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domenica 31 marzo 2019

PAOLO DIECI L’IMPEGNO DELLA GENTILEZZA

Avere degli ideali, credere in quello che si fa, questo il sogno di molti, realizzato da Paolo Dieci. Era il presidente del Cisp, Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli *, e di Rete LinK 2007 *.
Il 10 marzo, nell'incidente del Boeing 737, l'aereo partito da Addis Abeba, in Etiopia, diretto a Nairobi, una tragedia con 157 morti di diverse nazionalità, abbiamo perduto valorose persone il cui impegno professionale e di vita era al servizio della cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario.
Il sito del Cisp - la cui Dichiarazione di Intenti adottata nel 2018 “Diritti, Cambiamento, Sostenibilità” conferisce particolare attenzione ai temi della lotta alla povertà e all’esclusione sociale – annuncia “con immenso dolore la perdita di Paolo Dieci, uno dei suoi fondatori, uno dei suoi più appassionati soci e più competenti cooperanti, il suo Presidente. Il nostro meraviglioso amico. 
Il mondo della cooperazione internazionale perde uno dei suoi più brillanti esponenti e la società civile italiana tutta perde un prezioso punto di riferimento. 
La visione di una società più giusta, coesa, egualitaria, che ha guidato Paolo nel suo impegno in Italia e nel mondo continuerà a guidare il nostro lavoro. 
Ci stringiamo attorno alla moglie, ai figli e alla famiglia tutta di Paolo e promettiamo loro di continuare ad onorare la sua memoria mettendo in pratica tutto ciò che da lui abbiamo imparato, provando ad avere     la     sua     stessa      lucidità nell'analizzare i problemi delle società contemporanee, la sua stessa perseveranza e pazienza nel provare a risolverne almeno una parte, la sua stessa preparazione e competenza nella realizzazione di ogni singola azione, progetto, programma ….". Così come ha fatto Paolo, con instancabile tenacia.
Paolo ha tenuto fede al suo sogno giovanile, appassionato al volontariato svolto per anni, ha portato avanti  il suo progetto con amore e determinazione, facendolo diventare il lavoro della sua vita; l’impegno messo nei progetti umanitari lo coinvolgeva con partecipazione profonda. Ciononostante era un uomo con i piedi per terra, non di quelli che si sentono i salvatori del mondo: “Non posso salvare il mondo, ma qualche vita sì”, è una delle tante sue frasi che saranno di stimolo alla vita di tutti noi. Ciascuno di noi può sempre fare qualcosa per gli altri, a cominciare dal semplice, ma poco usato, buongiorno  dato con un sorriso.
Si stava occupando dei programmi dedicati alle donne dei paesi africani, in particolare la Somalia, per l’istruzione, la valorizzazione della cultura e della coesione.
La cooperazione tra i popoli è molto importante per non perdere mai il senso dell’insieme: il mondo è un tutt’uno; è tutto collegato come succede in natura: un disastro causato dall'uomo reca danni a tutto il pianeta.
Come detto da Giulia Olmi, cofondatrice del Cisp, una delle sue più grandi doti era l’umiltà, che gli ha dato la capacità di saper ascoltare gli altri, dote rara e preziosa, soprattutto nel mondo contemporaneo. “Siamo al servizio di” diceva Paolo. Il rispetto per l’altro crea ponti che uniscono.


La competenza e il rigore con cui perseguiva il suo compito, gli hanno dato la precisione e la determinazione del soldato: sempre preparato in ciò che affermava; la documentazione preventiva coronava la sua profondità di pensiero che gli dava e non toglieva, come succede spesso agli esseri umani, positività ed ottimismo.
A forza di non farlo con chi sta loro intorno, gli esseri umani perdono la capacità di ascoltare anche sé stessi e vanno avanti come automi; la gioia dell’esempio di Paolo Dieci ci ridesti ad una maggiore consapevolezza.
Amore ci leghi a questo grande Uomo, elevato al Pantheon dei Giusti, che ha saputo realizzare i suoi ideali  e li ha portati avanti con energica forza di volontà e rispetto per tutti i collaboratori e per la Vita di tutti. La sua gentilezza sia la nostra.
In questo mondo spesso volgare, e aggressivo anche verbalmente, con figure di riferimento che hanno fatto dell’arroganza, dei soprusi e della forza bruta i loro ideali, cercare di imitare l’esempio di chi ha portato un mite sorriso e l’approccio gentile ovunque si sia recato è una rivoluzione che ciascuno di noi potrebbe impegnarsi ad attuare da subito.
Note: 1) Cisp Organizzazione non governativa (ONG) riconosciuta dalla Legge 49/1987 e quindi considerata di diritto ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale).
2) Rete LinK 2007 Associazione di coordinamento consortile che raggruppa importanti Organizzazioni Non Governative italiane, in partico- lare 14 ong: Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Gvc, Icu, Intersos, Lvia, Medici con l'Africa Cuamm, Ccm, Elis, World Friendss, Ciai e Amref.

