne il fallimento, forse necessita di una più profonda riflessione.

Essere uniti significa essere due entità in intimità tra loro, con la propria unicità. L'amore è interazione dinamica, vissuta in ogni attimo della vita, è possibile donarlo solo spontaneamente, con un atto di chiara volontà.

L'altro non è una entità fisica o una "cosa" da comprare, né d'altro canto l'amore può essere imposto oppure estorto. Amore vuol dire fiducia, un amore pronto ad accogliere tutto ciò che gli viene offerto, l'amore che esige una contropartita porta con se il dolore.

Si ama perché si vuole amare, perché amare dà gioia, perché si sa che dall'amore dipende la scoperta e la realizzazione di se stessi.

L'uomo che crede in sé nutre fiducia anche negli altri. Il potenziale dell'amore è sconfinato.

Pertanto non sorprende che si incontrino delle difficoltà nell'esprimere un sentimento profondo e complesso come l'amore. All'uomo riesce arduo tradurre in parole ciò che prova.

L'amore è paziente e sa attendere, ma è un'attesa non uno status passivamente remissivo, poiché si offre incessantemente in un rapporto di scambio e di reciproca rivelazione.

L'amore è spontaneo e implora di potersi esprimere attraverso la gioia, la bellezza, la verità. Perfino attraverso le lacrime. L'amore esige libertà, è un libero scambio di dare e avere.

Tuttavia l'amore necessita di libertà anche per crescere ed evolversi. Ogni individuo che si realizzi attraverso l'amore trova una via personale e soggettiva per concretarlo ed esprimerlo; ma non si può costringere l'altro a seguire lo stesso percorso.

Al contrario, si deve esortare a trovare la propria strada. Per amare gli altri dobbiamo amare noi stessi. Possiamo donare agli altri solamente ciò che possediamo in proprio.

Non possiamo dare ciò che non abbiamo appreso e sperimentato di persona. Amare noi stessi non si traduce in una visione egocentrica e ossessiva della propria realtà. Amare noi stessi significa avere a cuore la propria persona, provare nei confronti di se stessi interesse, rispetto, giusta attenzione.

L'uomo ama se stesso quando si vede nella sua realtà, quando mostra di apprezzare ciò che vede, ma soprattutto quando vive come una sfida esaltante la prospettiva di ciò che è in grado di diventare.

È solo una sana relazione che permette di sviluppare le potenzialità insite in ognuno di noi e anche nella famiglia è centrale l’instaurarsi di una sana relazione.

Nel mio lavoro di consulente familiare oggi, sempre più, mi trovo ad ascoltare genitori che vivono un disagio con il proprio figlio con cui non riescono più a comunicare, a rapportarsi e molto spesso mi chiedono “Cosa devo fare?” “Come bisogna comportarsi?” “Cosa è giusto?” “Cosa è sbagliato?”, nella speranza che esista un modello ideale di genitore, che si possa apprendere, al quale conformarsi per avere la garanzia che il proprio figlio diventi quell’adulto perfetto tanto desiderato e magari per sentirsi dei genitori perfetti.

È importante precisare che non esiste il “genitore perfetto” ma una persona che si è impegnata il più possibile in questo “mestiere” e che ha fatto tutto ciò che ha potuto per essere efficace nei suoi intenti educativi. Essere genitori significa considerare il proprio figlio come una persona distinta e separata, con la propria personalità, identità, con il proprio mondo, i propri bisogni e pensieri.

Ecco perché è importante accompagnare, seguire e sostenere con amore la crescita del proprio figlio senza sostituirsi a lui ma lasciandolo libero di crescere e maturare autonomamente e divenire adulto.

Un buon genitore è colui che sa ascoltare, aspettare, che sa amare il proprio figlio e coglierlo nella sua diversità anche se non corrisponde alle sue aspettative, ai suoi desideri.

La famiglia pur essendo formata da più individui e tutti con la propria specifica e distinta personalità, è al tempo stesso unità inscindibile, è un insieme in cui le capacità del singolo, e quindi la sua personalità irripetibile, sono fondamentali, ma devono contribuire alla riuscita di un risultato comune.

La famiglia è il luogo dei sentimenti e il risultato risiede nello stare bene insieme, avere una sana relazione.

Può capitare che proprio i genitori neghino una relazione come modalità per punire: la mamma quando il figlio piccolo non ubbidisce gli distoglie lo sguardo, non lo ascolta, non gli parla interrompendo così la relazione.

È proprio nella relazione che il ragazzo si confronta, si identifica, conosce, apprende, impara osservando. Don Bosco diceva “Non basta che amiate i ragazzi, occorre che si sentano amati”.

