giovedì 13 aprile 2023

IL PROFETA

Ho letto e riletto più volte il libro "Il Profeta" di Kahlil Gibran. 

Ne ho letto anche un capitolo al matrimonio di mio figlio Luca regalandogli anche una copia. 

Ma di cosa si tratta? 

Sicuramente lo conoscete ma  approfondiamo un pochino: "Il Profeta" di Kahlil Gibran è un'opera che ha influenzato molte generazioni e continua ad essere una fonte di ispirazione per molti lettori. 

La sua essenza sta nella ricerca della verità, dell'amore e della libertà, attraverso un linguaggio poetico e universale che tocca le corde più profonde dell'animo umano.

Gibran presenta il suo messaggio attraverso la voce del Profeta, che si rivolge alle persone di una città immaginaria. 

Questo personaggio carismatico e saggio esprime il suo pensiero attraverso 26 discorsi, ognuno dei quali tratta un tema specifico, come l'amore, la bellezza, il matrimonio, il lavoro, la libertà e la morte.

Il libro è un invito alla riflessione e alla meditazione, con una serie di affermazioni che sfidano il pensiero comune e la concezione tradizionale della vita. 

Ad esempio, Gibran sostiene che l'amore non deve essere un vincolo, ma un'opportunità per la crescita personale e spirituale, che il matrimonio non deve essere un'istituzione rigida, ma un dialogo continuo tra due anime affini e che la vita non deve essere vista come una prigione, ma come un'occasione per esprimere la propria unicità.

"Il Profeta" è scritto in un linguaggio poetico e suggestivo, che riesce a creare immagini vivide nella mente del lettore. L'autore utilizza un linguaggio semplice ma profondo, evitando l'uso di un lessico troppo tecnico o specialistico, in modo che il suo messaggio sia comprensibile a tutti.

Uno dei maggiori pregi del libro è la sua capacità di far emergere la consapevolezza interiore del lettore, invitandolo a guardare oltre le convenzioni e le aspettative della società e a cercare la verità all'interno di sé stesso. 

Gibran incoraggia il lettore a esplorare i propri sentimenti e a trovare la propria voce interiore, piuttosto che seguire ciecamente le ideologie imposte dalla società.

Tuttavia, è possibile che alcuni lettori trovino il libro un po' troppo idealista o teorico, e potrebbero desiderare più esempi pratici o più concretezza. 

In ogni caso, "Il Profeta" è un'opera di grande saggezza e bellezza, capace di far riflettere sulla vita e sulla spiritualità in modo profondo e intenso.

lunedì 10 aprile 2023

IL LUNEDI' DELL' ANGELO

Il Lunedì dell'Angelo è una festività cristiana che viene celebrata il lunedì successivo alla Pasqua. È una festa molto importante in molti paesi europei, tra cui l'Italia, la Spagna e la Francia. In questo post esploreremo il significato di questa festa e come viene celebrata in Italia.

Il Lunedì dell'Angelo ha una lunga storia che risale al primo secolo dell'era cristiana. Secondo la tradizione, l'Angelo che annunciò la risurrezione di Gesù Cristo alle donne al sepolcro il giorno di Pasqua, ritornò il lunedì successivo per annunciare loro che Gesù era veramente risorto. Questo evento è descritto nei Vangeli come la visita di un Angelo alle donne al sepolcro vuoto, che portava loro la notizia della risurrezione.

Il Lunedì dell'Angelo rappresenta quindi la continuazione della celebrazione della Pasqua e il rafforzamento della fede nella risurrezione di Gesù. È un giorno di grande gioia e di ringraziamento per i cristiani, che celebrano la vittoria sulla morte e la salvezza dell'anima.

In Italia, il Lunedì dell'Angelo viene celebrato in modo particolare in alcune regioni. A Roma, ad esempio, la festa prende il nome di "Pasquetta" e viene festeggiata con pic-nic all'aperto, gite fuori porta, e la preparazione di cibi tradizionali come la pizza rustica, la torta di riso e il salame. È una giornata di festa e di allegria, in cui le famiglie e gli amici si riuniscono per trascorrere del tempo insieme.

Anche in altre regioni d'Italia, il Lunedì dell'Angelo è una festa molto sentita. In Umbria, ad esempio, viene celebrata la "Corsa all'Uovo", una tradizione che risale al XIV secolo. La corsa consiste nel portare un uovo intero in cima ad una collina e farlo rotolare giù senza romperlo. Chi riesce a far rotolare l'uovo senza romperlo vince la gara.

