domenica 31 marzo 2019

PAOLO DIECI L’IMPEGNO DELLA GENTILEZZA

Avere degli ideali, credere in quello che si fa, questo il sogno di molti, realizzato da Paolo Dieci. Era il presidente del Cisp, Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli *, e di Rete LinK 2007 *.
Il 10 marzo, nell'incidente del Boeing 737, l'aereo partito da Addis Abeba, in Etiopia, diretto a Nairobi, una tragedia con 157 morti di diverse nazionalità, abbiamo perduto valorose persone il cui impegno professionale e di vita era al servizio della cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario.
Il sito del Cisp - la cui Dichiarazione di Intenti adottata nel 2018 “Diritti, Cambiamento, Sostenibilità” conferisce particolare attenzione ai temi della lotta alla povertà e all’esclusione sociale – annuncia “con immenso dolore la perdita di Paolo Dieci, uno dei suoi fondatori, uno dei suoi più appassionati soci e più competenti cooperanti, il suo Presidente. Il nostro meraviglioso amico. 
Il mondo della cooperazione internazionale perde uno dei suoi più brillanti esponenti e la società civile italiana tutta perde un prezioso punto di riferimento. 
La visione di una società più giusta, coesa, egualitaria, che ha guidato Paolo nel suo impegno in Italia e nel mondo continuerà a guidare il nostro lavoro. 
Ci stringiamo attorno alla moglie, ai figli e alla famiglia tutta di Paolo e promettiamo loro di continuare ad onorare la sua memoria mettendo in pratica tutto ciò che da lui abbiamo imparato, provando ad avere     la     sua     stessa      lucidità nell'analizzare i problemi delle società contemporanee, la sua stessa perseveranza e pazienza nel provare a risolverne almeno una parte, la sua stessa preparazione e competenza nella realizzazione di ogni singola azione, progetto, programma ….". Così come ha fatto Paolo, con instancabile tenacia.
Paolo ha tenuto fede al suo sogno giovanile, appassionato al volontariato svolto per anni, ha portato avanti  il suo progetto con amore e determinazione, facendolo diventare il lavoro della sua vita; l’impegno messo nei progetti umanitari lo coinvolgeva con partecipazione profonda. Ciononostante era un uomo con i piedi per terra, non di quelli che si sentono i salvatori del mondo: “Non posso salvare il mondo, ma qualche vita sì”, è una delle tante sue frasi che saranno di stimolo alla vita di tutti noi. Ciascuno di noi può sempre fare qualcosa per gli altri, a cominciare dal semplice, ma poco usato, buongiorno  dato con un sorriso.
Si stava occupando dei programmi dedicati alle donne dei paesi africani, in particolare la Somalia, per l’istruzione, la valorizzazione della cultura e della coesione.
La cooperazione tra i popoli è molto importante per non perdere mai il senso dell’insieme: il mondo è un tutt’uno; è tutto collegato come succede in natura: un disastro causato dall'uomo reca danni a tutto il pianeta.
Come detto da Giulia Olmi, cofondatrice del Cisp, una delle sue più grandi doti era l’umiltà, che gli ha dato la capacità di saper ascoltare gli altri, dote rara e preziosa, soprattutto nel mondo contemporaneo. “Siamo al servizio di” diceva Paolo. Il rispetto per l’altro crea ponti che uniscono.


La competenza e il rigore con cui perseguiva il suo compito, gli hanno dato la precisione e la determinazione del soldato: sempre preparato in ciò che affermava; la documentazione preventiva coronava la sua profondità di pensiero che gli dava e non toglieva, come succede spesso agli esseri umani, positività ed ottimismo.
A forza di non farlo con chi sta loro intorno, gli esseri umani perdono la capacità di ascoltare anche sé stessi e vanno avanti come automi; la gioia dell’esempio di Paolo Dieci ci ridesti ad una maggiore consapevolezza.
Amore ci leghi a questo grande Uomo, elevato al Pantheon dei Giusti, che ha saputo realizzare i suoi ideali  e li ha portati avanti con energica forza di volontà e rispetto per tutti i collaboratori e per la Vita di tutti. La sua gentilezza sia la nostra.
In questo mondo spesso volgare, e aggressivo anche verbalmente, con figure di riferimento che hanno fatto dell’arroganza, dei soprusi e della forza bruta i loro ideali, cercare di imitare l’esempio di chi ha portato un mite sorriso e l’approccio gentile ovunque si sia recato è una rivoluzione che ciascuno di noi potrebbe impegnarsi ad attuare da subito.
Note: 1) Cisp Organizzazione non governativa (ONG) riconosciuta dalla Legge 49/1987 e quindi considerata di diritto ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale).
2) Rete LinK 2007 Associazione di coordinamento consortile che raggruppa importanti Organizzazioni Non Governative italiane, in partico- lare 14 ong: Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Gvc, Icu, Intersos, Lvia, Medici con l'Africa Cuamm, Ccm, Elis, World Friendss, Ciai e Amref.

Antonella D’Ambrosio

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sabato 30 marzo 2019

MIND SECRETS EXPOSED 2.0



The human mind is an amazing machine and is capable of some miraculous feats that confuse the most learned scientist. We know little of the mind, except that it is powerful and we don’t tap into its full potential. There are plenty of people who are interested in uncovering the truth about the mind and utilizing its full power. There are a corresponding number of self-help books available on the Internet that claim to allow access to these hidden depths – but most of them fail to deliver on their promise.

