giovedì 21 marzo 2019

23 e 24 MARZO 2019 TORNANO LE GIORNATE FAI DI PRIMAVERA

Oltre 1.100 aperture nella 27^ edizione delle Giornate FAI di Primavera
Una grande festa dei Beni Culturali aperta a tutti e alla quale in 26 anni di storia hanno partecipato più di 10 milioni di Italiani che hanno avuto l'opportunità di visitare oltre 12.000 luoghi solitamente chiusi al pubblico in più di 5.000 città di tutta Italia.
In occasione delle Giornate FAI di Primavera, la scoperta di un luogo speciale dell'immenso patrimonio paesaggistico italiano non è solo un'esperienza che va ad arricchire il bagaglio culturale di ogni visitatore, ma un'occasione straordinaria di incontro tra persone di età, interessi, provenienza diversi unite dal desiderio di conoscere luoghi eccezionali del proprio territorio. Luoghi di cui tornare a fruire come visitatori e sui quali accendere i riflettori affinché possano essere tutelati e valorizzati.
Le Giornate FAI di Primavera coinvolgono ogni anno oltre 40.000 Apprendisti Ciceroni©, studenti delle scuole secondarie di I e II grado che accompagnano nelle visite dei luoghi aperti. Educare al valore del patrimonio d'arte e natura attraverso una formula di partecipazione attiva alla sua cura è certamente uno dei modi più efficaci per risvegliare il proprio impegno civile.

Per l'elenco completo delle aperture collegarsi al sito www.giornatefai.it 

(Fonte MiBAC)

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lunedì 18 marzo 2019

NO AGLI INCENTIVI ALLA GEOTERMIA ELETTRICA INDUSTRIALE NON RINNOVABILE

Mi è stato comunicato (e rendo volentieri noto) che sabato 23 marzo 2019, a Roma, alle ore 14:00, in Piazza della Repubblica (ex piazza dell'Esedra), ci sarà un manifestazione per protestare contro le grandi opere inutili e le trivellazioni nell’Amiata.
Secondo i promotori, la Regione Toscana ha deciso di creare il secondo polo geotermico nell'intero territorio.
Sempre secondo i manifestanti, se il governo reintrodurrà gli incentivi alla geotermia elettrica, per l'Amiata non ci sarà possibilità di un futuro.
Salviamo il Monte Amiata e diciamo no agli incentivi alla geotermia elettrica industriale non rinnovabile né pulita.

Per ulteriori approfondimenti: https://sosgeotermia.noblogs.org/ 




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VIDEO INTERVISTA “LIVE SOCIAL” ALLA DOTT.SSA ANGELA SGAMBATI

Ho il piacere di ospitare nel mio Blog questa recente video intervista alla Dott.ssa Angela Sgambati.
Buona visione.





La Dott.ssa Angela Sgambati è laureata in Psicologia Clinica e di Comunità con la Tesi di Laurea in: Tecniche di Osservazioni del Comportamento Infantile e Neuropsicologia Comportamentale “Conoscere e ristrutturare la relazione genitore – bambino con ADHD secondo la Prospettiva Cognitiva Causale”.
Inoltre, è Consulente Coniugale e Familiare iscritta all’ A.I.C.C.eF. (Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari) facente parte dell’U.C.I.P.E.M. (Unione Consultori Italiani Prematrimoniali e Matrimoniali) – Iscrizione n. 447 del 10/02/2007.
È altresì iscritta all’Ordinedegli Psicologi del Lazio con numero d’iscrizione 21346 del 16/03/2015.
Infine è membro effettivo del Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità, la Valorizzazione del Benessere di chi lavora e le discriminazioni (C.U.G.) istituito presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali  (MiBAC).



