lunedì 15 aprile 2019

MIO FRATELLO È FIGLIO UNICO. FRATELLI, SORELLE, FAMIGLIE DI PERSONE CON DISABILITÀ

Io non ho avuto le prime informazioni dai miei genitori. 
Loro hanno sempre trattato Andrea come una persona "normale". 
Come me. 
E per me Andrea era una persona normale. 
Era diverso da me, ma io non notavo la sua disabilità
Noi dormivamo nella stessa camera e condividevamo gesti molto intimi come ad esempio chiamare la mamma di notte se avevamo bisogno di lei, dire buonanotte o buongiorno, andare a letto e svegliarsi. Io non notavo assolutamente la sua disabilità. E' stata la gente a farmi notare questa disabilità. E soprattutto gli amici quando ho iniziato la scuola. Mi ricordo bene una cosa.

A una certa età si iniziano a invitare gli amici a casa per fare i compiti dopo la scuola oppure per la festa di compleanno. Quando venivano a casa mia, spesso cercavano una scusa per andare via. 
A quel punto ho iniziato a chiedermi perché. Però ho capito il motivo solo dopo tanto tempo. 
Prima pensavo veramente che loro avessero degli impegni improvvisi. Dopo ho capito che non era così. 
Io uscivo molto spesso con mio fratello. E vedevo che la gente si fermava a guardarlo. Soprattutto gli adulti lo guardavano con paura. Invece i bambini di solito sono attirati dalla diversità. 
Quando mio fratello si avvicinava i genitori si preoccupavano. I genitori chiamavano i bimbi per farli allontanare. Perché quella cosa che si muoveva sulla sedia a rotelle era strana. Quindi i genitori venivano a portare via i bambini con la forza. 
La società mi ha fatto scoprire la disabilità. 
Quando Agnese è nata io avevo sei anni. Non mi sono mai accorta che Agnese avesse la sindrome di down o qualcosa che non andava. Per me era mia sorella e basta. Come tutte le altre sorelle. Non ricordo neanche la parola "sindrome di down".

Mi dicevano sempre che dovevo stare molto vicina a lei, che lei aveva bisogno di più aiuto. Ma la parola "sindrome di down" non fa parte della mia infanzia. 
Mi ricordo delle persone che venivano a fare delle foto o dei video a lei. E io mi chiedevo perché. Perché io no e lei sì? Ma per me era dovuto al fatto che lei aveva bisogno di più aiuto. Alla fine mi divertivo perché nei video c'ero anche io.

Riguardavamo i video insieme e c'ero anche io. La facevo giocare, ridere, e anche io ero un po' la protagonista. Quando è nata lei io non sono stata messa da parte però tutta la famiglia era concentrata su di lei. Ma io mi sono sempre sentita al centro dell'attenzione perché mi dicevano che lei aveva bisogno di me. 
Forse, senza il mio aiuto, le cose non sarebbero andate così e io per questo motivo mi sono sempre sentita importante. 
Mi sembra che non siano stati i miei genitori a dirmelo ma credo che sia successo poco tempo dopo la nascita. Non esisteva l'amniocentesi e queste malattie genetiche erano difficili da capire. 
Qualche giorno dopo il parto la pediatra amica di mia madre se n'è accorta e glielo ha comunicato. Quindi non sono stati i miei genitori a comunicarmi questa cosa. Però a dire la verità ho qualche dubbio. Mi ricordo che mi è stato detto senza fare nessuna tragedia. Mi hanno parlato del problema di Caterina facendo un paragone con persone che avevano lo stesso problema. 
Persone più grandi che io già conoscevo. Ad esempio mi dicevano "Caterina è nata lo stesso problema di Alessandro". Questo è il modo in cui io ho saputo questa cosa.

Invece il caso di Maria non era un problema specifico. Quindi non c'era una diagnosi fatta alla nascita. E' stata una serie di eventi. 
Mia madre ha dovuto partorire in modo improvviso. Quando Maria è nata, noi sapevamo che lei era nel reparto di neonatologia. Era in terapia intensiva. Poi abbiamo saputo i progressi che faceva. Mia madre ce ne parlava quando tornava a casa. Certo, ci diceva le cose che potevamo capire. Io avevo 17-18 anni. Lei ci parlava e ci diceva quale era la situazione. Mi ricordo che c'erano dei momenti difficili. In quei momenti non sapevamo se Maria ce l'avrebbe fatta o no. 
Poi Maria è tornata a casa ed era una bambina normale. Era una neonata normale. Il suo ritardo è arrivato con il tempo. Quindi abbiamo scoperto i suoi problemi piano piano. 
Problemi seri e gravi perché sono problemi grandi. 
Quando era piccola Maria era molto bella. Anche adesso Maria è una ragazzina molto bella. Abbiamo imparato a conoscere il suo ritardo piano piano, nel tempo. Perché sono due difficoltà molto diverse tra loro. Io non ricordo. Avevo sei anni, ero piccola. Non ricordo che i miei genitori mi abbiano detto che Francesca era down.

O che fosse dovuta alla trisomia 21 e avesse certi sintomi. No, non ricordo questo discorso. Però, se disabilità vuol dire anche diversità oppure anche particolarità allora questo discorso era molto chiaro con Francesca. La sindrome di down è una disabilità molto evidente. Appena vedi Francesca, si capisce subito la sua disabilità. Non è una disabilità psichica che è più difficile da capire. La nostra casa era frequentata molto anche da Claudio Imprudente. Quindi il tema della diversità era già presente.

La parola "disabile" non è una parola molto bella. Ma avere un "disabile" in famiglia non era una cosa tanto strana. E per questo non le davamo una attenzione particolare. Anche io ero diventata emarginata a scuola. Sì. Non ho ancora superato questa cosa. Non so dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Non me lo sono chiesto. Ho fatto solo quello che mi sembrava giusto.