Il Lunedì dell'Angelo è quindi una festa molto importante per i cristiani, ma anche un'occasione per celebrare la primavera e la natura che si risveglia dopo l'inverno. È una giornata di gioia e di allegria, in cui le famiglie e gli amici si riuniscono per trascorrere del tempo insieme e godere del bel tempo.

Ma il Lunedì dell'Angelo ha anche un significato più profondo. Rappresenta infatti la vittoria della vita sulla morte, la speranza nella resurrezione e la fede in un futuro migliore. È un giorno che ci invita a riflettere sulla nostra vita e sul significato della fede in Dio. Ci ricorda che, nonostante le difficoltà e le prove che la vita ci presenta, la speranza e la fede possono darci la forza di andare avanti e di superare ogni ostacolo.

In conclusione, il Lunedì dell'Angelo è una festa cristiana molto importante che celebra la vittoria della vita sulla morte

mercoledì 1 febbraio 2023

CHI È E COSA FA LO PSICOLOGO CLINICO

Lo psicologo clinico è quel professionista della salute che utilizza strumenti conoscitivi e d’intervento in ambito psicologico (Art. 1 L.56/89) per finalità sanitarie di diagnosi, cura, riabilitazione (D.M. 17/05/2002), prevenzione e sostegno.

Cosa fa lo psicologo clinico?

Interventi di prevenzione (primaria e secondaria) del disagio personale;

Interventi di valutazione, abilitazione-riabilitazione;

Interventi di gestione di situazioni di crisi emotiva, relazionale o decisionale insorgenti in vari fasi e contesti di vita;

Interventi di promozione del benessere psicosociale individuale e nei vari contesti sociali;

Interventi volti al benessere psicofisico: controllo e gestione dello stress e delle emozioni;

Interventi volti alla crescita personale, migliorare la propria qualità di vita, la comunicazione, l’autostima.


Gli interventi dello psicologo sono rivolti a singoli individui, coppie, famiglie o comunità.



La consulenza psicologica è un sostegno e un aiuto a ritrovare ed utilizzare le proprie risorse e potenzialità.

In evidenza è sempre:


La centralità di una relazione autentica tra psicologo e utente/paziente;


La qualità del setting costruito e funzionale alla comprensione e valutazione clinica (anche mediante gli specifici strumenti come il colloquio, inventari e test);


La progettazione dell’intervento clinico di cura, intesa come aiuto alla maturazione di una capacità di comprensione della propria realtà psichica e di uno stile comportamentale e relazionale adattivo e funzionale alla persona.



Infine, vediamo più da vicino cos'è la psicologia clinica e in cosa consiste:


la psicologia clinica costituisce uno dei diffusi ambiti di ricerca e intervento professionale della psicologia il cui dominio di applicazione concerne i problemi di adattamento, i disturbi di comportamento, gli stati e condizioni di malessere e sofferenza allo scopo di valutarli e prendersene cura con messi psicologici per facilitare e sostenere il benessere e lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale delle persone.

Dott.ssa Angela Sgambati

Sito internet: www.psicologiadiroma.it

Cellulare: 3476132861


mercoledì 28 settembre 2022

CLARETTA L' HITLERIANA


Sto leggendo questa biografia su Claretta Petacci e devo dire che si ratta di un libro molto scorrevole e pieno di  spunti interessanti per meglio comprendere la figura di questa donna e il suo rapporto con Mussolini.

Di lei hanno detto di tutto: che era una ragazza semplice e un po’ folle; che fu il suo amore cieco per Mussolini (da cui la separava una differenza d’età di quasi trent’anni) a condurla alla morte; che era una fanatica esaltata; che era tanto bella quanto insidiosa. Ma si tratta di una Storia scritta dagli uomini. La nuova indagine di Mirella Serri offre un’immagine differente, restituendo a Claretta Petacci il vero ruolo politico da lei giocato sullo scenario degli eventi che condussero il leader del partito fascista dalla gloria indiscussa alla sconfitta. Non una sciocca, non soltanto una delle «mantenute di Stato» – le amanti del Duce che percepivano uno stipendio dal regime – ma un’abile e astuta calcolatrice. Pronta ad avvalersi delle informazioni riservate di cui era depositaria per gestire attività ad altissimo livello (antisemita convinta diede il suo apporto al traffico di certificati falsi da vendere alle famiglie ebree più facoltose; cercò di avviare accordi per l’estrazione di petrolio in Romania). Avveduta e intrigante, a Salò sposò la causa del Reich e tentò di porsi come diretta interlocutrice di Hitler.

