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domenica 23 maggio 2021

SITUAZIONE DEI RIFIUTI A ROMA

Cari amici del Blog IL TUO APPROFONDIMENTO. Come ormai è notorio, nel prossimo autunno a Roma si terranno le elezioni amministrative che dovranno indicare il nome del prossimo sindaco (o sindaca come adesso si dice), la relativa giunta nonché la composizione del Consiglio Comunale.

Il nostro Blog (parlo al plurale perché spero e lo sentiate anche vostro) è un blog di approfondimento su tematiche relative alla società, alla cultura, al lavoro, alla salute, alla scienza e alla tecnologia.

Pertanto, è pacifico che anche la politica (quella buona politica che tutti noi speriamo che esista ancora), può e deve entrare nel dibattito con scambio di opinioni che naturalmente, qualora dovessero risultare negative, aggressive, violente, razziste o sessiste, verranno immediatamente cassate.

Per il momento c’è un’Associazione, attiva a Roma, che si chiama Ripartiamo Adesso, che sta muovendosi con una serie di riflessioni su molti argomenti che riguardano la vita della Capitale.

Pertanto ho pensato di fare cosa gradita nel segnalare le varie tematiche così come mi sono state proposte, senza modifica alcuna. Starà poi a voi decidere se entrare nel dibattito o meno. 

Il primo argomento è quello dei RIFIUTI.

A tal proposito, l’Associazione si esprime in tal senso:

A Roma ci troviamo ciclicamente di fronte a un’emergenza rifiuti.

Le cause sono molteplici e principalmente riconducibili alla fragilità del sistema impiantistico che, risultando notevolmente sottodimensionato, è chiamato a lavorare sempre al massimo delle possibilità per cui alla rottura o momentanea indisponibilità anche di una sola linea il sistema collassa.

Dalla storica chiusura di Malagrotta, la più grande discarica d’Europa, sono trascorsi 6 anni che hanno prodotto il nulla: sei cambi del consiglio di amministrazione di Ama, impianti mai rinnovati e in fiamme (Salario e Rocca Cencia) e piani industriali che ci riportano indietro nel tempo, dalla teoria del “rifiuto zero” alle “nuove discariche”.

Anche il nuovo piano regionale dei rifiuti 2019/2025, che doveva rappresentare  l’occasione perfetta per correggere le carenze  individuate in passato, sembra essere poco più di un libro dei sogni sia perché la previsione di chiusura del ciclo dei rifiuti entro il 2025 presuppone che vengano realizzati impianti di trattamento, sia perché la previsione di raccolta differenziata al 70% sconta la situazione di Roma che raggiunge a stento il 42%, sia perché la riduzione dei rifiuti si scontra con la dura realtà che certifica il contrario. 

A Roma, secondo un report di Ama, esistono oltre 1.000 discariche abusive di cui 10 di grandi dimensioni che, nonostante i gravi danni ambientali, vengono tollerate per evitare che il sistema collassi ed ogni giorno vengono abbandonate in strada circa 500 tonnellate di rifiuti delle 3.000 prodotte.

La Regione Lazio produce circa 2,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati all’anno (di cui Roma il 58% = 1,7 milioni) che devono trovare, passando dal trattamento meccanico biologico, collocazione impiantistica e quindi termovalorizzatore o discarica ma Roma, contrariamente alle altre province, non ha un sistema di impianti capace di chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti urbani.

Il 44% dei rifiuti prodotti da Roma viaggia in tutta Italia e all’estero (solo verso l’Austria viaggiano treni colmi di 100.000 tonnellate di scarti ogni anno) con costi decisamente superiori rispetto a quelli sostenuti con il conferimento presso i nostri impianti. 


Solo per avere un’idea, il costo presso i nostri impianti è di circa 100 euro a tonnellata contro i 130 della spedizione a cui vanno aggiunti i costi del trasporto: questi vagoni attraversano le Alpi e terminano la loro corsa a Zwentendorf, vicino Vienna, dove i rifiuti vengono trattati e trasformati in “hot flue gas” fino a fornire energia elettrica a 170 mila abitazioni della bassa Austria.

Comunque, seppur dopo anni di polemiche tra Comune di Roma e Regione Lazio, si era finalmente giunti all’individuazione di Monte Carnevale quale sito per allestire la discarica di servizio necessaria al funzionamento del sistema ma un esposto alla Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo sulla decisione contraddittoria della Giunta capitolina (che strano!) con il sospetto che lo scenario si sia evoluto a vantaggio di privati, ha nuovamente bloccato la procedura  e  gli arresti delle ultime ore hanno portato alla revoca della delibera con conseguenze negative facilmente prevedibili: è il gioco dell’oca!

Un’ultima nota di colore riguarda la flotta aziendale Ama che presenta notevoli criticità dovute per lo più alla vetustà dei mezzi in servizio e che raggiunge appena una disponibilità giornaliera del 60%; se a questa criticità si sommano i passaggi per la raccolta diradati perché non c’è capienza negli impianti di trattamento il quadro appare drammaticamente completo, altro che i proclami della Raggi: raggiungeremo l’obiettivo della raccolta differenziata al 70% entro il 2021.

Purtroppo il tema “rifiuti di Roma” è stato più volte ospite anche di prestigiose testate giornalistiche internazionali, qualche anno fa una giornalista della Bbc trasmettendo un servizio da Campo dei Fiori, tra scatoloni vuoti e sacchi di spazzatura, affermò: questo posto ha un problema di rifiuti, è difficile da credere ma questo posto è Roma, una delle città più belle del mondo.

Il prossimo Sindaco sarà chiamato ad assumere decisioni forti, che non potranno accontentare tutti i cittadini, perché i cittadini vogliono che il problema venga si risolto ma che l’eventuale impianto sia comunque lontano da casa loro e questa è la prima causa che ha sempre condizionato il decisore politico. 

Il Sindaco del fare, come lo vogliamo chiamare, dovrà quindi prestare più attenzione alla soluzione dei problemi e meno agli interessi elettorali per diventare il regista del nuovo film “la grande bellezza” dopo la Raggi, regista del film “la grande monnezza.”


Noi pensiamo:


- i rifiuti debbono essere tema di sicurezza nazionale, per cui il Governo dovrà adottare un provvedimento per obbligare le Regioni a completare il sistema impiantistico per il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani e speciali per far si che ogni regione diventi autosufficiente entro un tempo ben definito.

- Il Governo dovrà assegnare alle Regioni un termine di 6 mesi per aggiornare il piano dei rifiuti indicando quanti e quali impianti necessitano per chiudere il ciclo rifiuti e raggiungere l’autosufficienza.

- I Comuni interessati entro 3 mesi devono localizzare l’area o le aree per realizzare i nuovi impianti e diventare autosufficienti.

- non sono ammesse deroghe e/o ritardi da parte delle amministrazioni locali se non per casi eccezionali non prevedibili ed eventuali ricorsi non bloccano le procedure.

- le gare per la realizzazione degli impianti devono avere una procedura celere anche in deroga alla normativa vigente.

- se alle rispettive scadenze indicate la regione o i comuni non ottemperano a quanto richiesto, il governo nomina un Commissario con poteri che scavalcano quelli della regione o dei comuni.

- potrebbe essere comunque opportuna la nomina di un Commissario per i rifiuti estraneo alla politica in modo da superare gli interessi elettorali, le criticità e le lungaggini burocratiche.