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sabato 16 marzo 2019

CINEMA E CULTURA VARIA: GLORIA BELL

Con un colpo di genio Sebastián Lelio ha girato il remake americano del suo precedente successo “Gloria”, film cileno.
L’aver trovato l’interprete ideale in Julianne Moore lo ha sicuramente stimolato.
Deve essere una grande soddisfazione per un regista tessere quegli ingredienti, sulla stessa sceneggiatura precedente, che danno un altro ritmo al film: Gloria Bell risulta sicuramente più fruibile del precedente e Julianne Moore interpreta una donna che fa un percorso di crescita personale, trovando un suo modo di essere senza doversi appoggiare ad uomo.
Sebastián Lelio continua col suo film, in uscita il 7 marzo, la sua ricerca sulle Donne; questi personaggi femminili, che ci fa amare, hanno una carica e una resilienza invidiabili e sono messi spesso a paragone con uomini irrisolti. Perfino i personaggi maschili di contorno sono uomini depressi o che hanno perso le coordinate, come l’inquilino del piano di sopra, urlante a qualsiasi ora: “Sarebbe meglio non essere mai nati”.
Una curiosità: il figlio di Gloria, anch’egli con problemi, dovuti ad una moglie egocentrica, è interpretato da Michael Cera, il ragazzo di Juno.
Il grande John Turturro, per quanto possa fare tenerezza, è un uomo sul quale non si può contare, un uomo che si tira indietro anche di fronte alla vera passione; parlando delle figlie lo sentiamo tristemente dire: “Non mi vedono come una persona, ma come loro padre, non si sono mai realmente occupate di me”
La storia è ambientata con frasi e osservazione tipiche della società americana:
“Ti sei rifatta?” chiede alla nostra eroina una donna incontrata a una festa; a tavola si parla di armi e responsabilità, del fatto che il mondo sta andando sempre peggio, a picco: “Siamo seduti sulle poltrone del Titanic” dirà a tavola l’ennesimo personaggio maschile non certo ottimista. E in questa conversazione già Gloria tira fuori la sua grinta dicendo che, se si appresta la fine del mondo, amerebbe andarsene ballando.
Sebbene girato molto in interni e in locali serali, salta all’occhio lo sfarzo di questa pellicola rispetto alla precedente, qui non è un tormento doloroso a far maturare il personaggio, piuttosto una scintilla di vitalità.
Lasciamo parlare il regista: “GLORIA BELL è come la cover di una melodia creata insieme, suonata in un momento nuovo, in un nuovo contesto e da una band nuova. Abbiamo fatto del nostro meglio per rendere omaggio alle scoperte e al DNA del film originale. Allo stesso tempo, però, ci siamo messi alla ricerca di nuove tonalità, vibrazioni e gemme preziose. L’abbiamo fatto per la gioia di fare un film, per l’entusiasmo che il rischio ci dava e perché rappresentava una sfida artistica. Era un atto di libertà. GLORIA BELL è un ritratto femminile molto intenso e incisivo. Vediamo questa donna in ogni ripresa. Ogni singola scena racconta la sua esistenza nel mondo, momento dopo momento. Gloria è una sorta di personaggio secondario nella vita di chi la circonda, e il gioco del film è quello di trasformare quel personaggio secondario in un protagonista assoluto”. Ne risulta un nuovo ritratto femminile, di diversa sensibilità, impreziosito da famosi grandi interpreti, da una colonna sonora originale di spessore e da alcune delle più belle canzoni degli anni ’80, tra cui, l’intramontabile da 40 anni, Gloria di Umberto Tozzi nella versione di Laura Branigan.
Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di vedere all’opera un regista che plasma il suo stesso film per un remake; se avete perso il precedente non perdete questa occasione, se l’avete visto, la curiosità vi spinga: siamo di fronte ad un’opera completamente diversa.

Antonella D’Ambrosio



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venerdì 15 marzo 2019

CULTURA E LAVORO – 3600 ASSUNZIONI AL MIBAC

3700 CARENZE IN ORGANICO NEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI - MIBAC. IL MINISTRO BONISOLI ANNUNCIA L’ASSUNZIONE DI 3600 POSTI NEL TRIENNIO. CON QUOTA 100 PENSIONAMENTI PER OLTRE 4200 UNITÀ.

