Visualizzazione post con etichetta John Turturro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta John Turturro. Mostra tutti i post

sabato 16 marzo 2019

CINEMA E CULTURA VARIA: GLORIA BELL

Con un colpo di genio Sebastián Lelio ha girato il remake americano del suo precedente successo “Gloria”, film cileno.
L’aver trovato l’interprete ideale in Julianne Moore lo ha sicuramente stimolato.
Deve essere una grande soddisfazione per un regista tessere quegli ingredienti, sulla stessa sceneggiatura precedente, che danno un altro ritmo al film: Gloria Bell risulta sicuramente più fruibile del precedente e Julianne Moore interpreta una donna che fa un percorso di crescita personale, trovando un suo modo di essere senza doversi appoggiare ad uomo.
Sebastián Lelio continua col suo film, in uscita il 7 marzo, la sua ricerca sulle Donne; questi personaggi femminili, che ci fa amare, hanno una carica e una resilienza invidiabili e sono messi spesso a paragone con uomini irrisolti. Perfino i personaggi maschili di contorno sono uomini depressi o che hanno perso le coordinate, come l’inquilino del piano di sopra, urlante a qualsiasi ora: “Sarebbe meglio non essere mai nati”.
Una curiosità: il figlio di Gloria, anch’egli con problemi, dovuti ad una moglie egocentrica, è interpretato da Michael Cera, il ragazzo di Juno.
Il grande John Turturro, per quanto possa fare tenerezza, è un uomo sul quale non si può contare, un uomo che si tira indietro anche di fronte alla vera passione; parlando delle figlie lo sentiamo tristemente dire: “Non mi vedono come una persona, ma come loro padre, non si sono mai realmente occupate di me”
La storia è ambientata con frasi e osservazione tipiche della società americana:
“Ti sei rifatta?” chiede alla nostra eroina una donna incontrata a una festa; a tavola si parla di armi e responsabilità, del fatto che il mondo sta andando sempre peggio, a picco: “Siamo seduti sulle poltrone del Titanic” dirà a tavola l’ennesimo personaggio maschile non certo ottimista. E in questa conversazione già Gloria tira fuori la sua grinta dicendo che, se si appresta la fine del mondo, amerebbe andarsene ballando.
Sebbene girato molto in interni e in locali serali, salta all’occhio lo sfarzo di questa pellicola rispetto alla precedente, qui non è un tormento doloroso a far maturare il personaggio, piuttosto una scintilla di vitalità.
Lasciamo parlare il regista: “GLORIA BELL è come la cover di una melodia creata insieme, suonata in un momento nuovo, in un nuovo contesto e da una band nuova. Abbiamo fatto del nostro meglio per rendere omaggio alle scoperte e al DNA del film originale. Allo stesso tempo, però, ci siamo messi alla ricerca di nuove tonalità, vibrazioni e gemme preziose. L’abbiamo fatto per la gioia di fare un film, per l’entusiasmo che il rischio ci dava e perché rappresentava una sfida artistica. Era un atto di libertà. GLORIA BELL è un ritratto femminile molto intenso e incisivo. Vediamo questa donna in ogni ripresa. Ogni singola scena racconta la sua esistenza nel mondo, momento dopo momento. Gloria è una sorta di personaggio secondario nella vita di chi la circonda, e il gioco del film è quello di trasformare quel personaggio secondario in un protagonista assoluto”. Ne risulta un nuovo ritratto femminile, di diversa sensibilità, impreziosito da famosi grandi interpreti, da una colonna sonora originale di spessore e da alcune delle più belle canzoni degli anni ’80, tra cui, l’intramontabile da 40 anni, Gloria di Umberto Tozzi nella versione di Laura Branigan.
Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di vedere all’opera un regista che plasma il suo stesso film per un remake; se avete perso il precedente non perdete questa occasione, se l’avete visto, la curiosità vi spinga: siamo di fronte ad un’opera completamente diversa.

Antonella D’Ambrosio



ATTENZIONE: Non dimenticarti di lasciare la tua e-mail nell’apposito spazio a destra per ricevere gli aggiornamenti e postare un commento qui sotto. Grazie.