But here comes Greg Frost and his latest book, Mind Secrets Exposed. This book is a great tool for anyone who wants to enhance their mind and the quality of their life and the best part is that this book works. Mind Secrets Exposed is filled with comprehensive information on how the mind works and how one can tap into its potential. Greg Frost also provides great techniques and strategies for accessing the full power of the mind, from visualization to focusing exercises, allowing the reader to accomplish anything they want.

The book comes in the standard e-book format, as well as an audiobook, for those who want to access the contents on the go. Each chapter focuses on a different part of the mind and how to fully utilize that function to achieve success and accomplish goals. The end of each chapter is capped off with exercises and guides, providing the reader with several ways to apply the concepts discussed in the chapter in real-life. These efficient guides add practicality and applicability to the theories found in Mind Secrets Exposed.


Beyond the book itself, Mind Secrets Exposed also comes with Quick Wealth System and Success Monthly. The first is a simple guide on how to easily and efficiently improve your financial situation and provides advice on creating wealth and income. The second is a monthly newsletter that enhances the material found in Mind Secrets Exposed, ranging from scientific articles discussing the brain, to biographies of famous figures in history and how the reader can learn from these shining examples.

Success Monthly also comes with a coaching system that provides an in-depth guide on enhancing success and becoming more productive, efficient and effective. The coaching system comes in video format and consists of a definitive guide on becoming an achiever in a direct, easily understandable manner.

The newsletter is made available for those who become members, which requires paying a monthly fee. For those who might think that this is too much of an investment, buying Mind Secrets Exposed gives you the first month for free, allowing you access to the newsletter and letting you judge its worth for yourself. I heartily recommend becoming a member, as the newsletter contains valuable information and content that cannot be found elsewhere.

In short, Mind Secrets Exposed, and all of the supplementary materials that come with it, is one of the few books available that truly explore the depths of the mind and provides effective techniques on using its full power. For its incredibly affordable price, Mind Secrets Exposed is a valuable resource that cannot be overlooked. I recommend this book 100% and suggest you get your copy as soon as possible.


venerdì 29 marzo 2019

LEGITTIMA DIFESA: APPROVATA LA LEGGE FORTEMENTE VOLUTA DA MATTEO SALVINI

“Ogni difesa è legittima”, soprattutto se si è a casa propria. 
“Se un delinquente entra in casa mia, nel mio negozio, nella mia proprietà ho il diritto di difendermi comunque e se lui entra in piedi deve sapere che può uscirne steso”.
Queste sono alcune delle tesi che il Vice Premier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha esposto negli ultimi tempi a sostegno della nuova legge sulla legittima difesa, da lui fortemente voluta.
Adesso che la legge è stata approvata il Ministro, con aspetto radioso, ha affermato che "Il sacrosanto diritto alla legittima difesa è legge. E' un giorno bellissimo per gli italiani".
Si tratta in realtà di una legge “correttiva” del codice penale che, di fatto, sancisce il principio secondo il quale la legittima difesa è sempre legittima qualora vi siano aggressioni e furti in casa e nel proprio luogo di lavoro.
In precedenza esisteva un margine di discrezionalità da parte del Giudice che poteva valutare la legittimità dell'azione di difesa.
Questo margine di discrezionalità adesso è superato in quanto, a differenza di prima, dove veniva valutata l’eventuale proporzionalità tra offesa e difesa nei casi di legittima difesa domiciliare, adesso si parte da un presupposto diverso ovvero che la difesa è sempre legittima.
Infatti, la nuova legge prevede che "Chi compie un atto per respingere l'intrusione posta in essere, agisce sempre in stato di legittima difesa".
Anche il famoso “eccesso colposo” viene circoscritto in pochi casi.
Non sarà poi punibile “chi reagisce "in stato di grave turbamento" e chi "trovandosi in condizioni di minorata difesa o in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo, commette il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità".
Inoltre, se la condanna riguarda un furto in appartamento, non potrà essere concessa la sospensione condizionale della pena se non dopo pagamento integrale del risarcimento del danno subito dalla persona offesa.
In buona sostanza, non dovrebbero più verificarsi i casi, semplicemente assurdi, che hanno visto protagonisti molti cittadini italiani che sono stati costretti a difendersi in Tribunale per il semplice fatto di essersi difesi.
Le opposizioni hanno portato avanti la tesi secondo la quale, con questa legge, si accetterebbe in Italia una concezione di difesa tipica del Far West accostando di fatto la nuova normativa a quella presente negli Stati Uniti.
In realtà negli U.S.A. la normativa varia notevolmente da Stato a Stato in quanto coesistono 50 ordinamenti statali ai quali si aggiunge un ordinamento federale
Alcuni degli Stati adottano il “dovere di ritirarsi” (duty to retreat), altri la “dottrina del castello” (castle doctrine) ed infine, la maggioranza, che adotta la legge del “non cedere terreno” (stand your ground oppure no duty to retreat o line in the sand).
Volendo semplificare, negli Stati che adottano il “dovere di ritirarsi” (duty to retreat), l’uso della forza mortale è permesso solo come ultima possibilità qualora non sia risultato possibile fuggire dalla situazione di pericolo.

