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domenica 19 aprile 2020

FOLLIA E PREDIZIONE DEL FUTURO

La malattia mentale, con le sue infinite sfaccettature, ha sempre trasmesso diffidenza e paura. 
L’irrazionale che entra nella nostra quotidianità, sia che ci riguardi direttamente che tramite un nostro amico o parente, ci ha sempre spinto verso il sospetto, il preferire di non avere a che fare con la persona sofferente quasi che si trattasse di una malattia contagiosa.
In realtà, questo periodo contrassegnato dal terrore nei confronti del virus Covid-19 (comunemente detto Coronavirus), sta facendo cambiare quasi tutte le nostre abitudini e le basilari norme sociali e, tra le prime regole adottate, abbiamo il cosiddetto distanziamento sociale (stare ad almeno un metro di distanza dalle altre persone) e lavarsi spessissimo e con la massima attenzione le mani, sia con sapone che con prodotti adeguati con base alcolica (alcuni sottolineano anche l’importanza di farsi più frequentemente la doccia).
Soprattutto il rito del lavaggio delle mani #lavaggioritualedellemani lo dobbiamo effettuare più e più volte al giorno e comunque ogni qualvolta riteniamo di aver toccato qualcosa di sporco e potenzialmente contagioso.
Ecco allora la mia riflessione.
Esiste un disturbo mentale, denominato Disturbo Ossessivo Compulsivo (il cui acronimo è D.O.C.), che è un disturbo che si manifesta in molti modi e che, ad ogni buon conto, descrivo nel dettaglio nel mio libro DENTRO LA TANA DEL LUPO (acquistabile su Amazon sia in formato Kindle che cartaceo). #dentrolatanadellupo 
Ebbene, una delle tantissime manifestazioni (che tra l’altro rende la vita di chi ne è affetto alquanto limitata e penosa), è quella della paura di essere contaminati. Questa paura comporta che chi ne è affetto, passi ore e ore a lavarsi scrupolosamente soprattutto le mani e lo fa a volte anche per un tempo che sembra infinito per poi ricominciare alla prima occasione, magari dopo aver toccato qualche altra cosa da lui ritenuta fonte di sporcizia.
Ricordo che tantissimi anni fa un mio collega di nome Salvatore, aveva proprio questa manifestazione del D.O.C. e passava ore e ore al bagno lavandosi le mani, insaponandole per bene per tantissimi minuti e finendo poi con una passata di spirito per disinfettare tutto.
Aveva le mani ormai del tutto consumate ma era più forte di lui. Non ne poteva fare a meno e alla prima occasione ricominciava daccapo.
Perché sto facendo questa riflessione?
Semplicemente perché persone sofferenti come il mio collega sembra quasi che abbiano precorso i tempi. 
D’altronde non è questo che attualmente le autorità ci chiedono di fare per evitare o limitare il diffondersi del contagio?
Allora mi chiedo: queste povere persone sofferenti sono semplicemente delle persone malate, e quindi da curare oppure, almeno in parte, una sorta di veggenti in grado di capire in anticipo quali sono i pericoli che incombono nelle loro vite?
Mi farà piacere avere delle vostre opinioni in merito, nel pieno rispetto di chi soffre di questi disturbi e con una buona notizia per loro: da questi disturbi finalmente se ne può uscire o, perlomeno, si può convivere senza esserne più schiavi. Naturalmente bisogna trovare un’adeguata cura farmacologica e, spesso, unirla una psicoterapia (normalmente di tipo cognitivo-comportamentale) e il tutto combinato con l’affetto e il calore della famiglia e degli amici.
Per approfondimenti consiglio la lettura di questi due libri:
1. IL RAGAZZO CHE SI LAVAVA IN CONTINUAZIONE E ALTRI DISTURBI OSSESSIVI di Judith L. Rapoport  - Copertina flessibile: 268 pagine - Editore: Bollati Boringhieri (15 aprile 1994) - Collana: Esperienza psicologica - Lingua: Italiano - SBN-10: 8833908364 - ISBN-13: 978-8833908366;
2. DENTRO LA TANA DEL LUPO – di Stefano Innocentini - Su Amazon con copertina flessibile o formato Kindle - Editore: Independently published (7 aprile 2020) - Lingua: Italiano - ISBN-13: 979-8634460161 - ASIN: B086PPJJDJ.
Attendo commenti, riflessioni, recensioni, tutte naturalmente nel pieno rispetto della delicatezza dell’argomento che stiamo trattando.
Un abbraccio a tutti (per ora solo virtuale).