Ho seguito i miei pensieri. E ho seguito la mia personalità. Io sono entrata nel suo mondo. Sì, è stato proprio così. Alla fine i miei amici erano diventati i suoi amici. Anche se c'era molta differenza di età. Soprattutto nell'adolescenza io mi rendevo conto che mi sentivo molto sola. 
Mamma doveva stare con Andrea tutto il giorno e quando io studiavo a scuola Andrea era all'Università e studiava filosofia. 
Infatti questa è stata la sua prima laurea. Quindi tutti i pomeriggi mamma era in salotto con Andrea. Lei leggeva e Andrea riceveva a livello mnemonico tutte le informazioni del libro. E studiavano così. 
Però per me non c'era posto. Per Katia spesso non c'era posto. E io mi sentivo un po' sola. Questo è vero, e a volte c'è stato un po' di conflitto. Dicevo che Andrea era egoista perché aveva avuto mamma per sé. Adesso siamo adulti e a volte ne parliamo ancora. E ne parliamo con tranquillità. Le cose erano così e non si potevano cambiare. Certo, la figura materna comunque mi è mancata. Perché quando si è bambini c'è bisogno di una figura materna e di una figura paterna.

Per papà era diverso. Lui lavorava tantissimo. Lavorava fuori Bologna. Tornava tardi e usciva prestissimo. Mamma non lavorava per stare con Andrea e quindi stava a casa. E stava tutto il giorno con lui. Quando uscivo da scuola tutti i genitori venivano a prendere i bambini. 
Invece io dovevo prendere lo zaino e tornare a casa da sola e dovevo stare attenta ad attraversare la strada. Quindi sicuramente io ho sentito la mancanza della mia mamma. Forse è una mia impressione però credo che la nonna da un certo punto in poi per me non c'è stata più. 
Esisteva solo Agnese. 
Agnese aveva bisogno di lei. 
Però era diverso con mia nonna. 
I miei genitori mi coinvolgevano sempre. Io non ho mai detto questa cosa ai miei genitori. Ma l'ho sentita molto. Però ormai per questa nonna io ero diventata grande e quindi, secondo lei, non avevo più bisogno della nonna. 
Agnese aveva bisogno di lei e io ero messa da parte. I miei genitori sono stati bravi. Mi hanno fatto sentire responsabile. Il mio compito era stare vicino ad Agnese ed aiutarla e io mi sono impegnata per questo. Ho sofferto più la nascita di mio fratello Andrea che la nascita delle mie sorelle. 
Quando è nata Caterina mia madre ha scelto di restare a casa. Penso che queste scelta non sia dovuta solo a quella situazione.

Penso che i motivi siano tanti. 
Magari mia madre non aveva un lavoro molto gratificante e quindi è stata molto presente in casa. 
Pertanto non ho sentito una mancanza di attenzioni da parte di mia lei. Almeno così ho sentito le cose. 
Forse avevo già superato la nascita degli altri fratelli. 
Quindi già avevo perso l'esclusiva dei miei genitori. 
Maria è nata quando io ero quasi maggiorenne e la presenza dei miei genitori era già meno assillante. 
Di conseguenza era ancora meglio. 
In quella età non vuoi avere i genitori troppo presenti perché pensi a fare altre cose. 
Quindi non ho risentito di questo distacco in modo particolare e non ho sentito delle attenzioni in meno. 
Se ci sono state delle mancanze io le ho accettate tranquillamente. 
Se ci sono state delle mancanze, non ne ho risentito e se ci sono state mancanze, le ho accettate.

In quel momento le mie sorelle avevano più bisogno di attenzioni. 
La prima volta che l'ho vista lei stava in una stanza e stava per terra. 
Lei non gattonava, strisciava con le mani e portava degli occhiali. 
E' stato un incontro molto particolare. 
E' l'incontro con un fratello: sai che quella persona farà parte della tua vita. 
Ripensandoci, credo che io fui molto titubante forse perché lei è femmina e io sono maschio. 
E anche perché mi sembrava come una intromissione. 
Un'altra sorella nella famiglia... 
A quell'epoca i due figli eravamo io e Silvia. 
Poi dopo è nata Francesca. E siamo tre maschi e tre femmine: Tantissimi! 
E forse anche dopo per i rapporti che si sono creati...

All'interno della famiglia forse io sono la persona che ha la relazione meno intima con Francesca. 
Invece Silvia ha il rapporto migliore con lei. 
Forse questo capita in tutte le famiglie. 
Nelle famiglie numerose non c'è lo stesso rapporto tra tutti i figli: tra alcuni figli ci sono delle simpatie maggiori mentre tra altri figli ci sono meno affinità. 
Quindi questo è capitato con Francesca. 
Questo può essere dovuto anche a una sua caratteristica perché Francesca è molto socievole. 
Quando torna a casa da lavorare viene da me e mi saluta. 
Mi dice "Ciao Pippo, come stai ?" Invece io sono più orso, e le dico "Basta, dai, Francesca. Vai via." 
Molta responsabilità. 
E pago ancora le conseguenze. Io mi sento molto in colpa verso Andrea. Se non riesco a fare una cosa, mi sento in colpa. Perché... Perché io sapevo che i miei genitori contavano su di me.

Anche in futuro, quando loro non ci sarebbero più stati. 
Perché io avevo gambe e braccia e quello che Andrea non aveva. Contavano su di me per proteggerlo. Ogni cosa che non sono riuscita o non riesco a fare. Beh, mi sento molto in colpa. 
Ho perso molti fidanzati. Dopo è arrivata una fase nuova. 
Mia madre è morta e io avevo appena fatto 18 anni. 
Si è ammalata quando io avevo 16 anni. 
Quindi ho vissuto poco l'adolescenza. 
Non avevo amiche. Non avevo amiche e non uscivo. 
E io... Io esistevo per Andrea. Dovevo sempre guardare Andrea. Quando lui è andato a vivere a Paderno io ero ancora giovane.

