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venerdì 22 maggio 2020

SONO VERAMENTE SCRITTORI?


Forse ho fatto la scoperta dell’acqua calda, non saprei…ma navigando su internet ho scoperto persone che offrono costosissimi corsi di Self Publishing su Amazon e che insegnano a guadagnare lauti compensi (così dicono loro) anche a chi non ha mai scritto una riga in vita sua.
In buona sostanza, il meccanismo è il seguente: vi sono dei servizi a pagamento che, per qualche centinaia di euro, scrivono per te un libricino (solitamente non sono di molte pagine, poco più di venticinque), direttamente in lingua inglese (preferibilmente l’inglese parlato in America per avere più pubblico) creando una copertina accattivante e fornendoti le istruzioni per l’uso, ovvero come trovare le migliori parole chiave per fare in modo che il libro venga rintracciato facilmente dal motore di ricerca interno di Amazon e a quale prezzo metterlo in vendita (solitamente pochissimi dollari).
In pratica, il presunto autore, non ha scritto una parola e solitamente non è neanche a conoscenza del contenuto del suo libro. Per lui è solo un modo per fare affari.
Intendiamoci, è tutto legale e da quello che so Amazon cerca di arginare, per quanto possibile, il fenomeno che comunque è in piena crescita.
Tra l’altro, Amazon sta cercando di arginare anche un altro fenomeno altrettanto deleterio ovvero quello delle false recensioni.
Questo perché vi sono dei modi per aggirare Amazon (che comunque si difende molto bene ed esercita un controllo severo su questo aspetto) e scrivere delle bellissime recensioni su un determinato libro oppure, cosa ancora più squallida, scrivere appositamente delle recensioni negative nei confronti di uno scrittore emergente per fargli crollare le vendite.
Ecco, scusate lo sfogo, ma tutto questo, mi chiedo e vi chiedo, cosa ha a che fare con la scrittura? Queste persone che pubblicano libri su commissione in una lingua che non conoscono, possono essere considerati scrittori indipendenti?
Per nostra fortuna il fenomeno è principalmente circoscritto al mercato in lingua inglese, sempre per il motivo che ormai l’inglese è la lingua più parlata al mondo e si possono raggiungere un’infinità di potenziali clienti, ma questi soggetti possono definirsi scrittori?
Per quanto mi riguarda so per esperienza che scrivere un libro (io al momento ne ho scritti due DENTRO LA TANA DEL LUPO E L’ULTIMA BATTAGLIA DI UN ARDITO, entrambi pubblicati su Amazon sia in formato cartaceo che Kindle) e posso assicurarvi che è veramente molto molto impegnativo.
Devi metterti davanti al computer molte ore al giorno e faticare tantissimo anche perché, se vuoi veramente essere indipendente, devi leggere e rileggere la bozza, correggere eventuali errori di battitura, formattarla secondo certi criteri molto diversi tra il formato cartaceo e quello elettronico, e così via.
Per oggi mi fermo qui. Sarò lieto di avere dei vostri pareri in merito a quello che ho scritto. Un saluto a tutti e buona giornata.



mercoledì 22 aprile 2020

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE



 Sono passate ormai alcune settimane da quando ho aperto la pagina Facebook denominata “I miei libri” e rintracciabile a questo link:


Ho avuto il piacere di raggiungere migliaia di persone che hanno interagito mettendo un “Mi piace” oppure scrivendo un commento o, in ultimo, condividendo la pagina (cosa che io reputo veramente importante perché è giusto che le informazioni vengano trasmesse da persona a persona).
La mia riflessione odierna, però, non è tanto basata sul successo della pagina (del quale, come detto, vado orgoglioso) ma sull’utilizzo che se ne fa.
Mi spiego meglio: se la pagina si chiama “I miei libri”, vuol dire semplicemente che è una pagina dedicata alla presentazione dei miei libri e, naturalmente, chiunque può scrivere un parere in merito all’argomento in oggetto.
Ma siamo sicuri che sia una buona tattica quella di scrivere un post ad esempio sul libro “Dentro la tana del lupo” senza prima aver letto il libro?
Oppure arrivare ad oltraggiarsi vicendevolmente per dimostrare via internet di essere al corrente della vita e della storia degli Arditi? (Qui naturalmente appena mi sono accorto dei toni eccessivamente alti ho provveduto a cancellare le ingiurie, Non è questa la pagina giusta e se troverò ancora commenti di stampo razziale o ideologico sarò costretto a segnalare il caso alle autorità competenti),
Perché a questo punto, per pochi euro, non acquistare il libro “L’ultima battaglia di un Ardito” (sempre in vendita su Amazon a prezzi veramente abbordabili) per poi scrivere, successivamente (e ribadisco successivamente) una recensione che possa aiutare gli appassionati di lettura a comprare uno dei due libri?
Di norma è proprio così che si fa. Si legge e successivamente si esprime un’opinione magari direttamente su Amazon.,

Un caro saluto e buona lettura.

Stefano