Questo
pomeriggio vorrei fare alcune riflessioni su un grande del giornalismo italiano.
Mi riferisco a Tiziano Terzani che è stato, oltre che giornalista e inviato di guerra,
anche un prolifico scrittore italiano.
Nato a Firenze
il 14 settembre 1938 è deceduto a Orsigna il 28 luglio 2004 e, tra le sue numerosissime
opere, possiamo citare: Lettere contro la guerra - Un indovino mi disse - In
Asia - Buonanotte, signor Lenin - La porta proibita - La fine è il mio inizio –
Fantasmi - Pelle di leopardo - Un’idea di destino - Un mondo che non esiste più
- Un altro giro di giostra – In America.
Cronache da un mondo in rivolta - Un’ idea di destino. Diari di una vita
straordinaria - Il pensiero irriducibile - Le parole ritrovate. Nel mondo,
dentro l'anima.- Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia - Anam il senza nome - Mustang.
Un viaggio - La porta proibita.
Devo ammettere
di aver conosciuto Terzani con un po’ di ritardo, quando già era stato colpito
da un male incurabile (così si dice quando non vogliamo usare il vero termine ovvero
cancro forse perché ci terrorizza un pochino).
La cosa che mi
ha colpito di più è stata la grande forza di quest’uomo che, una volta scoperto
il suo male, lo ha usato per fare un lungo viaggio dentro se stesso, durato
circa cinque anni continuando a scrivere libri con i quali ha cercato di
trasmettere una ritrovata serenità e pace arrivando a definirsi un Anam ovvero
un Senza nome.
Questa scelta
non è stata casuale in quanto lui stesso disse che lo aveva scelto proprio
perché, dopo una vita trascorsa a farsi un nome, poteva negli ultimi anni della
sua vita, rallentare la corsa e ricominciare in un certo senso daccapo, senza
la frenesia di diventare famoso e cercando di trasmettere ai suoi amici,
familiari e lettori i veri valori della vita.
Frequentatore assiduo
dell’Asia, e del Tibet in particolare, non si è mai voluto definire Buddhista
anzi, ha sempre aborrito l’usanza, tutta occidentale, di andare a trovare se
stessi in luoghi lontani quando invece, per parlare dell’Italia, abbiamo
tantissime chiese dove poter trovare un po’ di pace.
Tra l’altro
non mi risulta che fosse credente ma queste considerazioni sono le stesse fatte
in più occasioni dallo stesso Dalai Lama che ha sempre messo in guardia chi
cerca una via spirituale fuori dal contesto natio in quanto, sempre secondo il
Dalai Lama, la religione non è solo pregare ma anche il risultato di usi e costumi
di un popolo e per tale motivo, tranne naturalmente delle rare eccezioni, la
cosa migliore è sempre quella di valorizzare la spiritualità con la quale siamo
cresciuti.
Fatte queste
lunghissime premesse, mi farebbe piacere innanzitutto sapere se avete letto
qualcuno dei libri di Terzani (io li ho praticamente divorati quasi tutti) e
cosa ne pensate della scelta di utilizzare gli ultimi anni della propria vita
per fare un viaggio interiore al fine di ritrovare una serenità da lasciare anche
in eredità ai propri familiari.
Attendo i
vostri commenti e vi auguro una buona serata.
Stefano
#leggereescrivere
#imieilibri #tizianoterzani
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