Quando lui è andato via di casa, mi pare che io avessi 17 anni. 
Però quando uscivo, era solo per andare da Andrea. E il primo fidanzatino non poteva accettare queste cose. Le altre ragazze andavano in discoteca oppure al cinema o a mangiare una pizza. 
Io quando uscivo dovevo andare da Andrea. Sono proprio cresciuta con questa cosa. 
Non ho seguito le mie idee. Ho seguito quello che i miei genitori avrebbero voluto. Per il bene di Andrea, ma sono felice di averlo fatto. Ho portato pochi fidanzati a casa. Pochi, perché all'inizio c'era un po' di paura. Non sapevo come sarebbe andata. Sicuramente c'era un po' di paura. Mi chiedevo cosa avrebbe pensato il mio ragazzo di mia sorella. Però sono stati tutti bravi! 
L'hanno sempre accettata così. Dopo due o tre incontri si abituavano al fatto che lei fosse disabile. E dopo io non ho più avuto nessun problema. Io sono il fratellone maggiore e quindi lei mi ascolta. Mi ascolta molto ed è bello. A me piace parlare.

A volte mi manda messaggi oppure mi chiede dei consigli. A lei piace molto il calcio e il cinema, è appassionata di Totti. Sul film "Sognando Beckham" magari mi chiede: "Come posso diventare brava come lei ?" Quindi sono il suo fratello maggiore. Ed è un rapporto molto bello. Con Maria la situazione è un po' più difficile. Diciamo che il nostro rapporto è un rapporto più "di cura" quando lei ne ha bisogno.

Devo premettere che io non vivo più con loro. 
Quindi ho la mia famiglia. 
Con Caterina quando ci vediamo c'è un rapporto fratello-sorella. 
Prima che nascessero i miei figli una volta all'anno i miei genitori cercavano di prendersi del tempo per una piccola vacanza. 
E io stavo con Maria per 2-3 settimane. Ed era un rapporto molto intenso. 
Uscivo sfinito da quelle settimane con mia sorella. Mi accorgevo davvero di quanto è grande mia madre! Francesca non mi ha mai dato problemi con gli amici. Mai, forse perché abito e vivo in un contesto particolare. La comunità Maranà-tha
E quindi visto che io sono in questa comunità e vivo in un contesto particolare è normale che nella mia famiglia ci siano dei familiari particolari. 
E poi la mia vita amicale è stata condivisa all'interno della comunità. La vivevo nella mia famiglia. I miei amici venivano a trovarmi.

Spesso gli amici si fermavano a guardare un film. 
Venivano a mangiare la pizza quando c'erano delle feste. 
Venivano al mio compleanno e Francesca era presente. 
La sua presenza non ha mai creato problemi. 
Non si è mai creata nessuna conflittualità. Quando esco con i miei amici, Francesca non viene, esco solo io. Mi rendo conto che siamo molto legati, soprattutto io. E per il futuro mi rendo conto che siamo così legati o abbiamo un legame così morboso che non penso al futuro perché ho tanta paura perdere Andrea. 
Questa è la situazione. Io dico sempre che spero di morire prima di lui. Se dovesse andarsene prima lui per me sarebbe molto difficile. Molto, molto. 
Il presente? Lo vivo con molti sensi di colpa.

Perché faccio un lavoro impegnativo e lavoro tantissimo. 
Vivo da sola e quindi più lavoro, più guadagno e meglio è. Quindi adesso non posso dedicargli lo stesso tempo che davo nel passato. Per lui io ci sono sempre, l'anno scorso ero con lui a Milano per un ricovero. 
Quindi per questioni di salute io voglio sempre essere con lui. 
Vado a trovarlo spesso. Però sicuramente non faccio le stesse cose di prima. 
Il mio futuro? Me lo immagino in una casa in campagna. Vorrei una casa in campagna e mio marito vorrebbe fare il contadino. 
Se penso a mia sorella, questo futuro cambia. Finché i miei genitori sono vivi e stanno bene.
Speriamo a lungo! So che vogliono creare un ambiente particolare per lei. E spero che ci riescano. Altrimenti mia sorella starà comunque con noi. Perché non voglio lasciarla completamente da sola. Magari lei starà in un appartamento o in una casa vicino a noi.

I miei genitori vorrebbero prendere una casa per lei magari con un aiuto. 
Ma secondo me non è ancora il momento giusto. 
Io non ci riuscirei. 
So che teoricamente è giusto così. Però sinceramente io non ci riuscirei. 
Mi immagino una casa molto grande con un pezzo di casa per loro. Dico 'loro' perché sicuramente ci sarà anche Riccardo, il suo ragazzo. 
Sono fidanzati da sette anni. I nostri genitori non ci hanno inculcato il senso di rispetto per le nostre sorelle. Ma parlando con gli altri fratelli che sono stati più fortunati tutti vogliamo prenderci cura di loro. Rispetto a Francesca, non ho un'idea definita di cosa lei farà nel futuro. E soprattutto di come saremo noi.

Forse noi siamo tanti in famiglia e questo rende le cose più facili. 
Essendo in tanti... Diciamo che... Io non mi devo preoccupare da solo del suo futuro. O di quello che lei farà da grande. Non sento assolutamente il suo futuro sulle mie spalle. Se io non la accoglierò in casa mia quando un giorno sarò sposato lei non finirà sotto un ponte. Penso che con il tempo si creeranno dei rapporti e delle opportunità. In base alla famiglia e all'ambiente che si frequenta e in base a come lei crescerà. Non so cosa Francesca farà nel futuro. 
Magari un giorno abiterà da sola in un appartamento. 
Magari ci vedremo la domenica per mangiare insieme
Oppure in settimana. Forse lei abiterà da sola o vicino a me. Lui ha influenzato la mia vita. Ma io non farei a meno di lui.

Io ho passato dei momenti molto difficili. Però rifarei tutto, completamente. Tutto, completamente. Se mi dicessero "Vuoi un fratello normale?" Poi bisogna vedere che cosa significa normale... Direi di sì per lui. Ma direi di no per me. 

SOTTOTITOLAZIONE A CURA DI CULTURABILE ONLUS .