Prendendo spunto da ciò che ha detto il ministro Alberto Bonisoli nel corso di un incontro con la Stampa estera di qualche tempo fa e cioè; “lo Stato deve spendere soldi in cultura, poiché quello che spendiamo è una spesa necessaria in quanto si mettono a disposizione risorse per rendere fruibile e valorizzare un patrimonio che tutto il mondo ci invidia. 
I soldi vanno spesi anche perché bisogna finanziare le attività culturali come il teatro”. Su questo concetto, come sindacato CONFSAL-UNSA, ci troviamo perfettamente d'accordo con il ministro il quale ha anche affermato, che le attività culturali “è uno dei settori che avrà uno dei trend di crescita maggiori in futuro per quanto riguarda l’occupazione”. Infatti, il Ministro Bonisoli ha comunicato nella riunione periodica con le organizzazioni sindacali che si impegna per 3.600 assunzioni ai beni culturali, anche se tuttavia resta da verificare l'impatto che si avrà con l'applicazione della Quota 100, che nonostante tale nuovo reclutamento, può far collassare il Ministero; in quanto trattasi, come si può facilmente immaginare, solo di una goccia nell’oceano.
Nel corso della riunione il ministro ha specificato che nell’arco temporale che ci separa dal 2021, si potrà procedere a queste nuove assunzioni di questi di cui 1000 sono quelli previsti dalla legge di bilancio 2019, e circa 600 sono invece assunzioni già autorizzate dalla Funzione Pubblica.
I rimanenti 2.000 nuovi assunti sono quelli che dovrebbero entrare nelle fila del Ministero per turn over: rappresentano l’80% del fabbisogno assunzionale contenuto nel ddl “concretezza”, che è all’esame del Parlamento, ma al momento risulta in fase di stallo.
A tal proposito occorre rammentare che da qui al 2021 sono previsti oltre 2.000 pensionamenti, ma, come abbiamo detto, ancora non si possono fare i conti con quota 100: il pensionamento anticipato introdotto dall’attuale governo, dal momento che, ciò potrebbe infatti causare un’ulteriore emorragia al ministero il cui personale, com’è noto, ha un’età media decisamente elevata.
Se si considera che l’età media dei dipendenti del Mibac fino a poco tempo fa era calcolata in 54/68 anni, facendo appunto una stima con l’introduzione della Quota 100 si potrebbero aggiungere altre due o tremila cessazioni di rapporti di lavoro.
Quindi, tenuto conto del nuovo scenario, se il Ministro Bonisoli concretizzerà le 3.600 assunzioni, ci sarebbero le prospettive che da qui al 2021 i pensionamenti potrebbero addirittura assommare a circa 4.200, e di conseguenza il Ministero sarebbe ancora più sottodimensionato rispetto ad oggi, dal momento che attualmente risultano circa 3.700 carenze in organico. In questa prospettiva occupazionale si delineano le procedure concorsuali per le nuove assunzioni al Mibac, i decreti attuativi della legge sullo spettacolo (attraverso nuovi interventi normativi), dalla realizzazione di un catalogo unico nazionale digitale del patrimonio culturale e nuove misure a sostegno del Fondo Unico per lo Spettacolo, fino alla valorizzazione della moda e del design e alla revisione del codice dei Beni culturali.
Questi sono stati alcuni dei contenuti dell’Atto di indirizzo del Ministro Bonisoli che stabiliscono le priorità politiche da realizzarsi nell’anno 2019 e per il triennio 2019-2021 emanato a fine 2018. 
Nel documento sono indicate le azioni strategiche che impegneranno il Ministero nei prossimi anni e fra le iniziative che il Mibac dovrà mettere in atto c’è la mappatura dei beni culturali abbandonati e non utilizzati, come anche la prevenzione del rischio per i siti archeologici. Sarà realizzato poi un Catalogo Unico Nazionale Digitale del patrimonio culturale e il monitoraggio della gestione dei siti UNESCO italiani.
Inoltre, sarà posta specifica attenzione allo spettacolo e al cinema attraverso l’adozione di mirate misure di sostegno al Fondo Unico, azioni per il risanamento delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, l’adozione dei decreti attuativi della legge sullo spettacolo e miglioramento dei criteri di assegnazione delle risorse. 
Interventi normativi sono previsti per l’adozione di provvedimenti necessari all’attuazione della legge sullo spettacolo, in materia di archeologia preventiva e in materia di architettura.
Dal 2019 saranno avviate le procedure concorsuali per l’assunzione di personale, come previsto dalla Legge di Bilancio approvata alla Camera lo scorso 30 dicembre. 
Previste anche misure di rafforzamento delle funzioni di tutela e la revisione del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. 
Tra i punti anche l’implementazione del programma culturale di Matera 2019
Entra nel programma del ministero anche la valorizzazione del patrimonio culturale della moda e del design. 
In particolare, sarà posta attenzione alla promozione del Made in Italy, nei campi specifici della moda e del design. 
Nel contempo, il ministro Bonisoli ha annunciato da qualche tempo, la volontà di cambiare qualcosa sull’organizzazione del ministero e quindi anche sulle Soprintendenze ci sarà una nuova “fase fisiologica” i cui contenuti della riforma del Mibac sono ancora in elaborazione da alcuni mesi e ciò anche su quanto prospetterà la Commissione appositamente costituita e presieduta dal Segretario Generale Panebianco, si tratterà appunto; del superamento delle attuali criticità e individuare la nuova fase di uno sviluppo organizzativo che, come dice il ministro Bonisoli “è fisiologico in tutte le organizzazioni complesse come il ministero”.
Al momento, il tutto è concentrato sui punti più importanti: il ruolo, il numero, l’articolazione delle soprintendenze e in base a questo si potranno prendere a suo tempo le decisioni più importanti. 
A questo proposito, per quanto concerne la riforma del MiBAC, il ministro ha ricordato di aver, “costituito un gruppo ristretto di persone con cui stiamo facendo una valutazione dal punto di vista esterno e quasi disincantato, su come funziona il ministero”.
Per questo ha ribadito più volte il ministro Bonisoli: “A differenza di quanto è stato fatto precedentemente, per avere una riforma efficace, questa riforma va discussa e, allo stesso tempo, va cercato il confronto con chi dovrà viverla all’interno dell’organizzazione.
In questi mesi abbiamo incontrato tutti (tranne i segretari regionali) e abbiamo già un elenco di cose che non funzionano e che potrebbero essere messe a posto. Stiamo trovando una sintesi e questa sintesi sarà l’avanzamento, il superamento, la nuova fase di uno sviluppo organizzativo che, come già più volte accennato, è fisiologico in tutte le organizzazioni complesse come quella del ministero”. 
Infine, per quanto riguarda il personale il ministro Bonisoli, ha precisato che appare “palese che ci siano delle criticità dell’attuale organizzazione del ministero”. 
Oltre all’organizzazione della macchina su cui esistono criticità, esiste anche il problema legato “alla quantità e qualità del personale.
“Ci sono inoltre difficoltà per alcuni ruoli che sono difficilmente riscontrabili: ad esempio il Ministero è storicamente in difetto per competenze che abbiano a che fare con l’amministrazione o con l’IT. 
Ma anche banalmente come numero di personale. Esistono diverse situazioni in giro per l’Italia dove non si riesce ad aprire in maniera completa un museo, una biblioteca, un giardino perché non c’è il numero sufficiente di personale. 
Questo è la ragione per cui in Manovra siamo stati molto attenti al discorso assunzionale”.
Così come per le Biblioteche e gli Archivi molti sono istituti sono a rischio chiusura per mancanza di profili professionali specifici?
Come del resto sono le diverse aree archeologiche e musei disseminate sull’intero territorio nazionale, le quali sono in crescente difficoltà, perché da tempo sotto organico e le Soprintendenze faticano a svolgere il loro lavoro a causa del personale insufficiente?
A questa annosa problematica della qualifica dei funzionari, prova a dare una risposta il Ministro Bonisoli. 
Pensando a nuove corpose assunzioni nei prossimi anni pari almeno 6.000 posti corrispondente al personale tecnico-scientifico. A tutto questo ovviamente non si può non considerare che dopo il via libera allo scorrimento dalle graduatorie dei passaggi interni dalla I alla II area e dalla II e III area per i 460 Funzionari Ombra, non si debba procedere anche per i rimanenti idonei, che tutt’ora attendono di poter scorrere in graduatoria e di essere inquadrati nella qualifica per cui hanno concorso.
In questi giorni, così come aveva preannunciato nell’incontro con i sindacati, il Ministro ha fatto conoscere che è intenzionato ad incontrare nuovamente le OO.SS. il giorno giovedì 28 marzo 2019, anche in quell’occasione, come sempre, la Confsal-Unsa non mancherà di formulare le proprie pro- poste per l’occupazione e lo sviluppo strategico del settore dei beni culturali.