Claretta Petacci, una delle protagoniste del Novecento, emblema femminile del volto buio e tragico del secolo passato, rivive in queste pagine con la sua avidità, i suoi errori, la sua sensualità e le sue astuzie, finalmente libera dagli stereotipi con cui è stata finora raccontata.

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sabato 30 aprile 2022

CONSIGLI (O SCONSIGLI?) DI LETTURA


Ciao a tutti, dopo aver letto ed apprezzato il libro di Mia Another TOKYO A MEZZANOTTE, ho pensato bene di iniziare a leggere il precedente COME PETALI DI CILIEGIO.

Al momento ancora non ho terminato la lettura ma ci sono dei dubbi che vorrei condividere con voi.

Il libro è sicuramente scritto molto bene ed è scorrevolissimo. Non è questo certamente il problema. Quello che però sto notando andando avanti con la lettura, è un eccessivo e fin troppo dettagliato riferimento ad atti di erotismo.

Per carità, non scambiatemi per un puritano o un bacchettone ma siamo certi che, come diciamo noi a Roma “ogni due per tre” si faccia riferimento in modo estremamente dettagliato ad atti sessuali anche quando forse potrebbero essere solo accennati?

Ecco, il mio quesito è solo questo e mi piacerebbe avere dei pareri in merito soprattutto da chi ha letto il libro.

Buona lettura a tutti.

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lunedì 18 aprile 2022

NUOVE SEDI PER IL CENTRO DI CONSULENZA FAMILIARE "SANTA COSTANZA" APS


Il Centro di consulenza familiare “Santa Costanza” APS si arricchisce di altre sedi:

  1.        Via Olevano Romano n. 209 Scala B interno 4          CAP 00171 Roma;
  2.       Via Prenestina, 351 CAP 00171 Roma;
  3.     Via Fosso dell'Osa, 435 - Roma - Consultorio            Familiare Associato "Agape".

Per conoscere meglio tutte le attività del Centro, è possibile visitare il rinnovato sito internet: www.consultoriofamiliaresantacostanza.org

Inoltre, per un maggiore approfondimento, consiglio di visitare anche il sito internet del Direttore Responsabile Dott.ssa Angela Sgambati www.psicologiadiroma.it per info e contatti 
E-mail: consultoriosantacostanza@pec.it - Cell. +39 3476132861

JUDO FOTO













 

mercoledì 8 settembre 2021

CENTRO DI CONSULENZA FAMILIARE "SANTA COSTANZA"

 

Ho il piacere di annunciare che sono riprese le attività di consulenza alla persona, alla coppia e alla famiglia del Centro di Consulenza Familiare "Santa Costanza".

Per conoscere meglio tutte le attività, è possibile visitare il sito internet: www.consultoriofamiliaresantacostanza.org

Inoltre, per un maggiore approfondimento, consiglio di visitare anche il sito internet del Direttore Responsabile Dott.ssa Angela Sgambati www.psicologiadiroma.it 

mercoledì 26 maggio 2021

SICUREZZA E DEGRADO A ROMA


L'Associazione "Ripartiamo Adesso" prosegue con le sue segnalazioni e, in questo post, mette in evidenza il tema della sicurezza nella città di Roma. Ecco quanto segnalato anche al fine di avere degli spunti di riflessione e interagire tramite questo Blog inviando tra i commenti le proprie esperienze.


Il tema della “sicurezza in città” è una delle questioni più rilevanti per la convivenza e la qualità della vita nelle città contemporanee.


 Nel nostro Paese sono almeno vent’anni che i mezzi di comunicazione e le forze politiche pongono al centro dell’attenzione tale problematica ma parlandone spesso in modo acritico, senza un’analisi compiuta sul ruolo che le nuove dinamiche urbane hanno avuto e stanno avendo nel ridefinire lo stesso significato del bene pubblico sicurezza e sulle nuove politiche progettate per garantirlo.


Le trasformazioni urbane, senza un’idea di vera connessione tra centro e periferie, hanno ancor di più accentuato la distanza tra inclusi ed esclusi quasi non comprendendo che in assenza di interventi per l’eliminazione dei fattori di marginalità ed esclusione sociale non potrà mai esserci sicurezza.