ATTENZIONE: Non dimenticarti di lasciare la tua e-mail nell’apposito spazio a destra per ricevere gli aggiornamenti e postare un commento qui sotto.

lunedì 8 aprile 2019

ELEZIONI DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEL MIBAC

ELEZIONI DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEL MIBAC 
LA CONFSAL-UNSA PROPONE IL PROPRIO PROGRAMMA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

PROMOZIONE DELLA LISTA CONFSAL-UNSA SUI TERRITORI

Eccoci giunti a distanza di ben 4 anni ad un appuntamento rilevante, infatti, si sta avvicinando un momento che ritengo molto importante per la nostra organizzazione, impegnata a consolidare il ruolo di primo piano assunto in questi anni sia a livello di relazioni sindacali nazionali che a livello di singole amministrazioni.

Mi riferisco alle elezioni dei rappresentanti dei lavoratori nel Consiglio Superiore del Ministero dei Beni Culturali, che si svolgeranno il 9, 10 e 11 aprile 2019. 

Pertanto, riteniamo fondamentale che ognuno per la propria parte svolga un ruolo di sostegno alla Lista Confsal-UNSA, che deve essere prioritario rispetto ad ogni altra iniziativa sindacale.

Al fine di facilitare una sinergia delle forze, i responsabili sindacali dell’UNSA sono invitati a contattare il Coordinamento Beni Culturali per le informazioni aggiornate riguardo le procedure elettorali, che come è noto avverranno in modo telematico.

Infatti, questa tornata elettorale è un’occasione molto importante per dare continuità al ruolo di protagonista che l’UNSA sta svolgendo sul piano sindacale in questi anni.

Proprio per questi motivi e per raggiungere il massimo risultato elettorale, dobbiamo impegnarci, provincia per provincia, affinché si possa raggiungere l’obbiettivo e solo rimboccandosi le maniche, giorno per giorno, potremo continuare a costruire un’UNSA capace di essere la vera e sola alternativa sindacale, al di là degli sforzi incongruenti dei soliti sindacalisti presenti nel settore.

LETTERA APERTA A TUTTI I LAVORATORI DEL MIBAC

Per queste elezioni, il Coordinamento Nazionale beni Culturali, ha proceduto a predisporre tutti gli adempimenti per le elezioni dei tre rappresentanti del personale nel Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici del MiBAC del 9, 10 e 11 aprile 2019.

Una grande responsabilità impegna in questo momento l’intera Organizzazione sindacale a sostegno della lista e dei candidati Confsal-UNSA.

Cruciale sarà l’appuntamento di questa tornata elettorale, che contrariamente al passato, abbiamo ritenuto di doverci impegnare fino in fondo, dal momento che nell'ambito del Ministero, ricopriamo un ruolo fondamentale a difesa dei dipendenti e del personale rappresentato.

Innanzitutto, perché il voto per questo Consiglio superiore rappresenta una decisiva opportunità per cercare di colmare le politiche errate dei vari ministri che si sono succeduti e dei massimi vertici amministrativi e comunque porre un argine ai già troppi danni e ai tanti sacrifici che ciò ha comportato al personale e alle strutture ministeriali interessate.

È dunque fondamentale ritrovare insieme il senso profondo del nostro impegno e sentirsi tutti chiamati, nelle piccole e nelle grandi realtà del ministero, a consolidare con il consenso questa voglia di futuro che soprattutto dopo svariate riforme a vuoto a perdere, siamo ancora costretti a subire.

Il Coordinamento nazionale Beni Culturali, insieme a i tre candidati della lista Confsal-Unsa, intende promuovere ogni sforzo in sinergia con i Responsabili territoriali e i Rappresentanti sindacali dei posti di lavoro per rendere questa campagna elettorale una occasione in più per mettere in primo piano i bisogni, le attese e le speranze dei lavoratori del MiBAC. 

Diverse iniziative vedranno impegnata la Segreteria Nazionale nei prossimi giorni a cominciare dal sostegno concreto all'apertura della campagna elettorale e al rafforzamento dell'attività sindacale in favore di tutto il personale.

PERCHÉ VOTARE LA CONFSAL-UNSA

Per meglio rendere l’idea sull’operato del Coordinamento Nazionale Confsal-Unsa MiBAC, si ritiene utile elencare gli impegni assunti in questa fase così delicata e alquanto strategica per il nostro sindacato:

- Per la difesa della professionalità e la specificità del MiBAC e opposizione intransigente alle cattive riforme repentine dei Ministri che si sono succeduti negli anni addietro;

- Per il mantenimento del ruolo strategico e preponderante delle Soprintendenze sul territorio per la tutela, fruizione e conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali;

- Per l’ampliamento delle dotazioni organiche e all’attuazione dello scorrimento delle graduatorie riguardanti i passaggi di area dando la possibilità definitiva a tutti gli idonei di vedersi riconosciuta la dovuta riqualificazione;

- Per nuove prospettive contrattuali e progressioni economiche nonché risorse aggiuntive per rendere giustizia ai tanti esclusi della passata tornata: il tutto dovrà essere effettuato con dei fondi “ad hoc” senza intaccare la produttività;

- Per l’ampliamento delle risorse economiche da destinare al salario accessorio e regolarità nei pagamenti;

- Per la rivalutazione del ruolo professionale del personale del MiBAC e riqualificazione continua per tutti i lavoratori e riconoscimento economico delle forme di partecipazione all’organizzazione del lavoro dei servizi istituzionali;

- Per la revisione di alcuni profili professionali e consolidamento dell’attuale sistema professionale in aderenza alle mutate esigenze del MiBAC, al fine di evitare la standardizzazione e la generalità dei ruoli professionali a scapito delle figure professionali emergenti e quelle ben individuate nell’ordinamento professionale del Ministero;

- Per procedere alla flessibilità orizzontale dei profili professionali, rispetto al coinvolgimento dei lavoratori che da anni pur essendo inquadrati nell’ambito di una qualifica, hanno di fatto svolto mansioni diverse non preminenti in una funzione di altra qualifica;

- Per l’elaborazione di linee guida atte a salvaguardare gli interessi dei lavoratori nell’alveolo dei diritti sindacali per la stesura del Contratto Collettivo Integrativo di Ministero secondo i dettami del CCNL e le norme fondamentali che disciplinano la materia del lavoro, con particole attenzione alla sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro e della incolumità dei lavoratori.