Dott. Giuseppe Urbino
Segretario Nazionale della CONFSAL-UNSA Beni Culturali



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giovedì 14 marzo 2019

LA CONSULENZA DI COPPIA

La vita è un intreccio di rapporti, alcuni buoni, altri cattivi. 
Grazie a queste relazioni si superano lo stadio infantile, le difficoltà dell'adolescenza e ci si incammina verso la maturità.
La relazione fa conoscere la sconfitta, insegna a sopportare la perdita e a vincere la paura, aiutano a sradicare il timore di amare. Sono ancora oggi la maggior fonte di stimolo, mantengono l'uomo aperto, curioso e desideroso di imparare dal cambiamento.
Tutti abbiamo bisogno uno dell'altro.
Ma se i rapporti falliscono non vuol dire che si è malvagi o avere aspettative non realistiche.
Una relazione è positiva se incoraggia una crescita ottimale del corpo, della mente  e dello spirito. 
Se un legame diventa distruttivo, mette a repentaglio la dignità, impedisce di crescere, deprime e demoralizza in continuazione, anche se si è tentato in tutti i modi di impedirne il fallimento, forse necessita di una  più profonda riflessione.
Essere uniti significa essere due entità in intimità tra loro, con la propria unicità.
L'amore è interazione dinamica, vissuta in ogni attimo della vita, è possibile donarlo solo spontaneamente, con un atto di chiara volontà. 
L'altro non è una entità fisica o una "cosa" da comprare, né d'altro canto l'amore può essere imposto oppure estorto.
Amore vuol dire fiducia, un amore pronto ad accogliere tutto ciò che gli viene offerto, l'amore che esige una contropartita porta con se il dolore.
Si ama perché si vuole amare, perché amare dà gioia, perché si sa che dall'amore dipende la scoperta e la realizzazione di se stessi.
L'uomo che crede in sé nutre fiducia anche negli altri.
Il potenziale dell'amore è sconfinato.
Pertanto non sorprende che ci si incontri difficoltà nell' esprimere un sentimento profondo e complesso come l'amore. 
All'uomo riesce arduo tradurre in parole ciò che prova.
L'amore è paziente e sa attendere, ma è un'attesa non uno status passivamente remissivo, poiché si offre incessantemente in un  rapporto di scambio e di reciproca rivelazione.
L'amore è spontaneo e implora di potersi esprimere attraverso la gioia, la bellezza, la verità.
Perfino attraverso le lacrime.
L'amore esige libertà, è un libero scambio di dare e avere. 
Tuttavia l'amore necessita di libertà anche per crescere ed evolversi.
Ogni individuo che si realizzi attraverso l'amore trova una via personale e soggettiva per concretarlo ed esprimerlo; ma non si può costringere l'altro a seguire lo stesso percorso. Al contrario, si deve esortare a trovare la propria strada.
Per amare gli altri dobbiamo amare noi stessi. Possiamo donare agli altri solamente ciò che possediamo in proprio. Non possiamo dare ciò che non abbiamo appreso e sperimentato di persona. 
https://drive.google.com/open?id=1bbfnapWKXtcLzyop51DS4p7MNO6_VpHk
 Amare noi stessi non si traduce in una visione egocentrica e ossessiva della propria realtà. Amare noi stessi significa avere a cuore la propria persona, provare nei confronti di se stessi interesse, rispetto, giusta attenzione.  
L'uomo ama se stesso quando si vede nella sua realtà, quando mostra di apprezzare ciò che vede, ma soprattutto quando vive come una sfida esaltante la prospettiva di ciò che è in grado di diventare.

Angela Sgambati

Nota: La Dott.ssa Angela Sgambati è laureata in Psicologia Clinica e di Comunità con la Tesi di Laurea in: Tecniche di Osservazioni del Comportamento Infantile e Neuropsicologia Comportamentale “Conoscere e ristrutturare la relazione genitore – bambino con ADHD secondo la Prospettiva Cognitiva Causale”.
Inoltre, è Consulente Coniugale e Familiare iscritta all’ A.I.C.C.eF. (Associazione Italiana Consulenti Coniugalie e Familiari) facente parte dell’U.C.I.P.E.M. (Unione Consultori ItalianiPrematrimoniali e Matrimoniali) – Iscrizione n. 447 del 10/02/2007.
È altresì iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio con numero d’iscrizione 21346 del 16/03/2015.
Per appuntamenti può essere contattata al seguente numero personale: 3476132861 e la sua e-mail è: info@psicologiadiroma.it
Se si desidera conoscere le attività del Centro di Consulenza Familiare “Santa Costanza”, del quale è Direttore Responsabile, potete visitare il seguente Sito Internet: www.ilconsultoriofamiliare.it

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mercoledì 13 marzo 2019

DIPENDENTI PUBBLICI? SEMPRE PIÙ BRUTTI, SPORCHI E CATTIVI!!!