Le nuove politiche locali di sicurezza dovranno avere come comun denominatore il concetto di inclusione e quindi un’idea di città attenta ai diritti di tutti, contrapponendosi all’idea di città escludente che tende ad allontanare i “residenti fastidiosi” senza intervenire sulle cause dell’esclusione sociale.


La sicurezza è un grande contenitore che include complesse questioni sociali, etiche, culturali, politiche e che richiede interventi volti alla promozione della cultura del rispetto della legalità e all’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile.


Voler affrontare questo tema senza definire le specificità che lo caratterizzano porterebbe ad un esame superficiale, capace di cogliere i fenomeni connessi alla percezione di sicurezza come il decoro urbano, la presenza di persone marginalizzate, lo scarso controllo da parte delle forze di polizia ma presenterebbe le stesse insufficienze contenute nel disegno di legge “norme sulla sicurezza urbana, per la legalità e la sicurezza dei territori”  presentato nel 2015 dall’allora Ministro dell’Interno.


Vogliamo provare a tracciare un quadro che possa offrire importanti spunti di riflessione sulle questioni complesse che caratterizzano il tema “sicurezza in città”:


Degrado


Il degrado non è riconducibile ad un’unica causa ma rappresenta la combinazione di elementi ambientali, economici, sociali e culturali.


E’ tuttavia evidente che l’aspetto riguardante l’ambiente (riqualificazione degli spazi aperti, recupero e ristrutturazione degli edifici, illuminazione e pulizia delle strade, ecc.) assume carattere prevalente nella città di Roma.


Nel maggio 2019 la Prefettura di Roma ha effettuato un censimento sugli immobili in stato di abbandono all’interno della città, evidenziando un quadro preoccupante: tra palazzi, cinema e vecchie fabbriche ci sono 161 edifici dimenticati e 86 stabili occupati che spesso costituiscono ricovero di sbandati e tossicodipendenti.


Come non ricordare la drammatica vicenda di Desirèe Mariottini di 16 anni trovata senza vita, drogata e violentata, all’interno di un palazzo fatiscente in via dei Lucani a San Lorenzo, in pieno centro città?


Il 36% di questi edifici risulta di proprietà del Comune di Roma, il 33% di privati, il 13% di Enti pubblici ed il rimanente 18%, costituito prevalentemente da beni diroccati o pericolanti, con proprietà da stabilire.


Per completare il quadro va evidenziato che ci sono 22 impianti sportivi abbandonati tra cui lo Stadio Flaminio, il Palazzetto dello Sport, la Vela di Calatrava, il Campo Testaccio, lo Stadio Giannattasio di Ostia, lo Stadio Martellini a Caracalla ed il Galoppatoio di villa Borghese.


Sono stati presentati negli anni numerosi progetti di riqualificazione, alcuni dei quali parzialmente avviati, ma si rende ormai indispensabile un grande progetto di rigenerazione urbana che deve partire dalla riqualificazione degli spazi abbandonati all’interno della città per armonizzarli con il patrimonio edilizio esistente, che a sua volta necessita di riqualificazione,  evitando ulteriore consumo di suolo.


Non sappiamo se la sindaca Raggi, oltre la funivia Casalotti/Battistini, abbia presentato al governo un progetto di rigenerazione urbana da inserire nel prossimo recovery plan ma forse poteva essere l’occasione giusta.


Gli ulteriori fattori di degrado che riguardano la decadenza architettonica, la sporcizia di strade sconnesse, la quotidiana paralisi del traffico, la povertà, la delinquenza, le occupazioni abusive sono sotto gli occhi di tutti e la stessa Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma Capitale, nell’ultima relazione presentata, ha dovuto attribuire un voto insufficiente al trasporto pubblico, alla raccolta dei rifiuti e pulizia delle strade e alla manutenzione del verde pubblico seppur con qualche lieve miglioramento dovuto forse all’avvicinarsi delle elezioni comunali slittate ad ottobre 2021.


Noi pensiamo:


- che il recupero del patrimonio esistente e la sua riqualificazione possa avvenire solo attraverso un rafforzamento di partnership tra pubblico e privato che sappia coniugare le migliori energie del sistema imprenditoriale privato con le logiche di indirizzo e controllo del sistema pubblico;

- che Roma dovrà diventare una “città illuminata”, attraverso un grande intervento di illuminazione pubblica in molte aree periferiche della città  che oggi vivono quasi al buio;

- che debba tornare d’attualità l’istituzione del “vigile di quartiere” per aumentare la sicurezza in città e contrastare i fenomeni di diffusa microcriminalità.