Per ciò che concerne la “dottrina del castello” (castle doctrine), si parte dal presupposto che il cittadino è paragonabile ad un re che regna nella propria abitazione e che, se qualche sconosciuto vi accede, il cittadino può far fuoco a condizione che ciò appaia come una difesa ragionevole.
Per ultimo, la legge “non cedere terreno” (stand your ground oppure no duty to retreat o line in the sand), ammette la forza fatale qualora vi sia un’aggressione dii tale entità che faccia presumere gravi lesioni o addirittura la morte e ciò è consentito anche al di fuori del proprio domicilio.
La nostra nuova normativa è quindi ben lontana da questi esempi e, a mio avviso e come già detto, forse chi intende nuocere entrando in una proprietà privata per rubare, stuprare o percuotere il malcapitato cittadino di turno (cose che ormai sono diventate all’ordine del giorno e coinvolgono a volte anche famiglie intere tenute in ostaggio da bande da “Arancia Meccanica”) dovrà certamente pensarci bene perché le conseguenze per lui e la sua banda potrebbero essere veramente gravi.

E TU CHE NE PENSI DI QUESTA NUOVA LEGGE?

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mercoledì 27 marzo 2019

TICKET: ESENZIONI PER MALATTIE CRONICHE

Oggi proseguiamo l’approfondimento sui Ticket sanitari e le relative possibilità di esenzione.

In particolare, andremo a fare il punto della situazione sulle malattie croniche.

Dal Sito internet istituzionale del Ministero della Salute, apprendiamo innanzitutto che per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le malattie croniche sono “problemi di salute che richiedono un trattamento continuo durante un periodo di tempo da anni a decadi”. 

Il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) stabilisce innanzitutto che, in alcuni casi, c’è la possibilità di usufruire in esenzione dal ticket di alcune prestazioni di specialistica ambulatoriale.

Queste prestazioni devono essere finalizzate al monitoraggio della malattia e alla prevenzione di complicanze e ulteriori aggravamenti così come previsto dal Decreto ministeriale 329/99 e successive modifiche.

Il Decreto legislativo 124/98 individua le malattie e le condizioni che danno diritto all’esenzione in base alla: gravità clinica e al grado di invalidità e onerosità della quota di partecipazione derivante dal costo del relativo trattamento.

Esiste un elenco delle malattie croniche esenti dal pagamento del Ticket sulla base di quanto stabilito dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui nuovi Lea del 12 gennaio 2017.

Per molte malattie croniche vengono individuate una serie di specifiche prestazioni fruibili in esenzione incluse nel nomenclatore della specialistica ambulatoriale, che rispondono ai criteri di appropriatezza ai fini del monitoraggio dell'evoluzione della malattia e delle sue complicanze e di efficacia per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti. 

Il medico sceglierà tra queste quali prescrivere nel rispetto dei criteri di appropriatezza e di efficacia, in relazione alle condizioni cliniche e alle esigenze assistenziali del singolo paziente.

Peraltro alcune patologie potranno essere individuate di volta in volta dal medico prescrittore sempre secondo criteri di appropriatezza ed efficacia, in relazione alle necessità cliniche.

Cosa molto importante è che non sono erogabili in esenzione le prestazioni di specialistica ambulatoriale necessarie per la diagnosi, né l’assistenza farmaceutica e protesica, anche se la maggior parte delle Regioni nella determinazione dei ticket regionali sui farmaci, ha già previsto una partecipazione ridotta per i soggetti esenti per patologia.

Decreto 12 gennaio 2017

Il Decreto 12 gennaio 2017 conta complessivamente 64 codici di esenzione, corrispondenti a patologie e condizioni.


Sono state introdotte 6 nuove patologie esenti:

1. Bronco-pneumopatia cronico ostruttiva (stadi clinici “moderato”, “grave” e “molto grave”);

2. Osteomielite cronica;

3. PATOLOGIE renali croniche;

4. Rene policistico autosomico dominante;

5. Endometriosi (stadi clinici III e IV);

6. Sindrome da talidomide.


Vengono inoltre spostate tra le malattie croniche alcune patologie già esenti come malattie rare:


1. Malattia celiaca;

2. Sindrome di Down;

3. Sindrome di Klinefelter;

4. Connettiviti indifferenziate.


Di contro, due patologie già esenti come malattie croniche vengono spostate tra le rare, ovvero:


1. Sclerosi sistemica progressiva;

2. Miastenia grave.



Per quanto riguarda la condizione dei Soggetti sottoposti a trapianto (codice esenzione 052), ora vengono compresi anche i trapiantati di intestino, prima esclusi.

Pertanto saranno interessati i trapianti di:

1. Rene;

2. Cuore;

3. Polmone;

4. Fegato; 

5. Pancreas;

6. Midollo;

7. Intestino.



Per ciò che concerne i “Soggetti donatori di organo” (codice esenzione 058), potranno usufruire in regime di esenzione di tutte le prestazioni sanitarie appropriate per valutare la funzionalità dell'organo residuo.


Per l'ipertensione arteriosa sono previsti due codici:


1. 0A31 IPERTENSIONE ARTERIOSA (SENZA DANNO D'ORGANO);

2. 0031 IPERTENSIONE ARTERIOSA CON DANNO D'ORGANO.



Veniamo adesso a capire come ottenere l’esenzione.


L’esenzione si richiede all'Azienda sanitaria locale (ASL) di residenza e bisogna presentare una certificazione che attesti la presenza di una o più malattie incluse nell’elenco, rilasciata da una struttura ospedaliera o ambulatoriale pubblica.