Brutti, sporchi e cattivi è il titolo di un famoso film del 1976 diretto da Ettore Scola, con attore protagonista Nino Manfredi.
Il film, che tra l’altro vinse il premio per la miglior regia al 29º Festival di Cannes, è ambientato nelle baraccopoli della periferia di Roma degli anni settanta.
Sembra però che per essere brutti, sporchi e cattivi non sia necessario appartenere al cosiddetto “sottoproletariato” ovvero alla classe sociale economicamente più debole rispetto al proletariato (che già comunque fa parte di uno strato sociale svantaggiato della popolazione).
Per quanto se ne possa dire e parlare male, i dipendenti pubblici (ovvero i servitori dello Stato) lungi dall’avere ancora alcuni privilegi (come ad esempio le baby pensioni) che li hanno visti protagonisti fino a numerosi anni fa (non dimentichiamoci che il rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici è stato ormai privatizzato già da moltissimo tempo), si trovano per ironia della sorte addirittura svantaggiati rispetto ai lavoratori di altri settori.
Un esempio su tutti l’indebito ritardo del pagamento del TFR che li costringe ad attendere il proprio Trattamento di Fine Rapporto fino a 51 mesi, tra dilazioni e rateizzazioni.
A tal proposito c’è comunque da segnalare che il 17 aprile 2019 è stata fissata l’udienza della Corte Costituzionale per il ricorso UNSA (Unione Nazionale Sindacati Autonomi) sull’indebito ritardo del pagamento del TFR per i dipendenti pubblici al fine di consentire a questa categoria di lavoratori di vedersi riconoscere il TFR che si sono meritati nella loro carriera, immediatamente all’atto del pensionamento.
Ma la disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e lavoratori di altri settori non si limita a questo.
Infatti, in un momento storico che vede un vero e proprio esodo di pensionati verso Paesi nei quali è possibile pagare nulla o comunque meno tasse, trovandosi di fatto ad avere una pensione più “pesante”, gli ex dipendenti pubblici non possono avere questa possibilità.
L'Istituto nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica (INPDAP) era l’Ente di riferimento per tutti i dipendenti pubblici che è recentemente confluito nell’ Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS).
Questa unione però non ha apportato una vera e propria parificazione tra i pensionati in quanto i lavoratori “ex INPDAP” che desiderano prendere la residenza in un Paese estero al fine di avere delle agevolazioni pensionistiche, si trovano nell’impossibilità di coronare questo sogno.
Il problema nasce proprio da una serie di convenzioni internazionali stipulate dal Governo italiano con molti Paesi come ad esempio il Portogallo e la Spagna (per la precisione la meta più gettonata sono le isole Canarie anche per il clima mite tutto l’anno e il costo della vita molto contenuto).
La cosa scandalosa e assurda è però che, nonostante l’unificazione con l’INPS, queste convenzioni non sono state applicate ai lavoratori ex INPDAP.
Le uniche convenzioni al momento esistenti per questa categoria di lavoratori (ovvero ex INPDAP) sono nei confronti dei seguenti paesi: Cile, Senegal, Tunisia e Australia.
Se consideriamo che i lavoratori INPS possono scegliere tra oltre settanta Paesi (molti dei quali europei) che vanno dal Belgio alla Danimarca passando per la Finlandia, la Francia e Malta ci rendiamo conto che la disparità di trattamento è non solo notevole ma a dir poco scandalosa.
Ci vorrà forse un ricorso anche per avere questo sacrosanto diritto?
Speriamo che la ragione prevalga e che qualcosa cambi, soprattutto cambi in fretta.




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NEIL ARMSTRONG: IL PRIMO UOMO

Quasi cinquant’anni fa, ovvero il 20 luglio 1969, un Modulo Lunare (LM) si pose sulla superfice nostro satellite naturale.
Faceva parte di una navicella spaziale chiamata Apollo che a sua volta era composta di un Modulo di comando e un Modulo di servizio.
La missione spaziale si chiamava Apollo 11 e gli astronauti lanciati nello spazio dentro un razzo chiamato Saturn V dal Kennedy Space Center erano: Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin.
Il modulo allunò il 20 luglio 1969 alle 20:17:40 e sei ore più tardi, il 21 luglio alle ore 02:56, il comandate Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare pronunciando la celebre frase: «That's one small step for a man, one giant leap for mankind.» ovvero «Questo è un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l'umanità.».
Aldrin lo seguì 19 minuti dopo. 
Michael Collins, il pilota del modulo di comando, rimase in orbita lunare per poter poi ricongiungersi con il modulo lunare e tronare, insieme ai suoi compagni, sul nostro pianeta. 
Armstrong e Aldrin trascorsero più di due ore fuori della navicella riuscendo a portare sulla terra più di 21 chili di materiale lunare. 
La missione Apollo 11 terminò il 24 luglio con l'ammaraggio nell'Oceano Pacifico.
Mai come adesso torna d’attualità un famoso libro di Oriana Fallaci che si intitola Quel giorno sulla luna.
Amazon ce lo presenta chiaramente in questo modo:
"Come un bambino curioso la scienza va avanti, scopre cose che non sapevamo, provoca cose che non immaginavamo: ma come un bambino incosciente non si chiede mai se ciò che fa è bene o è male. Dove ci porterà questo andare?" Così Oriana Fallaci a Wernher von Braun, tra i capostipiti del programma spaziale americano. Sono gli anni Sessanta del secolo scorso e la grande scrittrice si avvicina all'avventura nello spazio affascinata dagli scenari che il futuro preannuncia. 
Per comprendere a fondo l'esplorazione dell'universo trascorre lunghi periodi nel centro della NASA a Houston e nella base di Cape Kennedy. Quel giorno sulla Luna racconta la sua esperienza: Oriana incontra gli astronauti, espone i propri dubbi, sottolinea i rischi e rivela le difficoltà. Il materiale che raccoglie è sorprendente per ricchezza e completezza documentativa, per varietà di voci e punti di vista. Nel momento in cui il missile Saturno V si solleva, prevale l'emozione di poter vivere in diretta un avvenimento straordinario, e ancora oggi resta memorabile la narrazione con cui la Fallaci restituisce gli stati d'animo dei protagonisti dell'impresa, coloro che per primi solcarono la superficie lunare.
Il libro può essere acquistato in tre diverse edizioni cliccando sui seguenti link:
Sarò molto lieto di riceve i vostri commenti riguardo alla missione lunare anche in vista di una futura missione su Marte nonché qualche recensione sul libro da me proposto.