Antonella D’Ambrosio

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sabato 16 marzo 2019

CINEMA E CULTURA VARIA: GLORIA BELL

Con un colpo di genio Sebastián Lelio ha girato il remake americano del suo precedente successo “Gloria”, film cileno.
L’aver trovato l’interprete ideale in Julianne Moore lo ha sicuramente stimolato.
Deve essere una grande soddisfazione per un regista tessere quegli ingredienti, sulla stessa sceneggiatura precedente, che danno un altro ritmo al film: Gloria Bell risulta sicuramente più fruibile del precedente e Julianne Moore interpreta una donna che fa un percorso di crescita personale, trovando un suo modo di essere senza doversi appoggiare ad uomo.
Sebastián Lelio continua col suo film, in uscita il 7 marzo, la sua ricerca sulle Donne; questi personaggi femminili, che ci fa amare, hanno una carica e una resilienza invidiabili e sono messi spesso a paragone con uomini irrisolti. Perfino i personaggi maschili di contorno sono uomini depressi o che hanno perso le coordinate, come l’inquilino del piano di sopra, urlante a qualsiasi ora: “Sarebbe meglio non essere mai nati”.
Una curiosità: il figlio di Gloria, anch’egli con problemi, dovuti ad una moglie egocentrica, è interpretato da Michael Cera, il ragazzo di Juno.
Il grande John Turturro, per quanto possa fare tenerezza, è un uomo sul quale non si può contare, un uomo che si tira indietro anche di fronte alla vera passione; parlando delle figlie lo sentiamo tristemente dire: “Non mi vedono come una persona, ma come loro padre, non si sono mai realmente occupate di me”
La storia è ambientata con frasi e osservazione tipiche della società americana:
“Ti sei rifatta?” chiede alla nostra eroina una donna incontrata a una festa; a tavola si parla di armi e responsabilità, del fatto che il mondo sta andando sempre peggio, a picco: “Siamo seduti sulle poltrone del Titanic” dirà a tavola l’ennesimo personaggio maschile non certo ottimista. E in questa conversazione già Gloria tira fuori la sua grinta dicendo che, se si appresta la fine del mondo, amerebbe andarsene ballando.
Sebbene girato molto in interni e in locali serali, salta all’occhio lo sfarzo di questa pellicola rispetto alla precedente, qui non è un tormento doloroso a far maturare il personaggio, piuttosto una scintilla di vitalità.
Lasciamo parlare il regista: “GLORIA BELL è come la cover di una melodia creata insieme, suonata in un momento nuovo, in un nuovo contesto e da una band nuova. Abbiamo fatto del nostro meglio per rendere omaggio alle scoperte e al DNA del film originale. Allo stesso tempo, però, ci siamo messi alla ricerca di nuove tonalità, vibrazioni e gemme preziose. L’abbiamo fatto per la gioia di fare un film, per l’entusiasmo che il rischio ci dava e perché rappresentava una sfida artistica. Era un atto di libertà. GLORIA BELL è un ritratto femminile molto intenso e incisivo. Vediamo questa donna in ogni ripresa. Ogni singola scena racconta la sua esistenza nel mondo, momento dopo momento. Gloria è una sorta di personaggio secondario nella vita di chi la circonda, e il gioco del film è quello di trasformare quel personaggio secondario in un protagonista assoluto”. Ne risulta un nuovo ritratto femminile, di diversa sensibilità, impreziosito da famosi grandi interpreti, da una colonna sonora originale di spessore e da alcune delle più belle canzoni degli anni ’80, tra cui, l’intramontabile da 40 anni, Gloria di Umberto Tozzi nella versione di Laura Branigan.
Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di vedere all’opera un regista che plasma il suo stesso film per un remake; se avete perso il precedente non perdete questa occasione, se l’avete visto, la curiosità vi spinga: siamo di fronte ad un’opera completamente diversa.

Antonella D’Ambrosio



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