Sono inoltre validi:

1. Copia della cartella clinica rilasciata da una struttura ospedaliera pubblica;

2. Copia del verbale di invalidità;

3. Copia della cartella clinica rilasciata da una struttura ospedaliera privata accreditata, previa valutazione del medico del Distretto sanitario della Azienda sanitaria locale di residenza;

4. Certificati delle Commissioni mediche degli Ospedali militari;

5. Certificazioni rilasciate da Istituzioni sanitarie pubbliche di Paesi appartenenti all'Unione europea.


Viene quindi rilasciato un attestato (detto di esenzione) che riporta la definizione della malattia o condizione con il relativo codice identificativo e le prestazioni fruibili in esenzione.


Ma quanto dura l’esenzione?



Precedentemente, il Decreto ministeriale 329/99 e successive modifiche non fissava a livello nazionale limiti temporali di validità per gli attestati, tranne che per la condizione di cui al codice 040, ossia neonati prematuri, immaturi, a termine con ricovero in terapia intensiva neonatale (limitato ai primi tre anni di vita).


C’è da dire però che per alcune malattie e condizioni, le Regioni e le Province autonome hanno autonomamente previsto attestati di durata limitata, sulla base di criteri clinici o organizzativi.



Nel 2012, con il Decreto 23 novembre 2012, sono stati fissati i nuovi periodi di validità dell’attestato di esenzione per le malattie croniche e invalidanti.



Conseguentemente gli attestati di esenzione, rilasciati o rinnovati dalle ASL, non potranno avere una validità inferiore a quella fissata nell’allegato 1 al Decreto.


L’elenco di tutti i codici di esenzione per le patologie croniche è scaricabile cliccando QUI.


Ad ogni buon conto, per ottenere informazioni utili sul nuovo sistema di esenzione e sulla documentazione clinica idonea da presentare alla propria Azienda sanitaria locale, è sempre opportuno che l’assistito si rivolga al proprio medico di famiglia o al pediatra di libera scelta per ottenere le giuste informazioni ed essere indirizzato nel migliore dei modi.