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martedì 12 marzo 2019

BASTA ESSERE ASSILLATI DAI CALL CENTER

Desidero condividere con tutti voi la mia esperienza terrificante con i vari call center che chiamano con finalità Commerciali, Pubblicitarie e spesso in modo persecutorio, ad ogni ora del giorno e della sera.
Tra l’altro a nulla è servito il fatto che io abbia espressamente richiesto al mio operatore telefonico di mantenere il numero di telefono riservato nonché negato il consenso al trasferimento dei miei dati personali a operatori pubblicitari o commerciali.
Se non erro il Senatore Giulio Andreotti amava dire: “A pensare male si fa peccato ma ci si azzecca”.
Sono certo che dietro ci sia un giro milionario, una sorta di compravendita delle utenze da assillare.
Alla fin fine ci vuole poco e questo anche all’insaputa della stessa compagnia telefonica.
Basta un dipendente disonesto che comunica ai call center, di nascosto alla compagnia telefonica per la quale lavora, i dati riservati del malcapitato cliente e il gioco è fatto.
Mi sono arrivate nel tempo telefonate che mi hanno fatto gelare il sangue nelle vene.
Chi chiamava sapeva con esattezza il mio nome e cognome nonché il mio piano telefonico, la compagnia telefonica presso la quale ho stipulato il contratto e da quando avevo iniziato a servirmi della stessa.
In pratica  tutto quello che io avevo (e ho tuttora) vietato alla mia compagnia telefonica di diffondere.
Anche rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali è stata una impresa persa in partenza in quanto mi è stato chiesto di prendere nota di volta in volta (ovvero almeno cinque volte al giorno) di chi aveva chiamato, come si era qualificato, da quale numero aveva chiamato e cosa ci eravamo detti.
In pratica un’impresa del tutto in possibile e persa in partenza a meno che io non abbia tempo da perdere e passare l’intera giornata a scrivere tutti questi dati da inviare poi al Garante.
Ci sarebbe anche il famoso Registro Pubblico delle Opposizioni ma anche in questo caso per me è stato impossibile iscrivermi in quanto avevo scelto (per difendermi dall’arroganza di questi call center) di avere un’utenza privata.
Quindi, per non subire più questo andazzo che mi stava stressando in un modo incredibile, mi sono rivolto alla tecnologia.
Dopo avere cercato varie soluzioni, sono incappato in un apparecchietto di facile installazione e che crea una corposa Blacklist che, a distanza di parecchi mesi dalla sua installazione, ha fatto tornare il silenzio dentro la mia casa.
Certo, di tanto in tanto capita qualcuno che riesce a superare la barriera protettiva che ho creato ma in questo caso si blocca definitivamente il singolo numero e da quell’utenza nessuno potrà più chiamare.
Io ho scelto il seguente modello:
ma ve ne sono anche altri con maggiori potenzialità e maggiori numeri e prefissi da bloccare.
Sì, ho detto prefissi perché la maggior parte delle telefonate persecutorie arrivano da prefissi ormai segnalati come 081, 011, 045, 055, 02, 06 nonché da numeri privati.
Qui sotto comunque vi indico tutta la gamma dei prodotti CPR Call Blocker.
Fatemi sapere se avete qualche richiesta particolare e, se è nelle mie conoscenze, sarò lieto di darvi una mano.
A presto.
Ecco i Link:




CPR V5000 Premium - Blocca chiamate indesiderate per telefono fisso - "STOP alle persone importune!"- Riprenda il controllo della Sua privacy.



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lunedì 11 marzo 2019

CURIOSITÀ: QUANTO GUADAGNA UNO CHEF

Come si diventa e uno Chef. Quali sono i gradini che portano ad arrivare al vertice della gerarchia e potersi fregiare del titolo di Executive Chef.

La cucina è la tua passione e vorresti che diventasse il tuo lavoro? 
Sei sulla strada giusta per diventare Chef.

Ma andiamo ad analizzare in cosa consiste fare lo Chef e quanto guadagna.
Innanzitutto c’è da dire che mai come in questo periodo si è sentito parlare di Chef e in generale di cucina di alto livello.
Il mondo televisivo ci sta fornendo molti spunti di riflessione e magari ci fa anche un po’ sognare ad occhi aperti tramite i numerosi programmi – sarebbe meglio dire Reality – che trattano argomenti di cucina di alto livello e in particolare della vita lavorativa degli Chef e dei loro guadagni.
Da “Il ristorante degli chef” a “Top Chef Italia” passando da “MasterChef Italia” ormai gli appassionati di cucina hanno la possibilità di vedere i loro beniamini messi alla prova (e perché no magari cimentarsi in prima persona partecipando alle varie trasmissioni).
Ma per passare dal sogno alla realtà bisogna un momento toccare con i piedi la terra e capire bene come è strutturata una cucina e chi ne può far parte. 
In seconda analisi approfondiremo gli stipendi (a volte veramente stellari) che uno Chef può riuscire ad ottenere.

Ma quali sono i gradini che deve salire un aspirante Chef?