- Ad ogni modo, per meglio conoscere i nostri candidati si invita il lettore a dare una sguardo al profilo di ogni singolo candidato pubblicato nelle pagine seguenti.

 IL SEGRETARIO NAZIONALE
CONFSAL-UNSA BENI CULTURALI
       Dott. Giuseppe Urbino


ATTENZIONE: Non dimenticarti di lasciare la tua e-mail nell’apposito spazio a destra per ricevere gli aggiornamenti e postare un commento qui sotto.

domenica 7 aprile 2019

TRUE LOVE IN JAPAN: THE STORY OF KAKUTA HIROKATSU



Today we will tell you the story of Hirokatsu, about his love that lasted until death. 
Sumo, is a very famous, japanese art, the people that practice this art, must do a very hard program, since childhood it's not only a fight, but they choose it as part of their lives. Hirokatsu started to practice Sumo, since middle school thanks to his continuos effort he became a professional Sumo wrestler, but without becoming famous. 


He was 20 years old, when he met a girl at the same age the two of them fall in love immediatly, but the shyness of Hirokatsu and his constat Sumo practice, they couldn't always be together. 
Although the girl did accompany him in his tournament, and she said to him, that she wants to marry him, the two of them decided to wait for love. She was 20, when she visited a tournament, where he lost.

Before saying goodbye, she said to him, that she will return to Osaka, with her parents that travelled with her. He said that he will return back with he Shinkansen (high speed train) from Osaka to Tokyo he promised her, that he will call right when he arrives back home, in Tokyo. But that call never arrived. His mates watched TV in the hall, during the retreat, when the news of a plane crashing came, the one flying from Osaka to Tokyo, 520 where the passenger, a lot of them where dead and a lot of them where missing. They said the names, so that the population knew who was missing, and they also the identification of the cadavers The names of the girl and her parents where announced The mates ran to Hirokatsu, and he couldn't believe it.

He said that his girl took he train and not the plane! 

So, he tried to call her, but she never answer the phone. 

After the identification of the body, Hirokatsu recieved her personal accessories and also an album of memories. The girl did collect all articles and pictures about her boyfriend, adding hope notes to the pictures, where he was on. Since that day, Hirokatsu did regret that he didn't married her, when there was the possibility.

From that day, every year at her birthday, he visited her grave.He dedicated all of his time in Sumo, so that he didn't feel the loss but he never became a champion.

He retired quite early, and he opened a restaurant in Osaka, because of a stroke, he lost almost all use of the word and he worked really hard to achieve an autonomous mobility but also with that problem, he never missed a year to visit the girl's grave every birthday he died alone at just 50 The girl was his first girlfriend, his first love and also the last one. 

Friends and old Sumo mates, did say that he looked happy, when he died Finally he could reunite with his love This is a true story! I know it sounds to romantic, but it's true that Hirokatsu loved his girlfriend, for all his life.

It was the year 1985, where true love still existed. 

Oggi vi narrerò la storia di Kakuta Hirokatsu e del suo amore durato oltre i confini della morte.

Il Sumo è un arte giapponese molto famosa e i suoi praticanti seguono uno stile di vita molto duro fin dai tempi delle scuole.  Non è solo un combattimento, è la scelta di una vita. 

Kakuta Hirokatsu inizia a seguire la via del Sumo durante le scuole medie e grazie al suo costante impegno già da giovanissimo divenne un lottatore professionista non raggiungendo tuttavia mai la fama.

Aveva quasi vent'anni quando conobbe una ragazza della stessa età e i due si innamorarono l'uno dell'altra immediatamente ma il carattere timido ed il costante e l'impegno profuso nel Sumo di Kakuta Hirokatsu impedirono ai due di stare spesso insieme nonostante la ragazza lo seguisse sovente nei suoi tornei e gli avesse dichiarato di volerlo sposare presto.

I due decisero di aspettare per coronare il loro amore. Lei aveva 20 anni esatti quando un giorno lo andò a trovare dopo un torneo che lui perse e durante il  periodo di riposo,  prima di salutarsi in modo che Kakuta Hirokatsu potesse tornare ai suoi allenamenti,  lei gli disse che sarebbe tornata Osaka coi genitori, anch'essi venuti in viaggio con lei e sarebbe tornata usando lo shinkansen il treno superveloce che collega Tokyo, dove lui si trovava, con Osaka. 

Gli promise di telefonargli appena arrivata a casa ma quella chiamata non giunse mai e i compagni di  Kakuta Hirokatsu stavano guardando la tv nella sala comune del ritiro quando giunse la notizia di un aereo sulla rotta a Tokyo -  Osaka precipitato tra le montagne.

520 erano i passeggeri, molti erano morti e altri, al momento dispersi. Vennero resi noti i nomi di modo che la popolazione aiutasse nelle ricerche e nell'identificazione dei cadaveri.

I nomi della ragazza e dei suoi genitori vennero annunciati. I compagni corsero da Kakuta Hirokatsu ma egli rifiutò di accettare la verità. La sua ragazza non aveva preso l'aereo, era sul treno. Provò e riprovò a telefonarle nessuno mai rispose alle sue chiamate.  Dopo l'identificazione dei corpi Kakuta Hirokatsu ricevette alcuni effetti personali della ragazza tra i quali un album di ricordi la giovane aveva collezionato.  Ogni articolo e  foto riguardante il suo fidanzato, scrivendo come noti i suoi sogni speranze i migliori auguri di riuscire nel suo sogno.

Kakuta Hirokatsu non si perdonò mai di non averla sposata quando ne aveva avuto la possibilità.

Ogni anno da allora visitò la di lei tomba nel luogo dell'incidente in concomitanza del compleanno della sua fidanzata e si impegnò  anima e corpo nel Sumo per non vanificare la perdita ma non divenne mai un campione.

Si ritirò piuttosto giovane aprendo un piccolo ristorante ad Osaka e, a causa di un ictus,  perse quasi del tutto l'autonomia.. Tuttavia non smise mai di presentarsi al cospetto del luogo dove la fanciulla era morta compleanno dopo compleanno.