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martedì 26 marzo 2019

IL MIO JUDO

La prima volta che sono salito sulla materassina (tatami, in giapponese) avrò avuto  circa dieci anni.
Ricordo ancora quanto dovetti insistere con i miei genitori che proprio non ne volevano sapere di farmi praticare quello sport all’epoca ancora semi sconosciuto  (erano  gli anni ’60 ) poiché avevano paura che mi potessi fare male.
Nonostante tutto riuscii a spuntarla e con mia immensa gioia iniziai la pratica di questa bellissima e nobilissima arte marziale proveniente dal Giappone.
Purtroppo la palestra (era una palestra del dopolavoro dei dipendenti del Comune di Roma), chiuse dopo un anno e solo da adolescente, qualche anno dopo, ne trovai
un’altra  che mi piacesse.
Si trattava della storica palestra Audace, in Via Frangipane (Roma) dove iniziai  peraltro a gareggiare come agonista sotto la guida del M° Aureli.
Dopo qualche anno, una serie di vicissitudini tra le quali il lavoro che mi portò a fare da spola tra Roma e Firenze, mi costrinsero a sospendere la pratica del Judo ma, intorno al 1983, dopo essermi sposato e andato a vivere nella zona est di Roma, mi iscrissi al Nettuno Club dove insegnava il M° Umberto Foglia (con me nella fotografia il primo a sinistra, i due ragazzi sono i miei figli Simone e Luca).
Pur essendo ancora giovane e potendo quindi gareggiare, feci la scelta, condivisa anche dalle idee del M° Foglia, di non lasciarmi prendere da un agonismo  esasperato bensì di vedere il Judo per quello che realmente è: uno sport che lancia un messaggio altamente educativo che, se colto, può migliorare il modo di vivere e di essere del praticante.
Infatti, se un insegnante  prepara l’allievo solo dal punto di vista agonistico, nel  tempo probabilmente avrà creato un bravo atleta ma non per questo avrà creato
un  essere migliore.
Pertanto ricominciai innanzitutto ad allenarmi moltissimo (quasi tutti i giorni) ma  principalmente per il piacere di farlo, lontano da finalità esclusivamente agonistiche.
Ricominciai anche a gareggiare ma sempre dando un’importanza relativa al risultato, ovvero, per me era importante gareggiare per il piacere di farlo e consideravo la gara un momento di verifica: se vincevo un combattimento voleva dire che in palestra avevo lavorato bene ed ero migliorato, mentre se perdevo, questo stava a significare che qualcosa andava rivisto e avrei potuto fare meglio la prossima volta.
Nel frattempo erano nati i miei due figli Simone, nel 1985 e Luca, nel 1989.
Il più grande, che ogni tanto mi accompagnava in palestra per assistere agli allenamenti, rimase affascinato da questa disciplina sportiva e mi chiese di iniziarla anche lui.
Lo seguì, dopo qualche anno, anche Luca e ci ritrovammo tutti e tre sul Tatami, seppur in orari e turni diversi ma con la medesima passione.
Nel 1993 avvenne un fatto straordinario che rappresentò per me un grande onore: Il Presidente della FILPJ (attuale FIJLKAM) Matteo Pellicone, dopo aver preso visione del mio curriculum di Judoka, decise di conferirmi “Motu Proprio” la Cintura Nera 1° Dan di Judo “Quale riconoscimento della Sua pluriennale attività e dei meriti da Lei acquisiti nell’ambito del Judo italiano” 
Questo riconoscimento, che per qualcuno avrebbe potuto rappresentare un punto di arrivo, ebbe su di me l’effetto di incoraggiamento a proseguire nell’attività judoistica.
Fu così che, trascorsi gli anni necessari per passare di Dan, sostenni l’esame per secondo Dan.
In quest’occasione però, essendo la mia palestra affiliata ad un Ente di Promozione  Sportiva riconosciuto dal CONI, si trattò non del grado Federale ma del grado  CSEN ( fermo restando che il programma d’esame è uguale).
Nel frattempo avevo avuto il piacere di conoscere il Maestro Benemerito di Judo Alberto Di Francia e cominciai a frequentare la sua palestra ( Judo Preneste –Sito Internet www.judopreneste.com ).
Ogni sabato mattina il M° Nicola Ripandelli e il M° Franco Sellari, tenevano (e tengono tuttora) presso il Judo Preneste dei corsi di Kata, la cui conoscenza  mi  era già stata necessaria per il sostenimento dell’esame presso lo CSEN.
Questi corsi erano però particolarmente professionali e decisi di frequentare il Judo 
Preneste per prepararmi anche all’esame Federale (sempre per il secondo Dan) ed 
inoltre all’apposito corso di preparazione presso il Comitato Regionale Lazio FIJLKAM.
Qui, per capire meglio, bisognerebbe fare una precisazione: tutti i gradi ottenuti 
presso la FIJLKAM sono automaticamente riconosciuti dagli Enti di Promozione Sportiva del CONI mentre tutti i gradi degli Enti di Promozione Sportiva del CONI non sono riconosciuti automaticamente dalla Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali. In buona sostanza, manca la reciprocità e a mio avviso, bisognerebbe fare qualcosa  per colmare questa lacuna. Per questo motivo mi sottoposi nuovamente all’esame per secondo Dan, che ottenni nel  2002.
Successivamente, desideroso di insegnare questa disciplina, partecipai al corso per istruttori di  Judo dello CSEN (del quale ero già allenatore e arbitro regionale) e approfittai  dell’occasione per sostenere anche l’esame di 3° Dan.
Nel frattempo anche i miei figli proseguivano nella pratica del Judo diventando  entrambi cintura marrone.
Luca però, decise di sospendere tale disciplina fermandosi, appunto, a tale grado. 
Simone, il più grande, nonostante alcuni gravi infortuni avvenuti in fase di allenamento, intese proseguire guadagnandosi in gara la cintura nera 1° Dan. Io nel frattempo mi dilettavo nell’attività di insegnamento e creai anche  un’Associazione culturale denominata CISAM (Centro Italiano per lo Studio delle Arti Marziali) di cui fui nominato Presidente e che affiliai allo CSEN.
Inoltre mi dedicai a scoprire anche un’altra Arte Marziale, l’Aikido, del quale sono 
cintura marrone.
La mia passione, però, era e resta il judo e in tempi recenti, dopo aver frequentato un apposito corso Federale, sono diventato Presidente di Giuria regionale della FIJLKAM.
Questo è, in estrema sintesi, il mio curriculum sportivo che ho descritto nella speranza che qualche visitatore di questo Sito Internet possa trovarne spunto
e  incoraggiamento per avvicinarsi a tale pratica.
Bisogna infatti precisare che il Judo è adatto a tutte le persone, sia uomini che
donne,  sia adulti che bambini.
Come tutte le pratiche sportive, se si inizia da giovani e lo si prosegue negli anni,  può dare molte soddisfazioni ma anche una persona adulta può tranquillamente  iniziare a praticarlo.
Naturalmente chi ha iniziato da molti anni (magari da ragazzo), avrà molta più esperienza pur  essendo più giovane d’età, ma non bisogna scoraggiarsi.
L’importante è cercare una buona palestra e un bravo maestro.
Tutto il resto verrà di conseguenza.




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STILE RELAZIONALE DEI GENITORI E SVILUPPO DELL’IDENTITÀ

In uno dei miei post ho portato l’attenzione sul processo di formazione dell’identità personale, è lecito chiedersi quale sia il ruolo di quel complesso intreccio di relazioni familiari e in particolare il ruolo dello stile personale con cui i genitori entrano in relazione con i figli adolescenti che permette di favorire la competenza sociale e il processo di sviluppo dell’identità.

I lavori sviluppati in quest’ambito hanno rilevato, nel comportamento dei genitori, quattro diverse linee di tendenza che definiscono altrettanti stili educativi a cui corrispondono specifiche caratteristiche sia dei bambini sia degli adolescenti.

Genitori che adottano uno stile autorevole fondato sulla compresenza di richieste e di sostegno, sono quelli i cui figli, nell’adolescenza, appaiono più competenti, capaci di monitorare le proprie emozioni e meno soggetti alla devianza, diversamente dagli autoritari, permissivi o rifiutanti.

Si tende a ritenere che, almeno per una certa parte e in assenza di eventi che modifichino l’assetto familiare, lo stile genitoriale e il clima che essi sono in grado di creare mantenga una certa stabilità nel corso dello sviluppo dei figli, pur con alcune variazioni nell’adolescenza, fase in cui le madri tendono sia ad esercitare un maggiore controllo nei confronti dei figli sia a ridurre le proprie manifestazioni esplicite di affetto.