- che il prossimo Sindaco di Roma dovrà istituire un “assessorato alla sicurezza urbana” con competenze ampie rispetto alla vivibilità e al decoro della città, da perseguire anche attraverso interventi congiunti con gli altri assessorati e con le Forze dell’ordine;





martedì 25 maggio 2021

SPAZI VERDI E STRADE

 


Spazi Verdi: La città di Roma è la città più verde d’Europa ed il suo territorio pari a 1.287 kmq. è costituito per il 79,6% da una vasta estensione di aree verdi e agricole. Il verde pubblico urbano, con le aree naturali protette, copre 470 kmq. e rappresenta il 35,7% dell’intero territorio comunale con una media di oltre 150 mq. per abitante.


Questo immenso patrimonio verde è diversificato e complesso, composto da aree naturali protette, aree verdi urbane (ville storiche, giardini, ecc.). aree fluviali (Tevere, Aniene, fossi affluenti) e aree agricole.


I 351 mila alberi (bilancio arboreo 2016) rappresentano il patrimonio più importante del verde pubblico, divisi fra parchi (54%), alberature stradali (36%) e scuole (4%).


La gestione del verde rappresenta una nota dolente ed è sotto gli occhi di tutti il degrado prodotto dall’assenza di un piano di interventi che vanno dallo sfalcio dell’erba alla potatura degli alberi e dei cespugli nei municipi di Roma.


Anche la sindaca Raggi, dopo averci deliziato per anni con la sua fantasia che annunciava l’arrivo delle pecore tosaerba, si è finalmente resa conto che solo un progetto pluriennale in grado di dare continuità e regolarità alla manutenzione dell’immenso patrimonio verde cittadino poteva consentire l’atteso salto di qualità nel decoro e nella tutela ambientale.


Finalmente nel 2018 il Comune di Roma ha approvato un piano di interventi per la manutenzione del verde orizzontale e a fine 2020 l’accordo quadro triennale da 48 milioni di euro è stato aggiudicato diventando operativo.


Confidiamo di vedere presto i primi risultati perché sapere che nelle casse comunali ci sono 84 milioni di euro non spesi (solo per incapacità) mentre gli alberi continuano a cadere e l’erbaccia sta invadendo le strade, non consente giudizi positivi sull’attuale amministrazione.


Facciamo un passo indietro per ricordare che:


- la giunta Marino fu costretta a revocare gli appalti alle cooperative coinvolte nel grave scandalo giudiziario “mafia capitale” e non riuscì a far partire i nuovi appalti che le avrebbero dovuto sostituire;

- anche durante la gestione del Commissario straordinario Tronca il problema venne dimenticato nei cassetti perché evidentemente non ritenuto prioritario;

- durante i primi 4 anni di mandato 5 Stelle è intervenuta la paralisi: un solo appalto di cinque milioni di euro per le potature parziali ha visto la luce e tutti gli altri sono rimasti impantanati tra le pastoie burocratiche e commissioni aggiudicatrici che non si riunivano;

- ci sono due lotti della gara per la riqualificazione di Villa Borghese, per un importo di 2 milioni di euro, mai aggiudicati nonostante il bando sia scaduto a marzo 2019;

- la procedura da 1.721.000 euro per Villa Pamphili, sebbene conclusa nel 2019, non è mai giunta all’appalto dei lavori;

- l’importo di 45 milioni di euro per le potature a Villa Ada, Castel Fusano e molte altre aree verdi è bloccato in attesa delle aggiudicazioni;

- stessa sorte per i 35 milioni di euro disponibili per gli otto lotti in cui sono state divise tutte le aree verdi della città.


Insomma, il paradosso è avere 84 milioni in cassa per la cura del verde e vivere in un luogo che somiglia più a una foresta che a una città.