Morì che aveva appena 50 anni e solo la giovane era stata la sua prima ragazza il suo primo amore ed era stata anche l'ultima.

Amici ed ex compagni del Sumo affermarono che da morto aveva un aspetto sereno; finalmente poteva ricongiungersi col suo amore.

Questa è una storia vera, certo qualcosa potrebbe essere stato romanzato ma è sicuro che Kakuta Hirokatsu abbia amato per tutta la vita la sua unica ragazza visitando ogni anno la sua tomba. 

Era il 1985 e ancora esisteva il vero amore.





venerdì 5 aprile 2019

ASSISTENZA AGLI ANZIANI A TUTTO TONDO


Associazione Nazionale Carabinieri - Sezione Roma Casilina, Stazione dei Carabinieri di Roma Torpignattara e Casa Famiglia Lodovico Pavoni organizzano per Sabato 6 aprile 2019 alle ore 16,30, presso la Casa delle Culture e delle Generazioni (Roma) un dibattito sulla tutela degli anziani.
Introduce e presenta Mauro CALISTE.
Porterà i saluti dell' Associazione Nazionale Carabinieri - Sezione Roma Casilina il Presidente Maresciallo Maggiore Tullio PROIETTI (Associazione Carabinieri in Congedo Sezione Roma Casilina).
Interverranno:
- Luogotenente Stefano DUCA comandante della Stazione dei Carabinieri di Torpignattara (Roma) 
- Padre Claudio SANTORO (Casa Famiglia Lodovico Pavoni) 
- Graziella CERRONI (PROGETTO QUARTIERI SOLIDALI)
- Claudio GRIECO (PROGETTO QUARTIERI SOLIDALI)

ATTENZIONE: Non dimenticarti di lasciare la tua e-mail nell’apposito spazio a destra per ricevere gli aggiornamenti e postare un commento qui sotto.

giovedì 4 aprile 2019

NEUROMARKETING | MARKETING E PSICOLOGIA

Nel mercato globale e competitivo nel quale ci troviamo abbiamo a disposizione un'infinità di prodotti da poter scegliere. Se solo andiamo al supermercato possiamo vedere che varietà di yogurt che abbiamo a disposizione. Tutti i gusti e tantissime marche. Oppure se dobbiamo scegliere un televisore per la nostra casa ugualmente abbiamo a disposizione davvero un infinità di marche. Ma su cosa si basa la nostra scelta, realmente? Alcuni penserebbero al prezzo altri invece direbbero la qualità. In realtà no. Le nostre scelte si basano prevalentemente su pulsioni che non hanno niente a che fare con la ragione. Il neuromarketing abbina le conoscenze delle neuroscienze al comportamento dei consumatori per capire cosa accade nella nostra testa in risposta a determinati stimoli.
L'obiettivo principale è quello di spingere all'acquisto.
Le prime applicazioni della psicologia ai processi di acquisto, risalgono agli anni '60.
Successivamente in uno studio del 2003, il dottor Kilts dell'università di Atlanta, ha studiato come siamo maggiormente attratti dai prodotti con i quali ci identifichiamo, rispetto a un'immagine mentale che abbiamo di noi.
Non acquistiamo quindi dei prodotti, ma acquistiamo una migliore percezione di noi stessi. Più quel prodotto combacia con l'idea che noi abbiamo di noi stessi, più saremo propensi ad acquistarlo.
Quindi mentre una minima parte del nostro cervello, il 20%, penserà cosa è meglio acquistare, qual è il prodotto che costa di meno, qual è la qualità migliore, la restante parte del nostro cervello quindi ben l'80%, si baserà sulle emozioni.
Non penserà, quindi, darà spazio al proprio istinto.
È il nostro cervello primitivo che entra in azione, quindi per vendere bisogna far leva, ormai, sulle emozioni.
Ti faccio un esempio: ti sei mai trovato in un negozio di Alcott?
Se ci sei anche solo passato vicino avrai notato il profumo che pervade questi negozi. Ebbene sì, nei negozi di Alcott e ormai anche in altri negozi che hanno seguito la scia di Alcott, si spruzza tantissimo profumo.
Questo per poter dare un'esperienza multisensoriale all'utente e poter coinvolgere anche l'olfatto.
In questo modo ogni volta che sentirai quel profumo lo assocerai ad Alcott. Quindi anche quando tornerai a casa, sentirai su quegli abiti il profumo di Alcott.
Vedi come entra in gioco la nostra parte di cervello rettiliano?
E attorno a quella marca si formerà tutta una sfera che si baserà sulle emozioni. Poi se il profumo non è di nostro gradimento ovviamente si potrà sortire l'effetto contrario.
Però anche dietro la scelta di un determinato profumo da abbinare a un brand, c'è tutto uno studio che non è da sottovalutare.
Ad esempio quanto è giovane il target, quanto è disposto a pagare o meno.
Un altro esempio di neuromarketing sono le distorsioni cognitive. I cosiddetti BIAS, che possono condizionare la nostra percezione della realtà e quindi anche le nostre scelte. Un esempio è l'urgenza di acquisto.
Hai mai notato cosa succede dentro di te quando ti dicono che un determinato prodotto sta per terminare? Oppure una determinata offerta sta per concludersi? Ad esempio "valido solo fino al 5 di questo mese", oppure "solo 15 posti disponibili".
Ti spingono a decidere: o ora o mai più. Ogni giorno sugli scaffali dei supermercati, in tv o anche online, troviamo offerte di questo tipo. Tutte queste offerte non fanno altro che stimolare in noi un'urgenza di acquisto. Come se dovessimo perdere l'occasione del secolo.
Gli esempi di neuromarketing sono davvero infiniti, perché quasi tutto il mondo degli acquisti, delle vendite, si basa ormai su questa scienza.


ATTENZIONE: Non dimenticarti di lasciare la tua e-mail nell’apposito spazio a destra per ricevere gli aggiornamenti e postare un commento qui sotto.