Lo stile genitoriale esercita un’importante influenza anche sullo sviluppo dell’identità personale.

Da una ricerca condotta su un ampio campione rappresentativo di adolescenti italiani di età compresa tra i 14 e i 19 anni sono emerse, dalle descrizioni effettuate dai ragazzi stessi, tre stili genitoriali, correlati con lo sviluppo dell’identità nelle sue dimensioni di concetto di sé, sfera affettivo-sessuale, sistema di valori e autonomia.

Una prima tipologia quella del genitore relazionato il cui obbiettivo è la crescita autonoma delle motivazioni del figlio, identifica quei genitori capaci di capire i punti di vista o le richieste dell’adolescenti, di prendere in considerazione le sue proposte, apprezzarne i contributi, fornire consigli, senza imporre le proprie ragioni.

Il genitore autocentrato tende, invece, a restare fermo sulle proprie posizioni, nella convinzione di possedere migliori strumenti per comprendere quale sia il bene dei figli e per stabilire le regole alle quali si deve obbedienza e rispetto. Il genitore evasivo appare spesso arrabbiato o deluso e psicologicamente assente.

I dati della ricerca indicano come lo sviluppo dell’identità adolescenziale nelle sue articolazioni di concetto di sé, di maturazione affettivo-sessuale e di costruzione di valori e di prospettiva futura venga favorita dalle modalità attuate dal genitore relazionato che, diversamente da quelle proprie dei genitori autocentrati ed evasivi, consentono l’elaborazione cognitiva e la maturazione consapevole delle esperienze. La dimensione dell’autonomia, intesa come propensione a conquistare spazi di indipendenza dalla famiglia, non appare connessa all’atteggiamento dei genitori, ma sembra seguire percorsi diversi.

L’importanza del ruolo dei genitori, rispetto a quello svolto dai coetanei o da altre persone significative, viene ribadito anche nelle ricerche che hanno preso in esame alcune circostanze difficili o particolari nelle quali possono trovarsi i figli preadolescenti, come ad esempio una malattia fisica o problemi psicologici.

In questi casi il sostegno nelle sue dimensioni di attenzione, affetto e incoraggiamento da parte dei genitori (o almeno da parte di uno solo dei due genitori), svolge un insostituibile ruolo protettivo riducendo l’effetto negativo di eventi di vita delicati o difficili e si configura come un fattore decisivo nello sviluppo della capacità dell’adolescente di far fronte ad eventi stressanti.

Tale funzione protettiva si può concretamente esprimere attraverso le funzioni di potenziamento dell’autostima, soprattutto nelle condizioni in cui il figlio debba confrontarsi con un proprio fallimento; l’appoggio diretto e la vicinanza in situazioni stressanti, la stabilità del rapporto affettivo al variare delle circostanze.

Sebbene spesso l’opinione comune sulle relazioni tra genitori e figli nell’adolescenza induca a ritenere che esse siano caratterizzate da conflitti profondi e gravi, i dati di diverse ricerche interculturali, condotte attraverso interviste realizzate in 10 paesi europei ed extraeuropei, tendono a smentire l’idea che la maggioranza degli adolescenti nutra insoddisfazione verso i genitori. Pur senza negare l’esistenza di conflitti solo un 10% dei ragazzi intervistati riferisce di avere rapporti deteriorati con i genitori contro un 75% che si identifica con loro e ne percepisce la vicinanza affettiva.

Per comprendere questa tendenza generale che ridimensiona il peso del conflitto occorre considerare i contenuti su cui esso si manifesta.

I temi su cui vertono le divergenze tra genitori e figli preadolescenti e adolescenti non sembrano molto cambiati rispetto al passato e continuano a riguardare le questioni quotidiane, quali gli orari, il contributo all’organizzazione familiare, l’impegno nello studio, le relazioni con gli amici che richiamano problemi connessi essenzialmente ai livelli di responsabilità e agli spazi di autonomia. Su temi importanti quali i valori dell’istruzione, quelli morali e sociali, e, in parte, quelli politici o relativi alla gestione del denaro e delle scelte sentimentali, il livello di congruenza tra genitori e figli è invece molto o sufficientemente elevato.

Nonostante l’importanza delle relazioni familiari fin qui descritte, occorre sottolineare che dai molti lavori che negli ultimi anni hanno cercato di isolare l’effetto specifico dello stile autorevole o delle influenze dei genitori, rispetto ad altre variabili quali ad esempio le variabili genetiche, le relazioni tra pari e l’ambiente sociale, sembra legittimo concludere che lo sviluppo  adolescenziale è un complesso intergioco di fattori in cui le influenze familiari e non familiari giocano tutte un ruolo importante.




Nota: La Dott.ssa Angela Sgambati è laureata in Psicologia Clinica e di Comunità con la Tesi di Laurea in: Tecniche di Osservazioni del Comportamento Infantile e Neuropsicologia Comportamentale “Conoscere e ristrutturare la relazione genitore – bambino con ADHD secondo la Prospettiva Cognitiva Causale”.
Inoltre, è Consulente Coniugale e Familiare iscritta all’ A.I.C.C.eF. (Associazione Italiana Consulenti Coniugalie e Familiari) facente parte dell’U.C.I.P.E.M. (Unione Consultori ItalianiPrematrimoniali e Matrimoniali) – Iscrizione n. 447 del 10/02/2007.
È altresì iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio con numero d’iscrizione 21346 del 16/03/2015.
Per appuntamenti può essere contattata al seguente numero personale: 3476132861 e la sua e-mail è: info@psicologiadiroma.it
Se si desidera conoscere le attività del Centro di Consulenza Familiare “Santa Costanza”, del quale è Direttore Responsabile, potete visitare il seguente Sito Internet: www.ilconsultoriofamiliare.it


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lunedì 25 marzo 2019

LA GEOTERMIA È DANNOSA PER L'UOMO E L'AMBIENTE



Mi è stato chiesto di inserire nel mio Blog questo video, cosa che faccio con molto piacere.