Noi pensiamo che:


- l’accordo quadro triennale, che finalmente ha visto la luce, produrrà i risultati sperati solo se il Servizio Giardini del Comune sarà in grado di esercitare la necessaria vigilanza e conoscere in tempo reale l’esecuzione dei lavori affidati e le eventuali criticità;

- a tal proposito si rende necessario rivedere l’organico del Servizio giardini che nel 1980 aveva 1.800 dipendenti di cui 1.200 giardinieri, nel 2018 aveva 540 dipendenti di cui 300 operativi ed oggi può contare su altri 71 nuovi giardinieri di cui sono in corso le assunzioni: si può partecipare ad un gran premio di formula 1 con una piccola utilitaria?;

- sia opportuno procedere ad una decentralizzazione delle piccole aree verdi ai municipi ma anche affidandole a privati o aziende, che ne potrebbero assumere la manutenzione in cambio dell’occupazione temporanea di suolo pubblico;

- sia necessario istituire un servizio giardini municipale, ognuno con un suo responsabile, in grado di garantire con tempestività interventi di ordinaria manutenzione;

- vada definito un vero catasto del verde, consultabile on line, per fare in modo che i cittadini e i comitati di quartiere possano suggerire interventi urgenti o migliorativi e segnalare eventuali casi di insufficiente gestione;

- sia senza dubbio rilevante realizzare, all’interno degli spazi verdi, aree ludiche attrezzate per i più piccoli unitamente a funzioni sociali e sportive per le altre fasce d’età;

- sia sinonimo di civiltà prevedere all’interno degli spazi verdi servizi igienici custoditi per le ore diurne anche con pagamento di un piccolo corrispettivo.


StradeIl Comune di Roma, con i suoi 129.000 ettari, amministra un territorio grande come quello di Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Catania e Palermo messi insieme. L’insieme delle sue strade ha una lunghezza di circa 5.500 chilometri, che supera di gran lunga tutte le città italiane ma anche europee: la centralità di Parigi ne ha circa 1.880 km.


All’interno del Comune di Roma sono effettuati in media nell’arco della giornata oltre 6 milioni di spostamenti e nell’ora di punta mattutina (dalle 7,30 alle 8,30) sono circa 600.000 i soli spostamenti effettuati per motivi di lavoro, studi o affari.


Nonostante risulti di fondamentale importanza una rete viaria efficiente, sia per garantire un’adeguata mobilità sia per assicurare il necessario livello di sicurezza, i processi di trasformazione urbana degli ultimi anni non hanno prodotto sostanziali innovazioni delle infrastrutture viarie tant’è che spesso strade realizzate in lontani periodi storici per uso locale sono diventate assi di scorrimento urbani.


Ciò ha imposto che la manutenzione e gli adeguamenti della rete viaria   nelle grandi città hanno richiesto un impegno di risorse economiche ed umane sempre maggiori.


Brevi considerazioni:


- il Comune di Roma gestisce direttamente solo 800 chilometri di grande viabilità, mentre 4.700 km. sono di competenza dei Municipi, purtroppo sprovvisti di risorse necessarie e comunque privi di un bilancio autonomo;

- le risorse necessarie per la manutenzione ordinaria delle strade richiederebbero un impegno di circa 40 milioni di euro l’anno a fronte dell’ultimo stanziamento del bilancio di previsione 2019/2021 che ha impegnato complessivamente 55 milioni di euro;

- il problema buche a Roma ha assunto ormai i contorni dell’emergenza e troppo spesso tra le ditte intervenute c’è chi ha risparmiato sulla qualità dell’asfalto o ha usato materiale scadente limitandosi a coprire la buca con un rattoppo, spazzato via dalla pioggia successiva;

- manca una corretta programmazione dei lavori che eviti lo spettacolo di strade sventrate e ricucite più volte nel corso di un anno nonostante la presenza di un regolamento scavi aggiornato nel 2016;

- il 60% degli interventi sulle strade viene effettuato in emergenza con limitati  controlli sulla corretta esecuzione tant’è che sono sempre più frequenti le inchieste della magistratura;

- nel 2019 i soldi ricavati dalle multe fatte agli automobilisti romani e destinati al rifacimento delle strade invase dalle buche sono stati utilizzati per gli acquisti di arredi, cancelleria, ecc. per i vigili urbani.