I PIACERI DELLA TAVOLA: CARRE’ DI AGNELLO IN CASSERUOLA


CARRE’ DI AGNELLO IN CASSERUOLA

Ingredienti (4 persone):
2 carrè di agnello;
1 cipolla;
1 carota;
1 costa di sedano;
100 ml di Marsala;
100 ml di brodo vegetale;
1 cucchiaio di farina bianca “00”; 2 rametti di rosmarino;
vino bianco;
olio di oliva EVO; sale e pepe.

Procedimento:
Lavate l’agnello, poi fatelo marinare nel vino per almeno 2 ore.
Scolate la carne senza asciugarla e cuocetela in casseruola a fuoco medio con un filo di olio ed un rametto di rosmarino per 25 minuti; aggiustate di sapore.
Fate soffriggere nell’olio la cipolla, il sedano, la carota ed il rosmarino rimasto, aggiungete il brodo ed il Marsala, amalgamate e lasciate ridurre della  metà.  Fuori dal fuoco unite la farina.
Disponete l’agnello ancora ben caldi in un piatto da portata ed irroratelo prima con il suo fondo di cottura e poi con la salsa preparata.

A cura di Elisabetta Giannini

ATTENZIONE: Non dimenticarti di lasciare la tua e-mail nell’apposito spazio a destra per ricevere gli aggiornamenti e postare un commento qui sotto.

mercoledì 3 aprile 2019

CULTURA E LAVORO: ASSUNZIONI ALL’ ALES

ALES - Arte Lavoro e Servizi S.p.A. (Servizi per la tutela del patrimonio culturale Italiano) è la società  in house del Ministero dei Beni e delle Attività  Culturali  (MiBAC) - che ne detiene il 100% del pacchetto azionario.

Dal Sito Internet istituzionale si apprende che è impegnata da oltre quindici anni in attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e in attività di supporto agli uffici tecnico - amministrativi del Socio Unico.

L’ALES è stata costituita, ai sensi dell'art. 10, commi 1 lett. a) 2 e 3 del D.Lg.vo 1 dicembre 1997, n. 468 e dell'art. 20, commi 3 e 4, della L. 24 giugno 1997, n. 196.

Con la Legge di stabilità 2016 è stata effettuata la fusione per incorporazione della società ARCUS SpA – Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo - in ALES SpA, avvenuta ope legis ex art. 1 comma 322 della legge 28 dicembre 2015 n.208.

Sempre dal Sito istituzionale si apprende che le attività storicamente svolte da Ales, dal momento della fondazione ad oggi, sono orientate a supportare il Ministero dei Beni e delle Attività  Culturali in numerosi progetti di miglioramento delle condizioni di fruibilità  del patrimonio archeologico, artistico, architettonico, paesaggistico e archivistico e bibliotecario italiano nonché di svolgimento di attività  strumentali alla gestione tecnico - amministrativa dei procedimenti di tutela.

La società contribuisce inoltre - tramite progetti specifici e di concerto con il MiBAC - a promuovere i Beni Culturali italiani ed il made in Italy in ambito nazionale ed internazionale.

Per l'erogazione dei propri servizi su gran parte del territorio nazionale, Ales si avvale di uno staff di esperti per la pianificazione e la programmazione di dettaglio e di circa 700 operatori, adeguatamente formati, per l'esecuzione delle attività operative presso i siti culturali e le Direzioni Generali del MiBAC.

La Ales fonda il proprio operato su criteri di Efficienza, Produttività e Qualità, investendo sul proprio capitale professionale e puntando sul valore delle risorse umane per lo sviluppo dell'azienda e la soddisfazione, dei fruitori del patrimonio culturale.

La Formazione e Riqualificazione, l'attenzione alle esigenze della Committenza ed una gestione del Personale puntuale ed attenta alla normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, sono parte qualificante del Sistema di Valori su cui si fonda l’azienda.

Tra le varie assunzioni al momento ve n’è una con scadenza 7 aprile 2019 per il profilo professionale di Addetto per l’Assistenza al Pubblico e la Vigilanza - Esclusivamente sedi Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania.

CLICCA QUI PER SCARICARE IL BANDO DI CONCORSO




Una raccomandazione: questo Blog si sovvenziona solo ed esclusivamente attraverso delle affiliazioni con Amazon e altri prodotti online.
Quindi sarebbe una cosa carina se, nello scegliere il prodotto che più si adatta alle tue esigenze, tu lo faccia seguendo solo ed esclusivamente il link da me proposto.
Ti assicuro che per chi acquista non cambia assolutamente nulla sia nella qualità che nel prezzo.

ATTENZIONE: Non dimenticarti di lasciare la tua e-mail nell’apposito spazio a destra per ricevere gli aggiornamenti e postare un commento qui sotto.