Il video è stato pubblicato dal Comitato No Geotermia Valdera il 7 feb 2018.

La geotermia è dannosa per l'uomo e l'ambiente.

Video corredato da fonti ufficiali, realizzato da Carla Pampaluna per il Comitato No Geotermia Valdera.


Voce: Serena Gatti.
Musica: Mr Sandman - The Cordette, eseguita da Raffaele Natale.
Consulenza grafica e revisione testi: Simone Buono.

Realizzato con il contributo di: Comitato Difensori della Toscana.


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IL PUNTO SULLA RELAZIONE DI COPPIA


Nella trama di un film, “Se sposti un posto a tavola”, vengono invertite le disposizioni dei posti a tavola in un banchetto di nozze e si creano nuove coppie.

Conseguentemente mi sono posta alcune domande come, ad esempio, quanto siamo padroni del nostro destino e quanto siamo in grado di influenzarlo?

In poche parole, l'uomo dei nostri sogni è solo un caso o dipende anche un po' da noi? Dipende dal fatto di essere predisposte ai cambiamenti? Le relazioni di coppia che viviamo sono solo frutto del caso o di quello che noi permettiamo ci diano?

Sono pertanto arrivata alle seguenti conclusioni:

Nulla viene a caso, c'è sempre una motivazione conscia o inconscia che spinge l'uomo ad agire e che va oltre a ciò che è manifesto: il comportamento umano;
L'uomo è artefice della sua vita, egli non è né un passivo recettore, né veicolo di idee ma un attivo costruttore della propria esistenza, spinto dal bisogno di interagire con l'ambiente che lo circonda attraverso scambi sempre più ricchi ed efficaci;
L'essere umano ha un progetto di vita da realizzare e la sua riuscita dipende da quanto coglie le occasioni della vita, eventi, fatti o persone significative oltre alla virtù della volontà che si dimostra una grande forza per direzionare la sua esistenza.

Molto dipende da quanto crediamo in noi stessi, se ci percepiamo capaci di raggiungere l'obiettivo, dal nostro atteggiamento positivo e dall'emergere delle nostre qualità (punti forza).

Nella relazione di coppia tutto ciò emerge con forza: scegliamo il partner perché crediamo che egli possa soddisfare i nostri bisogni, crediamo che egli sia ciò che noi non siamo, che abbia ciò che manca a noi; in realtà l'altro non potrà mai assolvere completamente questo compito in quanto ciò non è nelle sue possibilità, non è perfetto essendo un uomo ma solo un essere perfettibile.

La vita è nelle nostre mani, sta a noi e a quanto vogliamo risolvere i nostri conflitti e quanto vogliamo che avvenga il cambiamento in noi.

Per incontrare le persone giuste occorre essere solo noi stessi, così come siamo, essere accettati per quello che siamo senza dipendere dall'altro ma neanche voler cambiare l'altro.


Nota: La Dott.ssa Angela Sgambati è laureata in Psicologia Clinica e di Comunità con la Tesi di Laurea in: Tecniche di Osservazioni del Comportamento Infantile e Neuropsicologia Comportamentale “Conoscere e ristrutturare la relazione genitore – bambino con ADHD secondo la Prospettiva Cognitiva Causale”.
Inoltre, è Consulente Coniugale e Familiare iscritta all’ A.I.C.C.eF. (Associazione Italiana Consulenti Coniugalie e Familiari) facente parte dell’U.C.I.P.E.M. (Unione Consultori ItalianiPrematrimoniali e Matrimoniali) – Iscrizione n. 447 del 10/02/2007.
È altresì iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio con numero d’iscrizione 21346 del 16/03/2015.
Per appuntamenti può essere contattata al seguente numero personale: 3476132861 e la sua e-mail è: info@psicologiadiroma.it
Se si desidera conoscere le attività del Centro di Consulenza Familiare “Santa Costanza”, del quale è Direttore Responsabile, potete visitare il seguente Sito Internet: www.ilconsultoriofamiliare.it


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venerdì 22 marzo 2019

SALUTE: TICKET ED ESENZIONI

La salute è un bene prezioso, forse il più prezioso che possiamo avere.
Il nostro Stato, pur con tutte le sue carenze e difficoltà, cerca di dare assistenza a tutti i suoi cittadini ma, così come è noto, almeno per il momento, gli assistiti contribuiscono o “partecipano” al costo delle prestazioni sanitarie di cui usufruiscono attraverso il pagamento di una quota chiamata ticket e che è stata introdotta in Italia fin dal 1982.
Esistono prestazioni sanitarie dove questo ticket è previsto e altre dove invece non è richiesto.
Dal Sito Internet governativo del Ministero della Salute, apprendiamo che è previsto il pagamento del ticket per:

1. Le visite specialistiche ed esami di diagnostica strumentale e di laboratorio;

2. Le prestazioni eseguite in pronto soccorso che non rivestono carattere di emergenza o urgenza (codici bianchi), non seguite da ricovero;

3. le cure termali.