Noi pensiamo che:


- sia necessario rafforzare le attività di programmazione annuale e triennale del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione urbana del Comune per evitare dannose sovrapposizioni nei lavori e limitare gli interventi non programmati;

- vada definita una nuova disciplina dei lavori per garantire la durata del manto stradale e prevedendo non più il rattoppo ma il ripristino della pavimentazione dell’intera carreggiata;

- la progettazione delle strade di nuova realizzazione dovrà prevedere un sistema di canalizzazione per il posizionamento dei servizi a rete che ne possa consentirne l’ispezione e la manutenzione senza ricorrere a continui lavori di scavo particolarmente invasivi (ultimo dato pubblicato riguarda l’anno 2013 che ha registrato 28.000 lavori sulle strade);

- i Municipi dovranno avere una reale capacità operativa ed essere dotati delle risorse necessarie per gli interventi di manutenzione delle strade che ricadono nel proprio territorio;

- il reperimento delle risorse, al di là delle somme previste in bilancio, potrà essere attuato anche attraverso un rapporto di collaborazione sotto forma di sponsorizzazione con privati, imprese e società che vorranno concorrere alla manutenzione della rete stradale.



Non possiamo in conclusione di questo primo documento non ricordare un aspetto particolarmente significativo quale la candidatura olimpica “Roma 2024”, naufragata per motivazioni soprattutto ideologiche, che ha portato perfino il quotidiano della Conferenza episcopale italiana Avvenire a scrivere: un sindaco senza ali che vuol fare di Roma una città chiusa.

La cultura del sospetto ha impedito a Roma, che spiccava tra le favorite, la possibilità  di essere sede dei giochi olimpici con tanti ringraziamenti da parte di Parigi  a cui sono stati assegnati.

La proposta di Roma come sede dei giochi olimpici 2024 era stata presentata nel 2014 ed era divenuta ufficiale l’11 settembre 2015 in Campidoglio con le firme dell’allora sindaco Marino, del Presidente del Coni Malagò e di Montezemolo, presidente del Comitato promotore.

Il dossier olimpico, ufficializzato il 12 febbraio 2016, prevedeva un grande progetto di ristrutturazione delle infrastrutture già esistenti, il recupero di alcune cattedrali nel deserto come le Vele di Calatrava e lo Stadio Flaminio e la costruzione di opere permanenti quali il villaggio olimpico a Tor Vergata con 17 mila posti letto per gli atleti che poi sarebbero stati destinati agli studenti della vicina Università ed alle famiglie dei pazienti del Policlinico di Tor Vergata.

Il budget iniziale previsto di 5,3 miliardi di euro sarebbe stato coperto per 3,2 miliardi dal Comitato Olimpico Internazionale e per 2,1 miliardi dallo Stato, senza alcun onere  a carico dell’amministrazione comunale.

Tra i vari lavori finanziati emergeva un intervento diffuso per la sistemazione della disastrata rete viaria, il completamento della Metro C e 27 altre opere da completare, già previste nel Piano regolatore generale di Roma Capitale.

Un’analisi dell’Università di Tor Vergata, coordinata dalla Facoltà di Economia, aveva stimato che i Giochi Olimpici a Roma avrebbero creato 177 mila posti di lavoro.


Ma una  visione miope, attenta solo a scantonare il “magna magna” romano del mattone, contaminata dal virus populista della prima ora ha portato al “gran rifiuto” che ha fatto perdere alla città una ricca opportunità di sviluppo. 


Non deve quindi apparire fuori contesto il tema, che in seguito torneremo ad affrontare, della qualità della futura classe politica che sarà chiamata a governare la città di Roma perché solo se la nuova classe politica avrà una visione di futuro in grado di attrarre investimenti, non sarà più piegata sulla soluzione di piccoli temi come è avvenuto negli ultimi dieci anni e abbandonerà una volta per tutte l’approccio minimalista per cui ogni autobus nuovo diventa motivo di celebrazione, Roma potrà ripartire. E potrà farlo anche senza i poteri speciali di una nuova legge ,che tutti noi vorremmo vedere approvata, ma avrà bisogno di un governo cittadino coraggioso e capace di cambiare profondamente i modelli organizzativi e di governance che si sono rivelati profondamente inadeguati. 







lunedì 24 maggio 2021

BENI CULTURALI

Si pubblica integralmente la nota unitaria inviata all’On. Ministro della Cultura Avv. Dario Franceschini, al Consigliere del Ministro per la Relazioni Sindacali Prof. Giampaolo D’Andrea, al Capo di Gabinetto Prof. Lorenzo Casini, al Segretario Generale del MiC Dott. Salvatore Nastasi, al Direttore Generale Organizzazione Dott.ssa Marina Giuseppone e al Dirigente Servizio Relazioni Sindacali  Dott.ssa Sara Conversano, con la quale abbiamo chiesto un incontro urgente:



Egregio Ministro,

nella giornata del 20 maggio u.s. abbiamo tenuto una partecipata assemblea nazionale unitaria dei delegati, RSU e RLS che fanno riferimento alle scriventi OO.SS..