Come in tutti i lavori, prima di arrivare al vertice bisogna passare per varie fasi intermedie – ovvero per vari step - visto che anche il mondo della cucina, almeno quello in una struttura complessa e articolata, ha la sua gerarchia.
Tutto l’insieme del personale che opera in una cucina, ciascuno in un ruolo diverso, viene definito “Brigata”.
L’organizzazione gerarchica, in breve e partendo dalla figura più in basso nella gerarchia, è la seguente:
- COMMIS DI CUCINA: è la figura di base, colui (o colei) che si occupa, in modo spesso frenetico, di mantenere sempre pulita la cucina e aiutare nella preparazione degli ingredienti. Figura tutto sommato basilare perché nell’aiutare apprende in modo diretto come si lavora in una cucina;
- CHEF DE PARTIE: hanno compiti ben determinati come, ad esempio, la preparazione di secondi di carne oppure di pesce. Sono assistiti dai colleghi più giovani ai quali insegnano i rudimenti dei questo affascinante mestiere;
- PASTRY CHEF: si occupa di vari aspetti della cucina partendo dal pane, passando per i dessert e infine la creazione di dolci del ristorante;
- SOUS CHEF: assiste e in alcuni casi sostituisce l’head chef o l’executive chef (tra poco vedremo chi sono) e oltre a gestire lo staff alle sue dipendenze si occupa anche della parte amministrativa;
- HEAD CHEF: è spesso il capo della Brigata anche perché può sostituire l’ EXECUTIVE CHEF (anche in questo caso fra poco vedremo di chi stiamo parlando). Tra i vari compiti c’è quello di gestire le ordinazioni in cucina nonché avere la responsabilità dell’igiene;
- EXECUTIVE CHEF: finalmente ci troviamo al vertice. L’ Executive Chef più che cucinare in prima persona (cosa che comunque deve saper fare in modo eccellente) ha il compito di gestire la cucina nonché creare sempre nuovi piatti, controllare e revisionare il menù e tutto ciò che può essere utile per il corretto andamento della cucina;

Adesso però ti starai chiedendo: quanto guadagna uno Chef? 

Come ti sarai reso conto, la gavetta è lunga e durissima. La selezione enorme anche perché i ritmi e gli orari di lavoro sono frenetici. 
Puoi scegliere di rimanere ai gradini più bassi e in tal caso avresti meno responsabilità ma naturalmente, come in tutte le cose, più aumenta la tua esperienza più sali nella gerarchia e naturalmente più riceverai di stipendio.
Se ad esempio esci proprio adesso dalla scuola alberghiera il tuo stipendio sarà uno stipendio nella media di moltissime altre professioni ovvero intorno ai 1.200 euro (milleduecento Euro mensili).
Riuscendo a diventare un Sous Chef la cifra mensile si fa decisamente più interessante e può arrivare anche a 5.00 euro (cinquemila Euro mensili).
Un Executive Chef arriverà tranquillamente a 7.000 euro (settemila Euro mensili) con picchi fino a 10.000 euro (diecimila Euro mensili).

Ma esistono altre figure professionali nel campo della cucina?

Certamente. 

Alcune figure professionali hanno una lunga storia, basti pensare al Pasticciere.

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Innanzitutto per diventare pasticciere devi fare molta pratica. In buona sostanza molta gavetta e moltissimo aggiornamento. All’inizio lo stipendio non è dei più alti in quanto di norma è intorno ai 12.000 (dodicimila) euro l’anno. 
In una fase successiva, quando da apprendista diventa un vero e proprio professionista, allora può tranquillamente arrivare a 45.000 (quarantacinquemila) euro l’anno e, in alcuni casi, addirittura a 63.000 (sessantatremila) euro l’anno.
C’è da dire che i nostri pasticcieri sono rinomati all’estero e quindi chi vuole tentare questa strada potrà arrivare un giorno a cifre che sono praticamente il doppio di quelle italiane.

Altra figura professionale interessante è quella del Pizzaiolo.

Anche in questo caso dovrai fare una lunga e dura gavetta ma stai pur sicuro che alla fine ti accorgerai che ne è valsa la pena.
Inizialmente potrai aspettarti un stipendio mensile di 1.000 (mille) euro ma già dopo un po’ di tempo, se sei bravo, potrai arrivare a 1400 (millequattrocento) euro per 40 ore di lavoro settimanale.
Man mano che aumenterà la tua bravura potrai raggiungere uno stipendio mensile di 1600 (milleseicento) euro.
Non è però raro che qualcuno riesca a farsi un nome all’estero, specie come pizzaiolo acrobatico e in questo caso può arrivare tranquillamente a guadagnare uno stipendio di 2000 (duemila) euro.
Inoltre si sta facendo strada anche la figura professionale dello Street food Chef ovvero lo Chef che si occupa del il cibo di strada.
Negli ultimi anni è un vero boom di questo tipo di ristorazione, semplice, veloce e alla portata di quasi tutte le tasche.

Tornando allo Chef stellato, c’è da dire che vi sono ulteriori sbocchi.

Ad esempio ti sei mai chiesto quanto guadagna uno Chef sulle navi?

In questo caso distinguiamo tra navi mercantili e navi da crociera.

Nel caso di un cuoco imbarcato su una nave mercantile, il suo stipendio potrà aggirarsi intorno ai 2.500 (duemilacinquecento) euro al mese. 
Nel caso di una nave da crociera la cifra si fa più interessante in quanto si può arrivare anche a 4.000 (quattromila) euro mensili.
È pacifico che in quanto imbarcato, dovrai preventivare lunghi periodi di assenza dalla tua città.

Ma se vado a fare lo Chef in una capitale europea oppure in America?