Di contro, sempre da informazioni ufficiali del Ministero della Salute, non è previsto il pagamento del ticket in questi casi:

1. Gli esami di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni di assistenza specialistica incluse in programmi organizzati di diagnosi precoce e prevenzione collettiva promossi o autorizzati con atti formali della Regione (ad esempio, la mammografia per la diagnosi precoce del tumore della mammella, il PAP test per il tumore della cervice uterina, la ricerca del sangue occulto nelle feci per il tumore del colon-retto);

2. Gli esami di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni di assistenza specialistica necessarie per la tutela della salute collettiva, obbligatorie per legge o disposte a livello locale in caso di situazione epidemiche (ad esempio, gli esami su coloro che entrano o sono entrati in contatto con persone affette da malattie infettive e contagiose);

3. Le prestazioni del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta;

4. I trattamenti erogati nel corso di un ricovero ospedaliero, ordinario o diurno, inclusi i ricoveri in reparti o strutture di riabilitazione e di lungodegenza post-acuzie e gli esami strettamente e direttamente collegati al ricovero programmato, preventivamente erogate dalla medesima struttura (la visita dell’anestesista, la RX del torace, l’elettrocardiogramma, la rimozione dei punti, ecc.), ai sensi dell’art. 1, comma 18, della Legge 23 dicembre 1996, n. 662.

5. Gli alimenti destinati a categorie particolari (es. alimenti senza glutine alle persone affette da celiachia) e dispositivi medici per persone affette da diabete (aghi, strisce reattive, penne pungidito, misuratori della glicemia, ecc.);

6. Le protesi, le ortesi e gli ausili tecnologici destinati alle persone con disabilità.

Inoltre il ticket non è previsto nemmeno sulle prestazioni erogate in situazioni di particolare interesse sociale, quali:

1. La tutela della maternità, limitatamente alle prestazioni definite dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 gennaio 2017 (allegato 10);

2. La prevenzione della diffusione dell’infezione da HIV, limitatamente all’accertamento dello stato di infezione, in favore dei soggetti appartenenti a categorie a rischio, con comportamenti a rischio o incidentalmente esposti a rischio di infezione;

3. La promozione delle donazioni di sangue, organi e tessuti, limitatamente alle prestazioni connesse all’attività di donazione;

4. La tutela dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati di cui alla Legge 25 febbraio 1992, n. 210, limitatamente alle prestazioni ivi indicate;

5. I vaccini per le vaccinazioni incluse nel Piano nazionale della prevenzione vaccinale per le persone identificate come destinatarie.  

6. Prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale;

7. Per le prestazioni di specialistica ambulatoriale (visite specialistiche, esami strumentali, esami di laboratorio, prestazioni terapeutiche e di riabilitazione effettuate in ambulatorio), il ticket per l’assistito è pari alla tariffa della prestazione, fino al tetto massimo di 36,15 euro per ricetta (fatti salvi gli assistiti che godono di esenzione).

È importante sapere che al ticket va aggiunta una quota fissa di 10 euro sulla ricetta anche se alcune Regioni hanno adottato misure alternative o hanno variato l’importo della quota fissa in aumento o in diminuzione.
Inoltre è importante sapere che con una ricetta possono essere prescritte fino ad otto prestazioni della stessa branca specialistica, fatta eccezione per le prestazioni di fisioterapia.
Per quanto riguarda le prestazioni di pronto soccorso, la legge prevede il pagamento di un ticket (variabile da Regione in Regione) per le prestazioni erogate in Pronto soccorso ospedaliero classificate con codice “bianco” ovvero quelle considerate prestazioni non urgenti oppure con paziente in condizioni non critiche (tranne i traumi ed avvelenamenti acuti) non seguite da ricovero.
È fondamentale sapere che sono esclusi dal pagamento i minori di 14 anni e gli assistiti che godono di esenzione (argomento che tratteremo in un altro Post).
Per ciò che concerne i farmaci, a livello nazionale e dall’anno 2000 non è previsto alcun ticket (tranne quelli comunque a pagamento ovvero di classe C).
Però molte Regioni, hanno introdotto sui farmaci di fascia A una quota fissa per ricetta o per confezione.
Sempre molte Regioni hanno individuato alcune categorie o i soggetti esenti.
Maggiori informazioni si possono avere consultando i siti delle Regioni o chiedendo informazioni alla propria Azienda sanitaria locale (Asl).
Poi ci sono i cosiddetti farmaci generici o equivalenti.
Se un cittadino vuole usufruire di un “di marca” invece del “generico” (cioè di un medicinale di uguale composizione, forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio e indicazioni terapeutiche) allora dovrà pagare la differenza tra il prezzo del medicinale richiesto e il prezzo di rimborso del “generico”. 
Infine per le esenzioni dal ticket (argomento che approfondiremo in un successivo Post), i cittadini hanno diritto all’esenzione (per alcune o per tutte prestazioni) nei seguenti casi:

1. In particolari situazioni di reddito associate all’età o alla condizione sociale;

2. In presenza di determinate patologie (croniche o rare);

3. In caso di  riconoscimento dello stato di invalidità;

4. In altri casi particolari (gravidanza, diagnosi precoce di alcuni tumori, accertamento dell’HIV).


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