Nel corso dell’assemblea sono purtroppo emerse in modo drammatico le condizioni nelle quali si trovano gli Uffici in relazione a tutto quanto riguarda le problematiche inerenti la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Purtroppo la decisione assunta dal MIC, per il tramite di una Circolare a firma del Segretario Generale, di operare per un rientro massivo dei lavoratori ha fatto emergere un quadro generale assolutamente preoccupante rispetto al mancato adeguamento, nel periodo di pandemia, delle deficienze strutturali che affliggono i luoghi della cultura e gli Uffici amministrativi. Solo per fare un elenco non esaustivo:


abbiamo Uffici, in particolare riferiti ai settori di Archivi, Biblioteche e piccoli Musei, con organici ormai non in grado di fornire un servizio adeguato all’utenza e molti dei quali a rischio concreto di chiusura dei servizi al pubblico;

-non risulta nemmeno avviata concretamente la revisione dei sistemi di sicurezza resasi oltremodo necessaria dopo la tragica vicenda di Arezzo e per la quale il Ministero aveva stanziato delle risorse specifiche;

-non risultano adeguati in gran parte dei luoghi della cultura i sistemi di video sorveglianza, l’ammodernamento dei sistemi elettrici e la carenza di organico sta producendo in alcuni casi il ricorso indiscriminato alle esternalizzazioni dei cicli di vigilanza persino in riferimento a procedure per le quali il Codice dei Beni Culturali prevede espressamente l’utilizzo del solo personale di ruolo;

il Ministero, stante la persistenza dello stato di emergenza sanitaria, non è in grado di accogliere in presenza il 70% del personale, se non derogando ai protocolli di sicurezza a loro tempo stipulati con l’Amministrazione;

sempre nel periodo di pandemia si è persa una straordinaria occasione per operare investimenti significativi rispetto alla digitalizzazione delle prassi amministrative interne, processo quanto mai necessario non solo perché funzionale alle nuove modalità di lavoro in remotizzazione, ma anche ai fini di una reale semplificazione delle procedure interne;

l’attuale ripartizione organica non riflette in gran parte il fabbisogno reale degli Uffici, sia in riferimento ai numeri previsti in particolare negli Uffici di piccole e medie dimensioni e rispetto agli investimenti organizzativi che l’attuazione della riorganizzazione comporta, che riguardo alla determinazione dei reali fabbisogni professionali occorrenti al loro funzionamento.

Come può notare non sono pochi i motivi della nostra preoccupazione e certamente non basta una Circolare per risolvere gli annosi problemi che il Ministero ha accumulato nel corso degli anni e che oggi, in concomitanza con l’esplosione dei pensionamenti, sembrano essere arrivati al punto di non ritorno. Per questo riteniamo urgente e necessario un confronto con la Direzione politica per verificare quale sia la disponibilità concreta ad affrontare queste tematiche, disponibilità che non può che partire da una opportuna revisione della percentuale imposta di personale in presenza e da impegni concreti, anche utilizzando le risorse del PNRR, per definire da subito un progetto di modernizzazione organizzativa e di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro.

Sig. Ministro, in questo periodo così difficile, tutti, ciascuno per la propria parte, siamo chiamati alla responsabilità civile e sociale ed alle scelte conseguenti se veramente si vuole dare un senso di cambiamento alla ripartenza dei servizi culturali. Il Governo, nella sua massima espressione, ha prodotto importanti accordi con le Organizzazione Sindacali, da ultimo quello che consente la riapertura delle scuole con spirito di collaborazione e confronto costruttivo. Spiace segnalare che questa, malgrado gli impegni formalmente assunti, non sembra essere la strada che ha deciso di percorrere il MIC. Ci piacerebbe essere smentiti e pertanto restiamo in attesa di un suo riscontro. In caso contrario saremo costretti ad avviare tutte le iniziative di mobilitazione e protesta previste dalla vigente normativa.

Nel restare in attesa le porgiamo distinti saluti.


FP CGIL Meloni

CISL FP Nolè - Di Stefano

UIL PA Trastulli

CONFSAL UNSA Urbino

CONFINTESA FP Zicarelli