martedì 2 aprile 2019

PRESERVING THE WAYS - CULTURE AND TRADITIONS

During the last 150 years, Native Americans have overcome many obstacles in their struggle to survive in a changing world and preserve their ways. 
I think the hardest part for native people is that we're trying to retain what little was left with us. 
The Wind River Indian Reservation, home to the Eastern Shoshone and the Northern Arapaho tribes, has had challenges of its own. Each tribe works hard to maintain traditions and protect as much of of their land and resources as possible. 
They've done this to preserve their identity for their children and their grandchildren. 
These were used long time ago by early Arapahos. 
To me, it's really important to know our culture on this reservation. 
I was told if there's something good that you know that you need to pass on, go ahead and share it with people. - Today, many stories in the media focus on crime, drugs and gangs. - Nowadays, people think it's bad living on the reservation. It's not. We just want to live simple, in peace.
Keep our culture going and our ceremonial way. - (speaking native language) (children repeating) - Often, many other aspects of the reservation don't get the media attention they should. (speaking native language) (children repeating).
There's good points about it, instead of what you hear in the newspaper. 
I think this is a really exciting time to be a Native person. When I grew up not that long ago, my mom was adamant that be very cautious in who you share your native background with, because not everybody likes Indians. 
My mom and my dad, they were from that generation that were at boarding schools. 
For a long time, my dad was really resistant on sharing information, because when he was in school, he was punished for speaking his language. He was punished for talking about his history. He was punished for even identifying himself as a young Arapaho man. - They were afraid to teach their kids. They might get in trouble for teaching them to talk the language. But I learned form my grandparents. - In the quest to preserve Native history, it's often family members, grandparents, aunts and uncles, who become the invaluable link to past history and culture.
I was very fortunate cause I felt like I had a lot of grandparents. 
My grandmother had, I think, nine brothers and sisters. 
As tribal members, we have that oral history that's been passed down from generations. 
It was learning about where you come from. 
I think that Native Americans today are at a very unique spot. We can achieve whatever we want if we work really hard at it. 
As an educator, I see the desire for our younger people to want to reconnect with their past history. (singing traditional song) 
I feel optimistic about the future of both tribes. There's a lot of regeneration of the languages, and the culture. 
The Arapaho language, like the old people used to say, it's a gift from the creator, and it's sacred.
The Arapaho language is very important to preserve because it is who we are, it is our identity. 
The Shoshone language is very important because it's like a bridge, it's gonna walk you across toward what you want to know in life. 
Tell me what this month is, what the name of this month is. Cheyenne? 
Humor, April. - Humor, April. Right. 
I try to teach them everything that I grew up with, try to share to let it go on. (singing native song) 
My children, they participate in ceremonies, they know a lot of ceremonial songs, and they do those things at a young age cause I want them to always have that connection and not be stuck on popular culture. 
They wanna learn it. I think they're starting to realize now that they're Northern Arapaho, they're Eastern Shoshone, and that they're, I think they're starting to feel pride in it.
I like to teach my students just like the non-native, you have the computers, you have the books, you have the writing, the arithmetic, and the reading, but you also have your songs, and your dances, and your ceremonies. - We used to go to our ceremonies, powwows, and all that. That's how we kept in touch with our, our culture. 
Our youth now though, one of the things that we're really trying to do is integrate media with our culture, too. So it's nice my daughter pulls up YouTube and she searches different powwows all over the country to watch people dance. 
I'm very optimistic about the future of the Wind River Indian Reservation, because I think that there's more people chasing their dreams in a sense. 
There's different Native groups on Facebook, on Twitter. I mean, so there's all these different resources now. The educational opportunities, and I just look at the differences in generations between my parents and me, has just grown immensely. - I think we're past that line of having people tell us who we are.
I never thought that I could ever become an attorney. - It's important for a kid to see somebody who looks like them in a certain position, whether it'd be their teacher, whether they'd be a doctor, like a kid can see that, and for them it becomes a reality. - And I just look at all these kids out there, and know absolutely in my heart that whatever they want to do, those resources and opportunities are available. 
Never give up, it's what I was told. 
Don't ever give up.


lunedì 1 aprile 2019

OGGI PARLIAMO DELL’ E - BOOK READER KINDLE DELLA AMAZON

Sei tra quelle persone che per nessuna ragione al mondo rinuncerebbero a leggere un libro su carta stampata?
Certo, un libro tradizionale continua ad avere un suo fascino.
La bellezza di avere tra le mani una piccola opera d’arte, con pagine che si sfogliano in modo reale e non virtuale, con quel suo tipico odore di carta, perché rinunciarci? 
A dire il vero anche io fino a qualche anno fa la pensavo come te. 
Ero convinto che il libro tradizionale non avesse pari e non pensavo assolutamente di arrivare a trovare la gioia della lettura anche attraverso un libro elettronico.
Tutto questo finché non decisi di fare un regalo a mia moglie e la scelta cadde sul Kindle Paperwhite (della Amazon).
Come spesso capita, iniziai anche io ad utilizzarlo spinto anche da un po’ di curiosità e accadde quello che mai avrei immaginato accadesse: fu amore a prima vista.
La semplicità di utilizzo, la possibilità di scegliere il migliore carattere per la lettura unitamente alla possibilità di ingrandire o diminuire la grandezza dei caratteri stessi (per chi deve utilizzare degli occhiali da lettura è un vero toccasana), la luce integrata che consente una lettura serale senza necessità di accendere l’ abat-jour (quante discussioni con mia moglie che voleva giustamente il buio in camera per poter prendere sonno mentre io, per abitudine, leggo sempre una mezz’oretta prima di addormentarmi) .
Poi la possibilità di scegliere in tempo reale cosa leggere ed eventualmente scaricarlo immediatamente attraverso la connessione internet integrata e l'opzione one click che sta a significare che utilizzando 1-Click, il tuo ordine verrà effettuato in automatico e non dovrai passare attraverso il carrello.
E inoltre, la possibilità di leggere gratuitamente alcune pagine, in anteprima, per poi decidere se procedere o meno all’acquisto del libro.
Inoltre il costo veramente esiguo dei libri in formato elettronico che ti danno la possibilità di risparmiare moltissimo facendoti recuperare in breve tempo la spesa per l’acquisto del Kindle.
La batteria quasi inesauribile perché dura veramente molti giorni prima di scaricarsi e inoltre il servizio recente di Kindle Unlimited, ovvero un abbonamento che a meno di €.10,00 mensili ti consente di accedere a migliaia di titoli anche in altre lingue, così come la possibilità, per gli iscritti all’ormai famoso servizio di Amazon Prime, di usufruire di numerosissimi e-book o fumetti anche a costo zero.
Che altro dire, bisogna semplicemente provare e naturalmente scegliere il modello che più ci si addice.
Io ho selezionato per te questi modelli con relativo link diretto al prodotto:



Una raccomandazione: questo Blog si sovvenziona solo ed esclusivamente attraverso delle affiliazioni con Amazon e altri prodotti online.
Quindi sarebbe una cosa carina se, nello scegliere il prodotto che più si adatta alle tue esigenze, tu lo faccia seguendo solo ed esclusivamente il link da me proposto.
Ti assicuro che per chi acquista non cambia assolutamente nulla sia nella qualità che nel prezzo.
Alla prossima recensione.

ATTENZIONE: Non dimenticarti di lasciare la tua e-mail nell’apposito spazio a destra per ricevere gli aggiornamenti e postare un commento qui sotto.