Non è possibile educare i figli se prima non si crea una relazione con loro e una relazione si stabilisce solo quando si conosce l’altro e si conosce l’altro solo quando lo si ascolta, lo si comprende. L’uomo è un essere relazionale.

Egli di fatto nasce, cresce e si sviluppa solo se è in relazione, è una dimensione indispensabile che permette all’uomo di mettersi in rapporto con sé, con gli altri, con il mondo e con Dio.

Si può dire che la famiglia è uno spazio relazionale vitale e fondamentale per l’essere umano. Nella crescita di un bambino sano, ciò che conta è la qualità del rapporto che i genitori hanno con lui, la centralità è la relazione fra le figure genitoriali ed il bambino che cresce.

Dott.ssa Angela Sgambati

(Psicologa e Consulente Familiare)

sabato 23 gennaio 2021

L' ULTIMA BATTAGLIA DI UN ARDITO

Chi erano gli Arditi? In quale contesto storico sono stati creati e quali erano i loro compiti? 

Sono stati così determinanti nel corso delle due guerre mondiali? E ancora, si può morire a soli venticinque anni falciato da una raffica di mitragliatrice a guerra ormai terminata? 

La Battaglia di Monte Casale si sarebbe potuta evitare? E come? 

A queste e altre domande l’autore cerca di rispondere prendendo spunto dall’eroico sacrificio di suo zio Erigo Benedetti, un Ardito deceduto in battaglia il pomeriggio del 30 aprile 1945 e decorato con la medaglia d’Argento al Valore Militare alla Memoria. 

Suo zio morì proprio nella battaglia di Monte Casale ed ebbe il tempo, prima di spirare, di lanciare un ultimo forte grido: “Viva l’Italia”.


venerdì 20 novembre 2020

LA LETTURA E LA SCRITTURA

Sembra che il mondo si sia rovesciato: un tempo chi sapeva leggere ne approfittava principalmente per mettere a frutto questo dono, imparato con sacrificio sui banchi di scuola, ed è così che, soldi permettendo, si acquistavano libri che venivano divorati con passione terminandone uno e iniziandone un altro. Adesso, purtroppo, siamo diventati un po’ tutti più presuntuosi: pretendiamo di scrivere romanzi, racconti di vario genere, saggi e quant’altro, avendo al nostro attivo una scarsissima esperienza di lettura e questo è deleterio. A mio avviso non si può essere un bravo scrittore se non si è prima un accanito lettore. È nell’ordine delle cose, ma alle nuove generazioni questo particolare di non poco conto sfugge inesorabilmente. Certo, non tutto è male per carità e la mia vuole essere più che una critica una considerazione sul mondo della scrittura e della lettura che, come detto, devono andare di pari passo se si vogliono ottenere dei risultati quantomeno adeguati.

(Brano tratto dal libro "Dentro la tana del lupo" di
Stefano Innocentini
)

LETTERA A ELVIRA NEL GIORNO DEL SUO FUNERALE

Carissima mamma Elvira,

come vedi ti chiamo mamma, così come desideravi essere chiamata da me negli ultimi tempi visto che, come spesso ripetevi, io per te ero come un terzo figlio.
Io non posso che ringraziarti per quanto hai fatto per me sin da quando ci siamo conosciuti.
- GRAZIE a te e, al tuo amato marito Vito, per avermi accolto nella vostra casa con le braccia aperte sin da quando, ancora ragazzo, mi sono presentato da voi per farmi conoscere come il fidanzato di Angela;
- GRAZIE per avermi amato e sostenuto in tutti i momenti della mia vita, dai più belli a quelli più brutti e difficili;
- GRAZIE anche per le litigate che a volte facevamo salvo poi, dopo pochi minuti, ritrovarci in piena sintonia e senza alcun rancore;
- GRAZIE per le bellissime e lunghissime chiacchierate che abbiamo fatto, soprattutto negli ultimi tempi, quando il telefono era rimasto per te l’unico collegamento quotidiano con il mondo;
- GRAZIE per come hai affrontato con dignità questo ultimo anno della tua vita pieno di difficoltà e sofferenza. Sei stata per noi tutti un grande esempio;
- GRAZIE per esserti sempre occupata del prossimo, dei membri della tua famiglia, delle amiche e dei conoscenti. Anche durante questo ultimo ricovero in più riprese hai sempre chiesto di loro preoccupandoti di come stavano e chiedendo di salutarli.
Eri dotata di una intelligenza notevole e di una enorme saggezza e io ho sempre fatto il possibile per ascoltare e mettere in pratica i tuoi consigli.
Ti confesso che ancora non mi rendo conto che tu sei salita al cielo e non sei più tra di noi.
Mi consola sapere che adesso, come avresti detto tu, sei nel mondo della verità e ti sei ricongiunta al tuo amato marito e insieme ci guardate da lassù.
Ti voglio bene, mamma Elvira!