Il mangiare italiano è ricercato e giustamente considerato uno dei migliori. Quindi possiamo dire che la nostra cucina è rinomata in tutto il mondo. 
C’è però una bella differenza tra le varie località che si scelgono. Ad esempio, fare il cuoco a Londra, ti può fare arrivare a non oltre 2.500 (duemilacinquecento) euro mensili mentre negli Stati Uniti d’America, uno Chef italiano può arrivare anche a 7.000 (settemila) euro mensili.
Qui però bisogna fare un’ulteriore distinzione in quanto dipende in quale Stato lavora. 
Questa cifra prende come esempio uno Chef che lavora a l’isola di Manhhattan oppure nell’ Upper West Side.

E se decido di mettermi in proprio?

Se decidi di metterti in proprio il discorso cambia in quanto non si parlerà più di stipendio ma di fatturato.
Molti Chef stellati si sono messi in proprio ma a questo punto devi ragionare non solo come ragionerebbe un cuoco di alto livello ma anche come un manager.
Se hai delle attitudini imprenditoriali è una strada che puoi anche percorrere ma ricordati che, al di là del mondo stellato che ci mostra la televisione, il lavoro dello chef è un lavoro duro, fatto di tanta passione ma anche di tanto sacrificio e che, in alcune giornate, non conosce orario.

Ma quanto fatturano i grandi Chef?

Tieniti pronto perché qui stiamo parlando di cifre da capogiro.
Si può iniziare da un fatturato di oltre 2 milioni e mezzo di euro l’anno (Moreno Cedroni) e passare a fatturati un po’ più alti come quello di Massimo Bottura ovvero circa 5 milioni di euro l’anno fino ad arrivare alla magnifica cifra di oltre 15 milioni dell’ azienda Da Vittorio Srl ( in questo caso però non si parla solo di ristorante ma anche di altre attività affini e ad esso collegate).

Non ti dimenticare però che a fronte di un grosso fatturato, vi sono anche dei costi elevatissimi relativi alla gestione come, ad esempio, l’approvvigionamento delle materie prime e l’affitto del locale.



Esiste lo Chef a domicilio?

Certamente. 

È una nuova opportunità di lavoro adatta a chi esce da una scuola alberghiera e vuole mettersi in proprio.


Cosa devo fare per diventare Chef a domicilio?

L’ideale è avere frequentato la scuola alberghiera. 
Poi sarà bene specializzarsi attraverso corsi di scuole di cucina e ancora meglio se farai uno stage presso qualche rinomato ristorante.

Ma quanto guadagna uno Chef a domicilio?

Se si tratta di uno Chef già affermato allora chiederà il doppio di una cena presso il suo locale. Altrimenti ci si può accordare per un prezzo che si aggira intorno ai 40 (quaranta) euro a persona.

Ma posso fare lo Chef a casa mia?

Certamente. In questo caso si parla di Home Restaurant.

Cos’è e come funziona l’ Home Restaurant?

L’ Home Restaurant, meglio detto come “ristorante a casa”, è una forma nuova e alternativa di ristorazione che sta dilagando in questi ultimi tempi.
Così come si sono sviluppati i “cuochi a domicilio” con una formula simile adesso il cuoco non va più a casa del cliente bensì è il cliente che va a casa del cuoco.

In alcuni casi questo tipo di ristorazione è abbinata alla gestione di un B&B e ad ogni buon fine è un’attività di somministrazione di alimenti e bevande a tutti gli effetti e pertanto necessita della SCIA e naturalmente è soggetta a tutti i controlli di Pubblica Sicurezza.
Inoltre i coperti annui non possono superare i 500 (cinquecento) e i compensi i 5.000 (cinquemila) euro annui. 
Infine, i compensi devono essere effettuati tramite sistemi elettronici per via della tracciabilità.

Tu che ne dici di questi sbocchi professionali?

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FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI

UNA RIFLESSIONE SUL SENSO DELLA VITA


“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.
Questa citazione, tratta dal verso 119 del canto XXVI dell’Inferno di Dante Alighieri, mi ha sempre affascinato per la sua completezza e immediatezza nel messaggio che lascia al lettore.
L’essere umano ha vissuto nei millenni una enorme evoluzione che piano piano lo ha portato a divenire, circa 200.000 anni fa, Homo Sapiens.
Non è certo mia intenzione, in questo post, entrare nel merito scientifico della trattazione dell’evoluzione dell’uomo sin dalla preistoria (non è un trattato di antropologia) ma una cosa è certa: l’uomo moderno è il diretto discendente dell’Homo Sapiens.
Ma questo cosa significa in realtà e cosa centra con Dante Alighieri?
Ebbene, l’uomo moderno è l’unica specie nel regno animale che può comprendere il mondo che lo circonda nonché approfondire il senso della vita attraverso la religione oppure la filosofia.
Non dimentichiamoci poi che l’Homo Sapiens (ovvero l’uomo moderno, suo diretto discendente), è capace di preparare e cuocere i cibi, vestirsi, usare tutto ciò che la moderna tecnologia gli offre, suonare uno strumento (o comunque apprezzare la buona musica), emozionarsi di fronte a un quadro di rara bellezza e intensità.
Ecco quindi che si torna a Ulisse e Dante poiché, fatte queste premesse, è evidente che l’uomo non può e non deve vivere come un bruto ma deve fare tutto il possibile per dimostrare la sua evoluzione e inseguire “virtute e canoscenza”.
Se un essere umano, invece di usare le sue virtù, si abbassa a compiere atti brutali come ad esempio fare violenza al proprio figlio, ecco che si comporta peggio delle bestie (che per istinto non conoscono questa realtà) ed ecco che il suo è un comportamento non solo brutale ma assolutamente vile ed è vile ancor di più perché compiuto contro una persona totalmente indifesa.
Mi farebbe piacere avere una vostra opinione in merito. 
Che ne pensate di queste riflessioni?
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