Roma, 10 novembre 2020

mercoledì 21 ottobre 2020

venerdì 22 maggio 2020

SONO VERAMENTE SCRITTORI?


Forse ho fatto la scoperta dell’acqua calda, non saprei…ma navigando su internet ho scoperto persone che offrono costosissimi corsi di Self Publishing su Amazon e che insegnano a guadagnare lauti compensi (così dicono loro) anche a chi non ha mai scritto una riga in vita sua.
In buona sostanza, il meccanismo è il seguente: vi sono dei servizi a pagamento che, per qualche centinaia di euro, scrivono per te un libricino (solitamente non sono di molte pagine, poco più di venticinque), direttamente in lingua inglese (preferibilmente l’inglese parlato in America per avere più pubblico) creando una copertina accattivante e fornendoti le istruzioni per l’uso, ovvero come trovare le migliori parole chiave per fare in modo che il libro venga rintracciato facilmente dal motore di ricerca interno di Amazon e a quale prezzo metterlo in vendita (solitamente pochissimi dollari).
In pratica, il presunto autore, non ha scritto una parola e solitamente non è neanche a conoscenza del contenuto del suo libro. Per lui è solo un modo per fare affari.
Intendiamoci, è tutto legale e da quello che so Amazon cerca di arginare, per quanto possibile, il fenomeno che comunque è in piena crescita.
Tra l’altro, Amazon sta cercando di arginare anche un altro fenomeno altrettanto deleterio ovvero quello delle false recensioni.
Questo perché vi sono dei modi per aggirare Amazon (che comunque si difende molto bene ed esercita un controllo severo su questo aspetto) e scrivere delle bellissime recensioni su un determinato libro oppure, cosa ancora più squallida, scrivere appositamente delle recensioni negative nei confronti di uno scrittore emergente per fargli crollare le vendite.
Ecco, scusate lo sfogo, ma tutto questo, mi chiedo e vi chiedo, cosa ha a che fare con la scrittura? Queste persone che pubblicano libri su commissione in una lingua che non conoscono, possono essere considerati scrittori indipendenti?
Per nostra fortuna il fenomeno è principalmente circoscritto al mercato in lingua inglese, sempre per il motivo che ormai l’inglese è la lingua più parlata al mondo e si possono raggiungere un’infinità di potenziali clienti, ma questi soggetti possono definirsi scrittori?
Per quanto mi riguarda so per esperienza che scrivere un libro (io al momento ne ho scritti due DENTRO LA TANA DEL LUPO E L’ULTIMA BATTAGLIA DI UN ARDITO, entrambi pubblicati su Amazon sia in formato cartaceo che Kindle) e posso assicurarvi che è veramente molto molto impegnativo.
Devi metterti davanti al computer molte ore al giorno e faticare tantissimo anche perché, se vuoi veramente essere indipendente, devi leggere e rileggere la bozza, correggere eventuali errori di battitura, formattarla secondo certi criteri molto diversi tra il formato cartaceo e quello elettronico, e così via.
Per oggi mi fermo qui. Sarò lieto di avere dei vostri pareri in merito a quello che ho scritto. Un saluto a tutti e buona giornata.



sabato 16 maggio 2020

L'ULTIMA BATTAGLIA DI UN ARDITO

Who were the Arditi? In what historical context were they created and what were their tasks? Were they so crucial during the two world wars? And again, can one die at the age of twenty-five mowed down by a barrage of machine gun after the war has ended? Could the Battle of Monte Casale have been avoided? And how? The author tries to answer these and other questions by taking inspiration from the heroic sacrifice of his uncle Erigo Benedetti, an Ardito who died in battle on the afternoon of 30 April 1945 and decorated with the Silver Medal for Military Valor to the Memory. His uncle died in the battle of Monte Casale and had the time, before expiring, to launch a last loud cry: "Long live Italy".
(Italian version)

Available on Amazon in Kindle format and in paper format.

DENTRO LA TANA DEL LUPO

This book, previously published under the title "Darkness, light and forgiveness" and written by Stefano Innocentini, is now re-proposed with a new title and some changes inside it. The author, in telling the story of his life, a series of questions arises starting with the principal: can the family become the lair of their tormentors for a child? And again: is it possible that for years and years, since childhood, a child has found himself totally alone and in the hands of parents that defining violence is little? Why has no one ever intervened to stop this daily massacre? What harmful consequences have these daily gestures of true cowardice had on the boy's physique and psyche? It is a sincere, true book, at times raw and precisely for these characteristics, the reader who will be called to deal with a reality that perhaps never imagined that it could exist. (Italian version).

Available on Amazon in Kindle format and in paper format.